14. il mio posto preferito

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Non sono ben sicura di come sia riuscita a dormire stanotte, tra quello che ha rivelato la mamma, Bonnie che è arrabbiata con me perché non crede alle scuse che le rifilo e ci credo visto che non è neanche una mezza verità e Joey che non sa da che parte stare, per non parlare di cosa ha detto quello che credevo fosse Simon, ora Otto sul fatto che ci sono delle spie tra delle spie.
Guardo fuori dalla finestra di camera mia, il cielo è grigio, forse riprenderà a piovere. Osservo la mia stanza, il riflesso della mia infanzia, delle mie passioni. Oltre agli scaffali pieni di cassette, cd e action figure, il muro è tappezzato di fotografie e poster di paesaggi in giro per il mondo. A dire la verità li ho appesi stamattina appena sveglia, quando mi sono ricordata di non poter uscire nemmeno per una breve passeggiata nel vicinato. Ho preso vecchie riviste pronte per essere buttate e ho ritagliato qualsiasi immagine che raffigurava ciò che c'è al di fuori della nostra piccola realtà.
La cosa peggiore è che oggi è sabato, non c'è scuola e quindi sono costretta a rimanere rinchiusa in casa.
È da un po' che non mi sentivo così giù, nonostante tutto quello che sta succedendo ultimamente. Non posso dire che sia la cosa peggiore, ma non so neanche come spiegare la sensazione che avverto quando penso al fatto che non posso varcare la soglia di casa neanche per andare in giardino perdendomi tutto il mondo là fuori. Il nonno sarà preoccupato, lo sappiamo tutti che la scusa che gli ho rifilato non è nemmeno un po' credibile; quando gli ho detto che non avevo tempo per nient'altro che non fosse la scuola per tirare su la media è stato scettico fin da subito e non posso biasimarlo; ho sempre trovato il tempo per andare da lui, anche quando ho rischiato di essere bocciata in un paio di materie.

Credo che mentire sia la cosa che non sopporto di più dopo il non poter uscire, ma se  quest'ultimo posso benissimo sopportarlo, il fatto di dire continuamente bugie alle persone alle quali voglio bene mi fa star male.

Mi alzo dal letto, scostando il piumino e aprendo le finestre per far arieggiare la stanza. Scendo in cucina senza cambiarmi, decidendo di rimanere in pigiama tutto il giorno. Seduto al tavolo, con una tazza enorme di caffè in mano e una rivista di scienze nell'altra c'è mio padre che cerca di svegliarsi, ma con scarsi risultati.

<buongiorno> esclamo cercando di mantenere un tono allegro. Il papà alza gli occhi dalle pagine che stava leggendo facendomi un sorriso, gli occhiali che gli ricadono sul naso leggermente aquilino.

<caffè?> mi domanda, versandone un po' nella mia tazza già posizionata davanti alla mia sedia, ancor prima di aver annuito. <Qualcosa di nuovo?> domando indicando la rivista con il mento. Lui scuote la testa lanciando poi il giornalino nel portariviste posto in un angolo della cucina. Gli sono sempre piaciute le materie scientifiche ed è per questo che si è laureato in biotecnologie, ma alla fine ha deciso di lavorare come insegnante di scienze alle elementari del paese. A detta sua è perchè ama i bambini e vuole farli appassionare già da piccoli, ma secondo me e mamma il vero motivo è il fatto che sia  troppo buono e non riuscirebbe a non farsi mettere i piedi in testa dagli altri per non rischiare di litigare. In effetti è un talento sprecato perché quando parla di questo genere di cose si vede quanto ne sia appassionato ed esperto, ma in fondo è felice così. <sai a che ora torna la mamma?> domando, mordendo una fetta di pane tostato con il burro. La mamma è andata in ufficio per sbrigare le ultime pratiche prima di lunedì, il giorno in cui si terrà l'udienza. È tutto in forma privata quindi nessuno potrà assistervi, ma mamma dice che se il ragazzino vincerà, e ci sono grandi probabilità che questo accada, Paul McKenna avrà finalmente quello che si merita e i suoi crimini saranno rivelati a tutto il mondo.

<credo nel pomeriggio, sai com'è meticolosa, vorrà organizzare tutto nei minimi dettagli> prende un sorso del suo caffè e poi pulendosi gli occhiali nella camicia da notte sospira.

<dopo che ha scoperto il ritorno di quell'essere spregevole non è riuscita nemmeno a chiudere occhio>

<sarebbe stato meglio se glielo avessi detto stamattina> era così felice ieri sera che ho pensato che se glielo avessi detto non si sarebbe innervosita molto e invece è stato  peggio di quel che immaginavo perché neanche lei si aspettava che tornasse a casa sua, o almeno non così presto.

Something goodWhere stories live. Discover now