Parte 4

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<<Niente, cosa ti sembra che stia combinando?>>
l'uomo scosse la testa bruscamente, poi riprese:
<<Non importa, ne parliamo dopo. Sali in macchina.>>
disse indicando un'auto al suo fianco, alla quale non avevo fatto nemmeno caso. Namjoon, mi guardò, poi riportò lo sguardo su di lui:
<<Arrivo...>>
l'uomo sbuffò, poi tornò all'interno dell'auto. Nam si voltò completamente nella mia direzione:
<<Perdonami, devo scappare.>> io mi strinsi nella felpa e annuì:
<<Va pure, sta tranquillo.>> lui riprese a parlare:
<<È stato un piacere Y/n. Scrivimi quando arrivi a casa. Ti accompagnerei volentieri, ma...>>
non lo feci finire:
<<Va tutto bene non abito lontano. Grazie mille, ti scriverò non appena arrivo.>>
Namjoon mi sorrise mettendo una mano sulla mia guancia:
<<Grazie a te per il libro, mi sdebiterò presto. Ci sentiamo Y/n.>>

Detto questo, tirò velocemente giù la mascherina e non lasciandola nemmeno un secondo, mi diede un bacio veloce sulla guancia. Mi mostrò un'ultima volta le sue bellissime fossette, poi la sollevò frettolosamente, dando un'altra occhiata intorno a noi e allontanandosi definitivamente da me, salì in macchina con l'uomo di poco prima e andò via. Rimasi immobile a guardare la macchina scomparire definitivamente, poi alzai nuovamente la felpa fin soppra il naso e tornai a casa. Arrivai in poco tempo, chiusi la porta del mio appartamento alle mie palle e tolsi la felpa tirandola da qualche parte. Aprii la borsa, recuperai il telefono e il libro e tornai sul divano.

Guardai la copertina e lessi nuovamente il titolo, poi pensai a Namjoon e a quanto successo poco prima, allora osservai il cellulare, lo rigirai più volte tra le mani e poi lo sbloccai. Entrai su WeChat, cercai il contatto di Namjoon e non appena lo trovai aprii la sua foto e la osservai attentamente. Mostrava lui al fianco di un altro ragazzo, anche questo molto bello con i capelli di un biondo tinto, ma che gli stavano perfettamente bene, con un sorriso quadrato magnifico ma mai quanto quello di Nam. Anche nella foto le sue fossette risultavano alla perfezione e d'istinto mi fece sorridere. Aprii la chat e digitai:
<<Sono appena arrivata a casa.>>
inviai il messaggio e rimasi in attesa di una sua risposta.

NAMJOON'S POV

Mi trovavo ancora in auto nell'attesa di arrivare a casa, quando fui attirato dalla vibrazione del mio cellulare. Lo afferrai con il batticuore e vidi la notifica di un messaggio, subito l'aprii. La chat di Y/n mi comparve rapidamente, così lessi il messaggio che mi avvisava del suo ritorno a casa. Tirai un sospiro e risposi:
<<Bene, sono felice che tu sia arrivata sana e salva. Adesso vado, non esitare a scrivermi per qualsiasi cosa. A presto.>>
digitai velocemente, guardai la sua foto e l'aprii. Era veramente bella, i suoi capelli lunghi e lisci di un colore magnifico, mostravano diverse sfumature a causa dei raggi del sole che li accarezzavano e i suoi occhi così luminosi mi sorridevano teneramente.

Scossi il capo e chiusi la foto, leggendo la risposta che mi aveva appena dato:
<<Grazie Namie, lo farò, a presto e buona giornata>>
scrisse quelle parole per poi andare offline. Chiusi la chat, bloccai il telefono e poggiando la testa al sedile, sbuffai sonoramente. La mia attenzione venne attirata da Sekjin, il mio manager, che chiese:
<<Chi è?>>
lo guardai, poi risposi:
<<Nessuno.>>
ritornando a guardare la strada. Di nuovo lui parlò:
<<Posso sapere chi era la ragazza di poco fa?>>
riportai l'attenzione su di lui, voltando il capo velocemente:
<<Che cos'è un'interrogatorio?>>

