12 - Confessioni

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Eravamo arrivate da solo un'ora in hotel e stavo finendo di sistemarmi dal momento che ci saremmo dovute rimanere per due giorni.

Da quella conversazione non avevo più parlato con nessuno, neanche con le ragazze, mi ero limitata a mettermi le cuffiette e stare per i fatti miei, sentendomi in colpa per aver ferito la cubana in quel modo. Ma poi mi ero detta che non dovevo starci così male, infondo anche lei mi aveva ferito tre anni fa, forse questo era il karma, però ci ero riuscita per poco, dopo ero tornata a starci di nuovo male.

Sospirai, decidendo che forse non era il caso di andare a cena, non volevo vedere il suo sguardo d'odio nei miei confronti.

Non avevo più richiamato neanche Alex, non avevo voglia di sentirlo e fingere che stessi bene, sperando che se la bevesse. Non sapevo spiegare il perché, ma nell'ultimo periodo non lo vedevo più come il ragazzo che mi faceva stare bene, ma solo come un'oppressione.

Stavo per mettere in carica il cellulare quando qualcuno bussò alla porta della camera. Andai ad aprire e quando vidi che era la bruna, rimasi un po' delusa, ma cercai di non darlo a vedere.

"Tutto bene?" Mi chiese sedendosi sul bordo del letto.

"Se dico di sì mi credi?" Chiesi retoricamente, continuando a sistemare i vestiti per tenermi occupata.

"Cosa è successo con Camila?" Domandò schietta, senza giri di parola.

Solo sentire quel nome mi fece venire di nuovo i sensi di colpa, ma cercai di contenermi, e dandole le spalle le risposi più calma che potevo "Nulla"

"Non mentirmi Laur" si alzò avvicinandosi "Non mi piace vedervi così"

"Non lo so Mani, ho fatto una cazzata e ora mi odia, cosa dovrei dirti?" Mi voltai allargando le braccia.

"Lo sai che non ti odia"

"Invece si e anche io dovrei odiarla" dissi sincera, abbassando la testa.

"Ci è rimasta male che non sei venuta a cena" mi avvisò, posando una mano sulla mia spalla.

"Perché dovrebbe?" Chiesi confusa.

"Perché non vai da lei e glielo chiedi di persona?" Dopodiché mi diede un rapido abbraccio, uscendo dalla stanza e lasciandomi perplessa dal suo comportamento.

Ripensando alla conversazione non avevo capito un granché, ma avevo un solo pensiero in testa: Camila.

Lasciai immediatamente quello che stavo facendo, afferrai le chiavi della camera e uscii. Mi avviai verso l'ascensore, ma era occupato, quindi percorsi il tragitto al contrario e presi le scale, salendo di due piani.

Una volta arrivata, percorsi velocemente il corridoio fino ad arrivare davanti una porta, la sua porta.

Rimasi ferma, indecisa se bussare o meno, probabilmente era una pessima idea la mia, ma sapevo che non sarei riuscita a dormire se non l'avessi fatto, quindi, preso un respiro profondo per darmi coraggio, alzai un braccio, dando due colpi secchi alla porta.

Nel breve tempo di attesa, sentii l'esigenza di scappare, e stavo anche per farlo se non fosse stato per la porta che si aprí rivelando la figura della cubana, in tutta la sua bellezza.

"Lauren?" Mi guardò confusa per alcuni secondi, prima di mettersi da parte per farmi passare.

"Ciao" la salutai timidamente, ancora indecisa di aver fatto la cosa giusta.

Camminai con passo felpato fino al centro della stanza, dandole le spalle per trovare il coraggio di dire quello che volevo.

Ma quando mi voltai, tutti i miei buoni propositi andarono in fumo. Era sempre stato così per noi, bastava un solo sguardo per mandarci il cervello a puttane, e ora, a distanza di anni, era ancora così.

Find u Again (Camren)Where stories live. Discover now