Sedici.

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"La vita è una gioia, gustala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila."
-Madre Teresa di Calcutta

Milano, 12 settembre 2017

Erano passati alcuni mesi da quando avevo scoperto di essere in dolce attesa e la mia gravidanza, ormai giunta al sesto, procedeva bene.
Tutti erano stati felici di apprendere la bella notizia e ognuno di loro mi diceva sempre e solo di non sforzarmi e di riposare.

Anna e Antonio poi, erano stati felicissimi e non vedevano l'ora di scoprire il sesso del bambino... Se solo si fosse fatto vedere.
Già.
La mia ginecologa non era riuscita a capire se fosse un maschietto o una femminuccia, poiché, dalla posizione in cui si trovava negli ultimi tre mesi, non glielo aveva permesso. Avevamo però fissato un'altra ecografia per quel pomeriggio e sia io che Damiano speravamo di riuscire finalmente a scoprirlo.

«Tesoro, sei stanca? Hai bisogno di qualcosa?» mi chiese Anna, apprensiva.

«Sì Annuccia, avrei proprio bisogno di una cosa» risposi, alzandomi dalla sedia e mettendole una mano sulla spalla.

«Dimmi tutto» disse.

«Però lo devi fare, me lo prometti?» ribattei, trattenendo un risolino.

«Certo! Tutto quello che vuoi» disse, tenendomi le mani.

«Ho bisogno che tu stia tranquilla. Sto bene e non sono rincoglionita. So che siete tutti in apprensione per me, ma davvero, non c'è bisogno. Grazie per tutto ciò che fate, davvero, però io mi riposo e sto benone. E anche lui o lei» sorrisi, facendole posare una mano sul pancione.

«Madonna come scalcia, è un piccolo cavallino» ridacchió, accarezzandomi il pancione.

«O una cavallina» risi anche io.

«Quando hai l'ecografia?» mi chiese Antonio, alzandosi dalla scrivania.

«Oggi pomeriggio alle sedici, infatti non tornerò pomeriggio. Nemmeno Damiano, andremo insieme come sempre. Vedremo se oggi si farà vedere» risposi.

«Posso?» chiese, indicando il pancione.

«Certo» sorrisi.

«Toc toc, ciao Giulietta, sono zio Antonio» ridacchió, facendo finta di bussare sul pancione.

«Giulietta? Che ne sai tu che è femmina?» risi anche io.

«Non lo so, istinto» rise.

«Qualunque sia il sesso, l'importante è che sia in salute. Non mi importa di nient'altro» risposi.

«Ben detto» mi sorrise Anna.

Continuammo a parlottare per un po', dopodiché ci rimettemmo al lavoro, fin quando non dovetti tornare a casa insieme a Damiano.
***
«Benvenuti, prego, si stenda pure sul lettino» disse la ginecologa, stringendo la mano sia a me che a Damiano.

Mi distesi sul lettino, allentai i pantaloni, alzai la maglietta e scoprii la pancia.

«Innanzitutto, come sta?» mi chiese, infilandosi i guanti e prendendo poi il tubetto del gel per potermelo applicare.

Trust Me. || Damiano Carrara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora