Resto sola, a freddo e al buio di quel vicolo umido.
Non riesco più a scorgere la figura del ragazzo, ne tutto il resto. Mi siedo su uno scalino congelato, sento l'ennesimo gruppo di giovani ridere e scherzare. Tra tutti uno solo mi nota, si avvicina.
La sua ombra diventa sempre più imponente, era un uomo alto, muscoloso e con dei capelli abbastanza lunghi, che gli arrivavano alle spalle.<Che sorpresa, non pensavo che ti avrei rivisto qui, ne che ti avrei rivisto in generale>
La sua voce mi ricorda una già sentita, è dolce, calda e accogliente.
<Vieni, ti prendo qualcosa da mangiare>
Continua poi lui, stringendo le dita sul mio braccio, in modo delicato. Mi solleva da terra senza fatica e percorre un centinaio di metri, posandomi poi sul sedile della sua macchina. Ora che mi è così vicino capisco finalmente di chi si tratta.
<Mi dispiace per quella volta, sono stato egoista a non averti ricomprato da mangiare. Questo è il mio modo di sdebitarmi.>
Le sue parole, così come il suo tono, mi danno la sensazione che a qualcuno importi davvero di me. Lo guardo sparire dopo avermi acceso il riscaldamento, tornando poco dopo con un involucro di cartone.
<Pollo fritto, piace proprio a tutti. A proposito, io sono Hoseok.>
Lo guardo posare la scatola sulle mie gambe. Emana un piacevole tepore, proprio come la voce del ragazzo.
<Grazie..>
<Su, mangia che altrimenti si fredda>
Penso che Hoseok sia stato la prima persona in tutta la mia vita a rivolgermi un sorriso, un sorriso sincero. Spontaneamente lo ricambio, gustandomi poi quella pietanza nuova in sua compagnia.
<Puoi restare a dormire a casa mia stanotte, poi vedremo di fare qualcosa per aiutarti in modo concreto. Comunque, che ci facevi qui?> domanda, purtroppo.
Penso che è stato così buono e considerevole con me che non voglio mentirgli, quindi gli racconto tutta la storia, senza tralasciare niente, nemmeno il mio incubo.
<Jooheon è un uomo buono, anche se lo nasconde agli altri. A differenza mia crede che mostrandosi gentile potrebbe venir usato e reputato debole, io invece penso che essere gentili con le persone sia il primo passo per esserlo anche con se stessi. Probabilmente si è in qualche modo affezionato a te, ecco perché ti è corso dietro>
<Non mi ha mai dato modo di pensarlo, si è sempre rivolto a me con un tono acido e scorbutico> rispondo, rivolgendo lo sguardo verso la figura possente del ragazzo.
<Ah no? Ma ora sei pulita, hai dei vestiti addosso, la pancia piena e la febbre è sparita, chi ha reso possibile tutto questo?>
Mi fermo a pensare, abbasso lo sguardo sulla coscia fritta mangiucchiata che tengo ancora tra le dita, e che durante tutto quel discorso non ho più toccato.
<Domani mattina è il nostro giorno libero, gli dirò di venire a casa mia, così con questa scusa potrete riappacificarvi>
Io annuisco, non ne sono così convinta, ma penso di dovergli delle scuse. Il ragazzo accanto a me sorride e dopo essersi pulito le mani mette in moto il veicolo. Non sono mai salita su una macchina, ciò che non posso controllare mi ha sempre spaventato.
Poco dopo siamo a casa di Hoseok.
Lui apre la porta, un grosso animale ci corre incontro, salutando il suo padrone. Si assomigliano quasi, stessa quantità di muscoli e dolcezza. Rimango dietro di lui, non si sa mai.
Gli interni della casa sono completamente diversi da quelli di Jooheon. Sono molto più semplici, vecchi e confortevoli, l'atmosfera che aleggia dona una sensazione di "casa", a confronto dei toni freddi presenti in casa dell'altro.<Puoi fare tranquillamente un bagno o una doccia, visto che hai corso tutta scalza. Ci sono vestiti caldi per dormire, te li ho lasciati in bagno, prenditi tutto il tempo che ti serve>
Io annuisco, gli sorrido e mi incammino verso il bagno, notando che il grosso cane mi segue, annusandomi la mano.
<Sente la puzza di quel gatto spelacchiato di Jooheon>
E dopo questa affermazione mi rimane il dubbio riguardo a chi dei due si riferisse.
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•| CLOCHARD |• L.J.H.
FanfictionLee Jooheon, ragazzo sbruffone e di discutibili principi morali, si ritrova ad essere la casa di una ragazza senzatetto