Capitolo 4

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Era passata un'intera settimana da quando aveva messo piede a Seoul per iniziare la sua vita da studente, vivendo da solo con un coinquilino divertente ed amichevole, e divertendosi ogni sera con suo cugino che colmava l'assenza di tutti gli amici che non aveva mai avuto nella sua vita. Da quando tutto era iniziato, l'ombra del suo ex ragazzo con il tradimento che gli aveva spiattellato in faccia, e della vacanza che gli aveva fatto commettere – a detta di Taehyung – il più grande errore della sua vita, erano scomparsi. Definitivamente.

O almeno era quello che gli piaceva pensare, cercando in qualche modo di convincere sé stesso. La realtà, invece, si stava presentando più dura di quanto immaginasse.

Com'era Seoul? Troppo costosa per la paghetta mensile che i suoi genitori gli mandavano; l'accademia: un vero incubo! La tensione che immettevano negli studenti i rappresentati di ogni dipartimento era palpabile nell'aria ogni giorno.

Jimin, nonostante fosse davvero un ottimo coinquilino, aveva il brutto vizio di tornare tardi la notte, svegliando il sonno leggero di Taehyung. E Seokjin aveva quasi passato più tempo a lavorare che con lui: i loro orari purtroppo non sempre coincidevano, per cui Taehyung non poteva fargliene una colpa.

Ma, nonostante le sue aspettative di crearsi una nuova vita movimentata e con tanti amici a Seoul fossero state brutalmente spazzate via, Taehyung era felice e soddisfatto. Specialmente da quando, da due giorni a quella parte, il suo telefono aveva iniziato a vibrare troppo spesso a causa dei messaggi di un ragazzo con il quale non avrebbe dovuto sentirsi. Non perché fosse il fidanzato del suo coinquilino, bensì perché ad ogni messaggio sorrideva e gli prudevano le mani per rispondere subito. Si mordeva le labbra per trattenere il sorriso e pensava più volte a cosa scrivere, a quanto tempo far passare da un messaggio all'altro – per non far sembrare di attendere con impazienza i suoi messaggi – e fantasticava su cosa avrebbe mai potuto rispondergli o dirgli, ingigantendo davvero troppo tutta quella situazione.

Si sentiva come immerso in una bolla di sapone che sapeva sarebbe scoppiata all'improvviso producendo un solo effetto devastante: la sua caduta, comparata alla delusione che lo avrebbe colpito dopo l'essersi reso conto troppo tardi di essersi invaghito di un ragazzo già occupato.

Un colpetto dato da una nocca ossuta di una mano pallida gli fece sollevare la testa sorpreso, distraendolo da quel flusso di pensieri che lo aveva accompagnato per dieci minuti buoni – dall'inizio dell'intervallo – seduto su una panchina ombreggiata da un albero, nel cortile dell'accademia, mentre era ripiegato sulle sue spalle guardando il cellullare in attesa che suonasse improvvisamente.

«Ehi ragazzino, cosa stai facendo?» la figura del rappresentante del dipartimento di Musica – Min Yoongi – coprì la visuale del sole con la sua chioma mora, permettendo a Taehyung di poter guardare il suo volto con espressione sorpresa.

«Sunbae, ciao.» sorrise, facendogli spazio per sedersi. In una settimana era stato possibile anche instaurare una relazione d'amicizia col maggiore, che – come se lo avesse preso a cuore – ogni volta che lo intravedeva gli dava un buffetto in testa e attirava la sua attenzione, dando inizio alle loro strane conversazioni. Si trovavano bene insieme: erano due menti particolari. Yoongi con la sua intelligenza combaciava perfettamente con le stranezze di Taehyung, per questo avevano legato facilmente ed altrettanto facilmente si ritrovavano a ridere e scherzare sotto gli occhi straniti degli altri. Il freddo e scorbutico Min Yoongi che fa amicizia con uno del primo anno? Agli studenti che non conoscevano davvero il maggiore, il suo atteggiamento col più piccolo pareva decisamente strano.

«Stai aspettando una chiamata?» domandò, sedendosi come gli aveva suggerito Taehyung che sentendosi colto sul fatto, nascose subito il telefono nella tasca della sua borsa tracolla, e si voltò verso il maggiore con un sorriso leggermente forzato.

Destiny|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇDonde viven las historias. Descúbrelo ahora