Capitolo 4

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Camminando ascoltando la musica avverto un senso di tranquillità, mi sento veramente bene.
Dopo aver camminato per un po' mi imbatto in un bar e deciso di fermarmi a prendere qualcosa. Dopo dieci minuti eccomi uscire fiera con il mio cornetto alla nutella, ho deciso di andare verso scuola che dovrebbe essere non molto distante dal posto in cui mi trovo, così da osservare un po' la struttura esternamente e iniziare a prepararmi psicologicamente.
Non faccio molto fatica a raggiungerla, una volta li delle voci sul retro catturano la mia attenzione. Una volta li noto il gruppo di football della scuola allenarsi, un paio di ragazzi in panchina fanno il tifo mentre il coach da le varie direttive.
Decido di sedermi sugli spalti per vedere meglio la mini partita disputata tra i ragazzi, poso le airpods e scruto ogni movimento di ogni singolo ragazzo. Uno in particolare coglie la mia attenzione. Ha il braccio destro primo di tatuaggi, capelli ricci, il fisico sembrerebbe ben definito ed è molto, molto alto. Forse un po' troppo.
Una voce mi distoglie dai miei pensieri riportandomi nel mondo reale.
"Hey tu che ci fai lì? Non vedi che ci stiamo allenando? Gli allenamenti non sono aperti alle persone esterne quindi vedi di sparire" mi rimprovera un ragazzo con una fascia al braccio, probabilmente il capitano della squadra.
"Scusa non pensavo che-" non mi lascia finire l frase che mi interrompe.
"Non pensavi cosa? Parla poco e sparisci palla da discoteca"
"ALLEN!" lo rimprovera il coach
"DAI SBRIGATI E VIENI A GIOCARE"
"Arrivo coach!" urla di rimando.
"Stavo scambiando due chiacchiere con la mia amica palla da disco" ridacchia mentre tutti altri ragazzi ridono e si scambiano sguardi complici.
Sento le lacrime che iniziano a salire ma decido di farmi forza.
"A CHI HAI DATO DELLA PALLA DA DISCO? MA TI SEI VISTO? SEI RIDICOLO" urlo mentre Allen (mi pare il coach lo abbia chiamato così) raggiunge i suoi compagni che nel frattempo si godevano lo spettacolo.
Raggiungo il bordo campo, varco la porta, entro nel campo e vado decisa verso quel ragazzo che era stato in grado di mettermi in ridicolo davanti tutta la squadra da football in nemmeno 10 minuti.
"Oh mia cara piccola ingenua ragazzina..quanto può essere sciocco il gesto che hai fatto? Seriamente pensi di potermi mettere contro di me? dice avvicinandosi a me con aria di sfida.
Non mi trattengo e decido di sferrargli un pugno ma i suoi riflessi lo impediscono e prima che potessi realizzarlo mi sferra due pugni, uno sul naso e uno sull'occhio.
"Dai Allen risolverai dopo con la palla, vieni a giocare" gli dice un suo amico tirandolo per un braccio mentre se la ride.
Corro via, ancora una volta sono riuscita a farmi umiliare, ancora una volta mi sentivo inutile. Correndo verso casa inciampo un bel pò di volte nei mie stessi passi provocando le risate delle persone che mi circondano.
Una volta arrivata mi barrico in camera e metto le cuffiette a tutto volume nelle orecchie.
Non voglio sentire nessuno.
Non voglio vedere nessuno.

Sei inutile.
Non piacerai mai a nessun ragazzo.
Smettila di vederti bella, non sarai mai come le tue coetanee.

Le paranoie iniziano a farsi spazio nella mia mente facendomi piangere sempre di più.

Shame of my bodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora