Epilogo.

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Un giorno, tanti anni fa, ho fatto una promessa ad una persona che per me ha significato tutto, tutta la mia vita. Una volta ho promesso ad una persona che spesso si sentiva insignificante, piccola in un mondo di giganti, che gli avrei fatto onore, e che avrei dimostrato al mondo intero che lui non è "uno schifo" come ha sempre creduto. Che non si sarebbe mai dovuto sottovalutare, perché se sono arrivata a scrivere un libro (un libro, sottolineo) questo vuol dire che niente non sei. Anzi.

Un giorno, tanti anni fa, ho fatto una promessa a me stessa. Mi sono promessa che avrei lottato, che non avrei mai perso la speranza, che avrei affrontato tutti gli ostacoli, e che ne sarei uscita fuori. Forte o meno non mi interessava. Ma io ne sarei dovuta uscire. E così ho fatto.

Un giorno mi sono promessa che questo amore non sarebbe mai morto, che io e lui non ci saremmo mai dimenticati, che quella fiamma tra noi due non si sarebbe mai spenta definitivamente. È così. Succede che quando si accende una scintilla, non si può far niente perché questa si spenga del tutto. Perché quando qualcosa viene al mondo, non si può far niente perché questa non esista e venga rimossa definitivamente. Perché ci sarà sempre qualcosa a ricordarla, in bene o in male. Ci saranno lettere, canzoni, film, sentimenti, che non possono essere rimossi. E non in senso fisico. Ma dalla mente e dal cuore. Perché è lì che giacciono le cose vere della vita, le cose nella loro vera essenza. È li che la zona rimozione non funziona, ed è lì che si trova l'amore. È lì che l'anima deposita le armi, e rende liberi.

Mi sono sentita libera di amarlo dal primo momento che l'ho visto. In lui ho visto da subito il mio futuro, le stelle del cielo che ho sempre adorato, l'ignoto del mondo e la felicità. Con lui ho capito cos'è l'amore. Non l'amore che leggete nei romanzi, lettori. E nemmeno quello che vedete nei film. No, perché quell'amore è così perfetto da apparire irreale, o così imperfetto da apparire troppo inverosimile. L'amore che ho provato per lui è stato qualcosa che è andato oltre l'ignoto, oltre i confini, oltre i limiti, oltre le mie speranze e le mie illusioni. Un fondo non c'è, per questo amore. Perché quando un amore nasce, non muore, nemmeno dopo tanti anni, nemmeno dopo le difficoltà, nemmeno dopo altri amori.

Cari lettori, avrei voluto farvi leggere in questo epilogo il finale da favola per cui speravate. Avrei voluto farvi leggere che quel giorno io e lui ci siamo arresi, abbiamo deposto le armi, e ci siamo abbandonati all'amore. Vorrei dirvelo, davvero. Ma non posso.

Devo dirvi la verità.

E la verità è che io e lui, siamo stati qualcosa, per un po'.
Ecco, noi siamo stati come stelle cadenti. Che poi, stelle non sono. Siamo stati come delle meteore, dei frammenti di meteoriti composti per lo più di polvere e roccia, che si incendiano. E una volta preso fuoco, bruciano, ardono, e si scompongono attraversando l'atmosfera terrestre, e lasciando dietro di sé la loro scia luminosa, come a dire io ci sono stato.

E noi ci siamo stati.

***

Ricorda, lettore: lottare per il proprio amore è un'impresa dura. Occorrono varie doti, tra cui una principale: devi sognare. Non devi mai perdere la speranza. E anche se questo ti dovesse succedere (perché siamo umani) non demordere. Insisti, non abbandonare i tuoi sentimenti, perché loro sono la cosa più pura e la parte più vicina all'anima. Loro sono una parte stessa dell'anima, che libera i propri frammenti e li mostra a noi, poco per volta, per non farci sentire più soli.

La scelta sta tra attaccarsi al porto sicuro, e vivere sereni, oppure abbandonarsi alla corrente, perdere la rotta, e imparare a nuotare. A voi la scelta, lettori.



Come stelle cadenti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora