11. il verme ritorna nella mela

326 29 4
                                    

Sono buttata sul letto da più di venti minuti da quando è suonata la sveglia e tutto quello che riesco a fare è sorridere come una scema e scuotere la testa per cercare di capire se è tutto vero oppure no.
Porto un dito sulle labbra ripensando al giorno precedente. Non è la prima volta che bacio qualcuno, ma non penso di essermi mai sentita così felice. Mi rotolo sul letto, tra il piumino, finendo per ritrovarmi ad essere un burrito umano, ma non importa, sono troppo felice per farmi infastidire da qualunque cosa. <Serena! Sei pronta? Tra poco arriva> la voce di papà mi riporta alla realtà, facendomi smettere di sorridere immediatamente. Sono stata troppo presa dall'euforia per pensare a quello che mi è stato detto ieri. Da oggi in poi, di mattina verrà a prendermi la mia guardia del corpo, un agente speciale come Simon che mi accompagnerà a scuola e mi riporterà a casa finite le lezioni. Non potrò neanche andare dal nonno, o almeno così mi ha consigliato di fare Simon. Mi vesto velocemente, mettendo i primi jeans e felpa che mi capitano sotto al naso e filo dritta giù in cucina dove mamma e papà mi stanno aspettando con una bella tazza di caffè fumante fra le mani. 

<ecco quello di cui ho proprio bisogno!> esclamo afferrando la caraffa di caffè per versarla nella mia tazza. <ferma lì Serena Rose. Già sei iperattiva di tuo, se bevi il caffè il professore Frederick verrà a casa nostra con un fucile ne sono sicura> mamma mi prende la caraffa dalle mani riportandola dove era prima. < esagerata>  <io esagerata? Ti ricordo che per colpa del tuo atteggiamento sei in punizione fino alla fine dell'anno scolastico, non voglio immaginare cosa succederebbe se diventassi ancora più scalmanata> lancio uno sguardo a papà che se la ride sotto ai baffi. < Arthur Jackson, tu sei uguale a lei, ti salva solo il fatto che sei un adulto> lo rimprovera mamma e sia io che lui scoppiamo a ridere, anche perchè non sa che io lo bevo di nascosto a scuola. In quel momento, suona il campanello, facendo ritornare tutti seri. L'umore è calato di colpo a tutti ricordandoci cosa sta succedendo nella nostra vita. Papà va ad aprire e io non sono molto entusiasta di incontrare questa mia guardia del corpo. Appena entra nella stanza però rimango a bocca aperta scoprendo chi sia questa persona : Theo.
< buongiorno, spero di non aver interrotto la vostra colazione> si toglie il cappellino di lana scompigliandosi i capelli. Ho la bocca spalancata non sapendo cosa dire.
< tu? Cioè.. tu sei?>
<piacere di conoscervi, sono l'agente numero 10, Theo McCall> porge la mano ai miei e in seguito a me che la stringo sempre senza riuscire a spiccicare parola e dire che è raro che succeda.
Mi fa l'occhiolino e poi torna serio verso i miei genitori. < io porterò a scuola Serena e la riporterò a casa, nel frattempo la terrò sempre d'occhio, non permetterò che nessuno si avvicini a lei, potete fidarvi di me e state certi che non le succederà nulla. Ora se volete scusarci, è meglio se ci avviamo.>
< Serena, stai attenta e ascolta ciò che ti dice l'agente. Promettimi che non farai di testa tua come al solito> mi ordina mamma che mi guarda seria tenendo a mezz'aria la tazza di caffè.
< lo prometto> ho le dita incrociate in tasca? Forse. Scapperò da Hunter appena ne avrò la possibilità? Probabilmente. Finirò per essere uccisa? Al 50% si, ma se così non fosse non sarei io.
Li saluto e ci avviamo verso l'uscio. Quando apro la porta, immediatamente Theo porta una mano davanti a me bloccandomi e controllando prima che non ci sia nessuno intorno a noi. La cosa sta diventando troppo inquietante, cioè so che è una cosa seria e stiamo rischiando grosso, ma sono come quelle cose che non credi che possano capitare a te e non sembrano neanche reali. Mi sembra di essere entrata in un telefilm. Ci dirigiamo verso la sua auto, un fuoristrada spettacolare con finestrini oscurati. Wow. Io non mi intendo di macchine, ma questa è davvero meravigliosa.
< forza sali> mi incita lui salendo a sua volta.
< ma non si faranno domande a scuola? Fino a ieri guidavi una macchina normalissima> osservo tutto l'interno ammirando i sedili in pelle beige e i comandi moderni davanti a me.
< dirò che è stato un regalo da parte di mio padre, sai lui è uno dei cacciatori più rinomati da queste parti. Le sue prede vengono richieste da ogni parte dello stato grazie a come le mantiene in buone condizioni>
< davvero?> chiedo incredula.
< no. Anche lui è un agente come me...ma io non avrei dovuto dirtelo..dimentica tutto> scuote la testa per rimproverarsi da solo e io scoppio a ridere.
< sei sicuro di essere un agente?> lo prendo in giro asciugandomi le lacrime agli occhi guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua.
< ritieniti fortunata che ci sono io, altrimenti ti sarebbe toccato un adulto e direi che andare in giro per il paese e la scuola con una balia alle calcagna non ti farebbe fare una bella figura>
< già probabilmente no..ma, ci sono altri agenti infiltrati nella scuola?>
Vedo Theo che sta per aprire bocca, ma la richiude immediatamente.
< non posso darti certe informazioni>
< ma non lo dico a nessuno dai!>
< se te lo dicessi non riusciresti più a comportarti normalmente intorno a loro>
< ah-ah! Quindi ci sono e anche più di uno!>
< cosa?! No aspetta!> scoppio a ridere ancora di più quando vedo le sue guance andare completamente in fiamme per l'imbarazzo.
< sei proprio sicuro di essere un agente?> lo punzecchio ancora mentre finalmente entriamo nel parcheggio della scuola.
< è il mio primo lavoro questo> ammette con voce bassa.
< io? Wow che onore!>
< già! Perciò non rendermi le cose complicate che come hai potuto ben vedere ce la faccio benissimo da solo> scoppio di nuovo a ridere, ma questa volta anche lui con me. Ci divertiremo insieme, anche se in questa brutta situazione.

Something goodWhere stories live. Discover now