Capitolo 10 - Segreti

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La vita è troppo breve per passarla sempre arrabbiati. 

Dal film - American History X di Tony Kaye




Evan


«Tu ti chiami Evan, giusto?»

«Sì.»

«Quanti anni hai?»

«Ho quindici anni.»

«E perché ora te ne stai andando?»

«Perché non m'interessa.»

«Davvero non t'interessa?»

«No, non...»

«Vedo tanto dolore nei tuoi occhi. Io so che vuoi esporti, non andare. Ascolta. Non t'interessa se la nostra brava gente perde il lavoro per colpa loro? Non t'interessa se lo Stato spende soldi per gli immigrati mentre la nostra gente fa fatica ad arrivare alla fine del mese? Non t'interessa se i quartieri che hanno costruito i nostri nonni sono popolati da bestie che vengono solo a rubare e a stuprare?»

«Non è un problema mio.»

«E invece sì, visto che sono stati due di loro ad uccidere tuo padre.»


***


Ero stupido, solo.

Ero uno di quei tipici adolescenti che vivevano d'illusioni per stare bene.

Mio padre era morto da poco, ed io avevo messo in dubbio ogni cosa. Gli amici, la famiglia, una vita; non sentivo di avere niente di tutto questo, era come se fossi stato anestetizzato, e ogni volta che provavo ad essere normale avevo la percezione d'indossare una maschera che non mi stava bene addosso. E mi soffocava.

E mia madre, lei si stava allontanando sempre di più da me e da Tom.

Un giorno partecipai ad un convegno, trascinato da un amico. Mi accorsi immediatamente che tipo di convegno era, e che tipo di gente partecipava. Bastava guardarsi attorno.

E stavo per andare via. Non l'ho cercato. Semplicemente, sono stati loro a trovare me.

«Evan.»

La sua voce mi costringe a ricordare. Tutto quello che ho fatto... Mi ritorna in mente.

«Sei uscito dalla prigione» affermo dichiarando l'ovvio, con voce impassibile.

«In realtà non sono stato in prigione, ho preso semplicemente un breve periodo di pausa per quello stupido incidente, e ora che non abbiamo l'attenzione dei media alle calcagna posso riprendere ciò che avevo lasciato in sospeso... Quindi eccomi, in splendida forma e pronto ad andare avanti!»»

Il Capo è davanti a me, in piedi di fronte ad una massa di ragazzini che raggiungono a malapena la maggiore età: è vestito elegantemente in giacca e camicia, con una cravatta blu attorno al collo. Ha l'aspetto di un uomo per bene, a guardarlo sembra il tipico buon padre di famiglia.

Una perfetta illusione.

Dei profondi solchi si sono formati sulla sua pelle, con il passare del tempo i capelli una volta biondi si sono schiariti, tendendo al grigio. La mascella è accuratamente rasata, i suoi occhi chiari di un colore azzurro slavato invece hanno mantenuto negli anni lo stesso carico di follia. Sposto lo sguardo verso Enrico che continua ad osservarlo come se fosse una divinità scesa in terra.

Nessuno può AmarmiWhere stories live. Discover now