II

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Y/N POV'S

"Cos'è successo?"

"N-non lo so. Io sono tornata a casa, ho trovato la porta aperta, tutto incasinato e m-mia madre m-mort-ta"

Tremo, balbetto e scoppio nuovamente a piangere. Ho pauro di quello che mi possa succedere.

"Non preoccuparti, abbiamo capito che non sei stata tu ad uccidere tua madre, si vede. Solo, vogliamo capire chi è stato."

"Non lo so. Vi prego, voglio solo andare a casa"

"E va bene, se è ciò che vuoi, noi non possiamo tenerti contro la tua volontà."

"G-grazie"

A testa bassa mi alzo dalla poltroncina in pelle scura ed mi diriggo verso l'uscita. L'aria fresca della sera mi ha fatto un po' calmare.
Non so dove andare, cosa fare, cosa pensare...mi sto lentamente sgretolando.
Mentre cammino guardo il cielo dove c'è la luna solitaria, per metà coperta, che mi fa compagnia in questa buia notte piena di dolore; l'altra parte di essa invece, si nasconde dietro le scure nuvole per sfuggire all'infamia e all'ingiustizia di questo crudele mondo.
A destarmi dai miei pensieri è il canto delle civette, sollevo lo sguardo, che fino a poco fa guardava il terreno, mi accorgo di essere al piccolo parco del mio quartiere. Mi avvicino per sedermi sulla vecchia panchina arrugginita, passo la mano su di essa e  con la mente ripercorro svariati ricordi. Una volta seduta porto le ginocchia al petto e ci sprofondo la testa. Lacrime amare pregano di essere liberate, e non resistendo più le assecondo, scoppio un'altra volta in un pianto liberatorio.

ZERO POV'

Le foglie cadono, gli animali vanno in letargo e le persone iniziano ad uscire sempre meno a causa del freddo. È fine autunno quasi inverno. In quel parco, in quella panchina c'era lei. Sempre lei, la stessa ragazza che quando era triste andava lì, si sedeva e piangeva. Anche quella volta era lì, piangendo e tremando a causa del vento gelido che portava via con sé il tempo felice e dava spazio, ad alcuni altra  gioia per le feste ormai vicine, ad altri invece...beh, ad altri portava tristezza e malinconia.

Y/N POV'S

Inizio a tremare a causa del vento freddo. Sollevo la testa, mi asciugo un po' delle lacrime rimaste e porto a terra le gambe. Faccio un profondo respiro e guardo il parco leggermente illuminato dai lampioni sparsi qua e là. Mi volto alla mia destra e, seduta sulla panchina vedo una persona incappucciata. Osservo la figura misteriosa senza un minimo di ritegno, quest'ultima si gira verso di me e solo adesso mi accorgo di starla osservando per molto con insistenza, così distolgo subito lo sguardo.

X: "Hai freddo?"

Mi giro verso la voce, e rimango a fissarlo negli occhi, leggermente illuminati dalla luna e dalla luce dei lampioni, senza proferire parola.

X: "Stai tremando"

Continuo a guardarlo negli occhi, occhi in cui mi perdo.
Sono di un colore scuro, tipo...um,tipo un nero pece. Più lo guardavo e più avevo la sensazione di cadere dentro quei pozzi neri.





Lo so faccio schifo. Maaa
YEEE HO AGGIORNATO!!!

Spero che il capito vi piaccia e non faccia schifo.
Proverò davvero ad aggiornare più spesso.

Chiedo perdono per eventuali errori grammaticali.

RED CARPET Where stories live. Discover now