IV

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JOOHEON POV'S

Sto ad ascoltare tutto ciò che dice, non pensavo si sentisse così;
ok certo l'ho trovata piangendo, però...pensavo che avesse litigato con qualche amica o con il fidanzato.
Finisce di parlare, ma continua a piangere. Le vado incontro e l'abbraccio. Si stringe a me, mi chino all'altezza dell'orecchio, data la differenza di altezza, e dolcemente le  sussurro "Io. Io tengo a te. Sai, non prendermi per stalker, ma è da un po che ti vedo nel bar dove lavori, al piccolo market in cui vai spesso. Volevo parlarti, ma non ne ho mai avuto occasione"

Si stacca leggermente da me, mi poggia leani sul petto e mi spinge via da se.

"NO! NON È VERO! LO STAI DICENDO SOLO PERCHÉ MI HAI VISTO PIANGERE E TI HO FATTO PENA!"

Si stringe a sé continuando a piangere. Faccio qualche passo verso di lei
"Non è ve-"   mi tronca sul nascere
"INVECE È COSÌ! Le uniche persone a cui interessava davvero erano i miei genitori e adesso non ci sono più...". Smette di parlare e fissa la luna, passano alcuni secondi e sospirando ricomincia a parlare girandosi verso di me e guardandomi con gli occhi e le guance arrossate e ancora bagnate per il pianto.
"Ah, tanto cosa lo sto dicendo ate, tanto...questa è l'ultima volta che ci vedremo"
"A-aspetta, che vuol dire che è l'ultima volta che ci vedremo?"

Sorride in modo malinconico e se ne va.
È come se fossi bloccato. Cosa faccio, quella frase che ha detto mi fa pensare al peggio.
Forse dovrei seguirla?
Cosa intendeva dire?

Y/N POV'S

Prendo un grosso respiro e decido di andare a casa, anche se fa male. Ormai è notte inoltrata.
Onestamente mi ha fatto piacere parlare con quel Jooheon, la sua voce era così calda e rilassante. L'abbraccio che mi ha dato mi ha un po' calmata. Le parole che mi ha sussurrato all'orecchio mi hanno fatta perdere un battito. Mi dispiace non poterlo rivedere mai più
A distrarmi dai miei pensieri sono dei rumori. Alzo lo sguardo, che fino a poco fa era rivolto all'asfalto. Solo ora mi rendo conto di essere arrivata a casa, vedo delle persone con delle mascherine, guanti e camice bianco. Uno con la cartellina di legno mi ferma.
"Signorina, lei non può stare qui, questa è la scena di un crimine e poi cosa ci fa in giro a quest'ora?! Sa che è pericoloso?!" indurisce la voce per pronunciare le ultime due frasi.

"Io abito qui"

Mi guarda alzando un sopracciglio

"Come scusi?"

Con voce un po' tremante rispondo

"Io abito qui, sono la...figlia della vittima"

"Oh, mi scusi allora e....condoglianze"

"G-grazie" dico quasi in un sussurro e abbassando il capo

"Mi spiace, ma lei non può tornare a casa sua, adesso stiamo esaminando tutta la struttura per poter cercare indizi e iniziare le indagini"

"o-ok, m-ma io come, come faccio?!? I ladri si sono portati via tutto"

Dico sollevando la testa e sempre in un sussurro, l'uomo fissa la cartella e appunta qualcosa.

"Non ha altri parenti o amici da cui andare?"

Scuoto il capo in segno negativo

"N-no, stavo da sola con mia madre, non ho nemmeno is oldi per pagarmi un albergo"

Cerco di sembrare forte e non piangere, ma la mia voce tremolante m'inganna e le mie guance si bagnano. Una mano si poggia sulla mia spalla, alzo lo sguardo e incrocio quello dell'uomo, è triste e dolce allo stesso tempo.

"Non preoccuparti, ti troveremo una sistemazione, per il momento vai a questo indirizzo"

Il signore mi dà un bigliettino, lo guardo e vedo che sopra c'è scritto un indirizzo. Mi asciugo le lacrime, e faccio per andarmene, ma una voce mi blocca

Se riesco aggiorno anche dopo, altrimenti domani
Scusate eventuali errori grammaticali
Spero che vi stia piacendo fin qui
Se volete lasciate una stellina e un commento⭐🦄❣️

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