Capitolo 45

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Nei giorni che seguirono, Yoongi ebbe modo di riprendersi completamente, controllato da Namjoon e soprattutto da Jungkook, che aveva preso l'abitudine di accompagnarlo ed andarlo a prendere all'università ed in caffetteria ogni volta che poteva, evitandogli i lunghi tragitti in pullman.

L'aveva anche costretto a lasciare il lavoro dal signor Kim, ed in certi momenti si comportava come se il castano fosse solo un bambino, obbligandolo ad andare a dormire presto e controllando che durante la notte non si alzasse per raggiungere il pianoforte in soggiorno.

E, per quanto ogni tanto si fingesse infastidito da tutte quelle premure, in realtà il pianista le amava, conservava ognuno di quei gesti nel cuore come il più prezioso dei tesori, nutrendosi di tutte quelle piccole attenzioni che, da dopo la morte dei suoi nonni, non aveva più ricevuto: c'era Jungkook a preparargli la cena, c'era lui a rimboccargli le coperte e dargli il bacio della buonanotte quando per anni non aveva avuto più nessuno.

Amava tutto quello, amava il corvino con tutto il suo cuore ed amava momenti come quel pomeriggio: Jungkook era sdraiato sul divano, ed era rimasto tranquillo fino a quando Yoongi non gli era saltato addosso, iniziando a fargli il solletico. Trovava adorabile come il famoso e temibile modello Jeon Jungkook soffrisse così tanto il solletico, ne fosse così tanto spaventato che, dopo essere caduti entrambi giù dal divano, si fosse messo a correre per casa, scappando in ogni modo dal castano.

«Tanto ti prendo!» urlò Yoongi, salendo gli scalini in fretta pur di raggiungere il corvino, che era corso verso la camera da letto, urlando e ridendo spaventato da quella che per lui si prospettava come un'orribile tortura.

Dovette rincorrerlo per un po', il castano, prima di riuscire ad afferrare il suo ragazzo per i fianchi, una volta di nuovo in soggiorno, ed iniziare a fargli il solletico, il cuore alleggerito dalla rumorosa risata del modello, che si contorceva tra le sue braccia.

«D-dai Yoon... c-cazzo, ti p-prego...» balbettò Jungkook tra le risate, accasciandosi sul tappeto e trascinando a terra anche Yoongi, che non allentò la presa sul corvino, interrompendo però quell'azione e lasciando che smettesse di ridere nel suo abbraccio, e che nel medesimo luogo si tranquillizzasse.

«Ti diverti tanto, non è vero?» domandò il padrone di casa non appena si fu calmato, girando il volto ed incontrando su quello del castano un sorriso sincero e dolce.

«Be', è così bello sentirti ridere... Kook! Io non lo soffro, il solletico!» esclamò in modo brusco il castano nel sentire Jungkook pizzicargli la pancia ed i fianchi per scatenare in lui una reazione simile.

«Sei noioso.» borbottò imbronciato il corvino, broncio che il pianista baciò con una semplicità quasi disarmante.

Faceva ancora quasi paura il potersi amare in modo tanto libero e disinteressato, il non dover temere fraintendimenti, il non dover temere di allontanarsi, lasciarsi, perdersi pur di tenersi al sicuro, paura che però stava scomparendo, sostituita dalla serenità che quelle piccole cose si portavano dietro. Yoongi amava quell'aspetto, era forse la cosa che più lo rendeva felice, e sapeva che anche Jungkook stesse meglio con quelle sicurezze.

Quello che il castano aveva iniziato come semplice bacio a stampo divenne un contatto più profondo, dolce, lento, pieno d'amore e di tutto quell'interesse che avevano l'uno nei confronti dell'altro. Il corvino si sistemò meglio tra le braccia di Yoongi, portò una mano ad accarezzargli la guancia, che già gli sembrava meno magra che nei giorni precedenti.

Non avevano niente da fare che non fosse baciarsi, quel pomeriggio, e nessuno dei due si tirò indietro da quell'attività che calmava in maniera tanto veloce ed efficace i loro animi, li avvicinava ogni volta un po' di più. Non avrebbero mai fatto a meno di quei baci, e Jungkook imprecò senza contegno, facendo ridacchiare il pianista, quando dopo troppo poco tempo sentì il campanello suonare.

Gold - {Yoonkook}Where stories live. Discover now