Diciotto.

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"Il matrimonio è un anello d’oro in una catena che inizia in uno sguardo e finisce nell’eternità."
-Khalil Gibran

Milano, 21 marzo 2018

Dopo aver organizzato tutto nei minimi dettagli seppur in pochissimo tempo, grazie al fondamentale aiuto di un wedding planner e dei nostri familiari ed amici, finalmente, io e Damiano ci saremmo sposati.
Avevamo deciso di sposarci il giorno dell'equinozio di primavera, perché si sa, la primavera simboleggia un nuovo inizio dopo un lungo e freddo inverno e noi avremmo dato inizio ad una nuova vita insieme. Inoltre, la nostra bambina, che aveva già tre mesi, cresceva in salute e diventava ogni giorno più bella.

«Okay, perfetto tesoro, ferma così! Ti faccio un ultimo scatto con la bimba, poi vado a farne qualcuno a Damiano e dopo vado in chiesa. Te lo dico, sei una favola!» mi disse Emanuele, il fotografo, sprizzando gioia da tutti i pori.

«Grazie mille» sorrisi.

«Marta, la bambina la tengo io, va bene?» mi disse mia madre, prendendola in braccio.

«Sì mamma, tanto lei prima di mezzogiorno non ha fame, ha mangiato un bel po' stamattina» ridacchiai e la bambina mi sorrise.

«Tesoro, dobbiamo andare. Facciamo un giretto prima di andare in chiesa» mi disse mio padre.

Gli sorrisi, lo presi sottobraccio ed uscii di casa insieme a lui, per poi salire in macchina.

«Sei felice?» mi chiese, sorridendomi.

«Tanto, papà» risposi, emozionata.

«Sembra ieri che ti ho tenuta in braccio per la prima volta... Ora sei cresciuta, sei una mamma bellissima e sono sicuro che sarai una moglie perfetta. Poi Damiano è un bravissimo ragazzo, ama te e la bambina. Sono felice per voi» disse, con le lacrime agli occhi.

«Ti voglio bene papà, tanto» risposi, mettendomi quasi a piangere.

«Anche io tesoro ma, vuoi farti vedere da Damiano con il trucco sbavato? Guarda che l'estetista ti trucida» ridacchió, con gli occhi lucidi, facendo ridacchiare anche me.

Arrivammo presto in chiesa e non appena giunsi all'entrata, la melodia della marcia nuziale di Mendelssohn risuonò soave da violini, pianoforte ed arpa.
Percorsi la navata centrale tenendomi ben salda al braccio di mio padre, che lasciai solo quando arrivai di fronte a Damiano.

«Sei meravigliosa» mi sorrise, con le lacrime agli occhi, per poi sollevarmi il velo e baciarmi la fronte.

«Anche tu» sorrisi, prendendo poi le sue mani.

Dopo aver fatto una breve introduzione, il prete diede inizio allo scambio delle promesse.

«Mi ero preparato un discorso, perché sapevo che l'emozione mi avrebbe fregato, ma non lo ricordo più. Non importa, vorrà dire che ti parleró con il cuore in mano.
Partendo dall'inizio, ricordo che la prima volta in cui ti vidi, beh quello non era un periodo molto bello per me. Ero stato tradito dalla donna che amavo e mi ero buttato a capofitto nel lavoro. Però pian piano, con i tuoi modi gentili, il tuo essere riservata, la tua fragilità, il tuo affetto verso di me nonostante la timidezza, hai fatto riaccendere nel mio cuore la speranza di un amore nuovo.» disse Damiano, interrompendosi un attimo a causa dell'emozione.

Gli presi le mani fra le mie e piansi con lui.

«Ci siamo scoperti, abbiamo condiviso tutto e nonostante qualche piccola incomprensione, non ci siamo mai lasciati prendere dall'orgoglio. Il nostro amore ha dato vita alla nostra piccola Diana, che ha portato ancor più gioia nelle nostre vite ed io di questo amore non mi stancherò mai. Ti amo e ti amerò per sempre, Marta» mi sorrise.

Trust Me. || Damiano Carrara.Where stories live. Discover now