22: Fidelity Cards e Rainbow Prom Nights

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Per un corpo come quello di Mintha, conservare il calore non era cosa facile. Troppo poco grasso, troppa superficie esposta all'aria. Un corpo del genere non sarebbe stato affatto funzionale nelle zone fredde che, fondamentalmente, gli aveva dato i natali. A volte Mint pensava che sarebbe stato come trasferire una giraffa in Svezia. Subito dopo si rendeva conto che paragonarsi a un camelide leopardato non aiutava granché la sua autostima, così allontanava il pensiero.

In quel momento, tuttavia, Mint si sentiva perfettamente calzare nella similitudine della giraffa in Scandinavia: era così che si sentiva, fisicamente e psicologicamente.

Aveva freddo. Un freddo che le mangiava le viscere, che nasceva direttamente da dentro, impossibile da ignorare. Avrebbe voluto illudersi che si trattasse di uno spiffero proveniente dalla porta chiusa – si trovavano in ogni caso in quello che aveva tutta l'aria di essere uno scantinato – ma la triste verità era che in quel minuscolo, soffocante ufficio c'era un bel tepore.

Il problema era che si sentiva totalmente fuori posto, con la terribile consapevolezza di aver fatto un brutto, madornale errore di valutazione.

Era più che sicura che Galina non avesse voluto metterla in difficoltà, ma forse quella tenera bambina non aveva ben chiaro per chi lavorasse il suo adorato papà russo. Però Mintha sì.

D'altronde, non era la prima volta che aveva a che fare con la mafia russa.

"Che contratto?" si ritrovò a domandare, dopo un silenzio che forse era durato cinque minuti. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla fotografia del brutto ceffo appesa alle spalle della padrona di casa e non riusciva a capire se la traduzione dal russo Impiegato del mese potesse calzare a quell'improbabile cornicetta azzurro carta da zucchero. Era consapevole che al suo fianco si trovava il corpo di Lisa, ma era come un'informazione superflua, poco importante in quel momento.

Aveva ucciso il figlio di un clan mafioso.

Aveva letteralmente sfasciato le tempie del secondogenito di un'importante famiglia criminale di New York.

Ne aveva nascosto il corpo nel cesso fatiscente delle cheerleader della stessa scuola.

Immediatamente si rese conto del perché Aidan fosse scomparso da giorni ma nessuno sembrava aver chiamato la polizia o fatto una denuncia: probabilmente la sua famiglia lo stava cercando per i fatti propri, per evitare di dover coinvolgere la giustizia.

Una giraffa in Svezia? Forse sarebbe stato meglio dire in Siberia.

Lyuba, dietro il suo scrittoio, sospirò. Probabilmente stava incrociando lentamente le dita delle sue mani, come fanno sempre le persone di potere quando devono iniziare un discorso spiacevole nel loro ufficio.

"Non pensavate di certo fosse gratis".

Mintha non aveva pensato assolutamente a nulla quando l'aveva cercata per parlarle. Era semplicemente troppo disperata per farlo presente a sé stessa.

Lyuba arricciò le labbra, mostrando gli incisivi separati dal diastema.

"Non ci avete pensato, vero?"

Mint scosse la testa. Sapeva che Lisa era paralizzata, lì di fianco. Non avrebbe aperto bocca.

"E immagino non abbiate nemmeno la nostra Fidelity Card".

"Avete... una Fidelity Card?"

"Il futuro non si ferma mai, tesoro. Di questi tempi tutti vanno matti per le carte fedeltà. A proposito, non siete interessate a quella della nostra agenzia? Facciamo uno sconto spaziale sulla terza cassa da morto nel giro di sei mesi!"

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