Lui mi guardò velocemente e ripuntando poi lo sguardo sulla strada, disse:
<<Namjoon, sai benissimo la situazione. Non puoi rischiare così tanto di parlare con delle fans, è pericoloso. I paparazzi possono essere ovunque.>>
tolsi la mascherina e la rigirai tra le mani:
<<Lei non sa chi sono...>>
Sekjin non si voltò ma riuscì a vedere la sua espressione perplessa:
<<Cosa? Che vuol dire?>>
continuai:
<<Non sa che faccio parte dei BTS, non sa di RM, non sa nulla. Non è stata lei a fermarmi, né a cominciare un discorso e successo tutto per caso. Ci siamo scontrati, letteralmente. Si è fatta anche male ma cercava di non farlo capire. Mi sono presentato io>>
la sua bocca questa volta si aprì:
<<E... come ti sei presentato?>> roteai gli occhi:
<<Con il mio nome vero naturalmente, come avrei dovuto presentarmi?>> un'altra domanda arrivò:
<<Namjoon, sei serio? E se lo scoprisse? Dovevi cercare di starle alla larga. La cosa positiva è che non vi vedrete più.>>

Strinsi la mascherina in un pugno, poi parlai:
<<Le ho dato il mio numero...>>
dissi quasi sussurrando. Lui frenò bruscamente, stordito a quella affermazione:
<<Che stai dicendo, Namjoon? Ma ti sei impazzito? Le hai dato il numero? Cazzo, non puoi fare come ti pare, hai...>>
lo interruppi:
<<Non ho potuto farne a meno. Cazzo a causa della mia fama ho cominciato a comportarmi in modo sospettoso, mi sono reso conto di aver abbassato la mascherina, anche se per poco e ho cominciato a comportarmi da pazzo. Mi guardavo intorno di continuo. Lei ha capito che qualcosa non andava, ho dovuto inventare una bugia, le ho detto di essermi reso conto di aver dimenticato il portafogli e quindi avrei rinunciato al mio libro, ha insistito e me lo ha comprato lei. Cazzo, sono così stupido, insomma i soldi li avevo con me e le ho permerso di comprare anche il mio libro. Le ho dato il mio numero perché le ho detto di volermi sdebitare...>>

Sekjin ascoltò il mio lungo monologo, poi chiese:
<<E in che modo vorresti sdebitarti?>> aspettai qualche secondo prima di rispondergli osservando le mie mani che ripresero a torturare la mascherina:
<<Le ho detto che... l'avrei invitata ad uscire.>>
non mi ero nemmeno reso conto di essere arrivato a casa e che Sekjin avesse posteggiato e in quel momento mi stava fissando:
<<Tu sei matto! Namjoon, sei matto!! Ma ti rendi conto in che cazzo di guaio ti stai infilando? Lo sai che non puoi avere relazioni al momento. Hai firmato un contratto, cazzo. Namjoon sei il leader dei BTS, se il primo tu non dai l'esempio giusto, gli altri che cosa faranno? Porca troia sai cosa significa responsabilità?>>
ero cosi nervoso da non rendemi conto di aver stretto forte entrambi i pugni.

Non contenni più la rabbia e cominciai a gridare:
<<BASTA URLARMI CONTRO CAZZO! NON SONO UN RAGAZZINO! QUEL CAZZO DI CONTRATTO MI IMPEDISCE SOLAMENTE DI VIVERE DELLE NORMALI RELAZIONI. LEI È STATA COSÌ GENTILE CON ME, MI HA FATTO SENTIRE SPENSIERATO COME NON LO SONO DA ANNI ORMAI. MI HA FATTO SENTIREI NORMALE E L'UNICA COSA CHE TI IMPORTA È DEL CONTRATTO? CAZZO, È UNA RAGAZZA SPECIALE E IO NON HO NEMMENO POTUTO PARLARLE NORMALMENTE A CAUSA DI QUESTA STUPIDA MASCHERINA DEL CAZZO!>>
dissi tutto d'un fiato lanciando la mascherina sul cruscotto. Cercai di calmarmi, ma non ci riuscì facilmente, avevo il cuore impazzito, la gola che bruciava a causa delle urla e le guance bollenti.

Un incontro inaspettato Where stories live. Discover now