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Taehyung aveva ripreso il suo bel walkman per avere una degna compagnia nel tragitto verso casa di Hoseok, dal momento che la distanza non era poco. Ma alla fine a lui piaceva camminare, nonostante fosse considerato uno sfaticato da molte persone a lui vicine, ed era pure così per certi versi. Ma le situazioni qui cambiavano. Se uno se ne stava sempre seduto sugli spalti con qualche snack in mano a vedete i propri compagni sudare in una partita a pallavolo, beh non era detto che lui doveva essere un nullafacente. Poi, se un suo amico lo sfidava al "chi arriva prima a casa", lui nemmeno ci provava a correre, perché sapeva di aver perso già dal principio, e che sarebbe stato inutile macchiare di sudore le sue bellissime camicie dalle fantasie tanto particolari. Ma, di nuovo, non era vero che lui era un pigrone, anche perché se lo ricordava bene come aveva corso da dannato per ottenere il posto più vicino al palco su cui si sarebbe dovuta esibire Madonna. Sì, lo stesso concerto dove lui si era fatto firmare i pantaloni. Quelli che stavano sullo specchio.
Diciamo che lui era atletico quando gli pareva.

Ma a camminare lui era un campione veramente. Se aveva il walkman in tasca e due belle cuffie comode, lui poteva percorrere interi isolati senza interruzioni, stando nella sua bolla di pensieri. Lui era uno che pensava tanto. Anche in modo esagerato.
In quel momento infatti stava pensando a come le sue gambe non fossero poi così muscolose, nonostante tutti i chilometri percorsi al giorno. Più che gambe sembravano serpenti di gomma. Un po' ci stava male, perché a lui piacevano da matti le gambe di tutte le persone. Un tipo non era affascinante se non aveva principalmente le gambe fatte bene. Lui giudicava e giudicava, ma alla fine lui manco ce le aveva di tutto questo splendore. Ci pensava spesso a cosa si potesse provare ad avere delle cosce ben muscolose e toniche. Magari sedendosi sulle sedie non si sarebbero spiaccicate come gelatine.

Le sue di gambe invece erano come quelle delle donne, o dei ragazzini in età di preadolescenza. E non era giusto da un certo punto di vista. Ma da un altro verso, non erano tanto male. Perché erano lisce e morbide. E ai ragazzi piacevano le gambe lisce e morbide, vero? Infatti Taehyung, durante l'estate, le sfoggiava sempre, quando poteva. E spesso si ritrovava con qualche occhiata di non dispiacere addosso.

Il filo del discorso nella sua mente passò poi alla figura di Jungkook. Merda, le sue gambe erano molto probabile un dono da qualche entità divina. Perché non era possibile che se le era costruite da solo, quelle cosce. Non era proprio possibile. Non stava né in cielo né in terra che quel ragazzo sembrasse tanto scolpito nel marmo. Lui le aveva osservate tanto le sue gambe e ogni tanto si ritrovava pure a stare a bocca schiusa per quanto sembrassero fatte bene. Però Jungkook, alla fine, era tutto fatto bene. Dalle punte dei piedi all'ultima ciocca di capelli. Di difetti non ne aveva incontrati- nell'aspetto esteriore, almeno, ché nel carattere ce ne erano a volontà- e, oltre che desiderarlo per sé, ogni tanto lo invidiava anche.

E con tutto quel vociare di pensieri manco si era accorto di aver ormai passato casa di Hoseok, quindi dovette fare retromarcia coi piedi e incamminarsi nella via opposta. Avvicinandosi verso l'abitazione si chiese cosa potesse avere in mente quel rosso, se veramente uno scherzo a Jungkook o in realtà una trappola per lui. Poi con le nocche a mezz'aria, di fronte al portone d'entrata, indugió con leggera fifa. Perché c'era il rischio che il leader, vedendolo altrettanto in quella casa, si incazzasse prendendo a dargli pugni. Okay forse le botte non gliele dava, ma che si sarebbe incazzato era una sicurezza.

Con qualche boccata d'aria teatrale, bussò alla porta tre volte, ricevendo un istantaneo - É aperto! - quasi come stessero accaniti dietro la parete ad aspettarlo. Pigiando il bottone di spegnimento del walkman rosso, si fece spazio nella casa. Ma subito gli balzò in mente l'idea di girare i tacchi e tornarsene da dove era venuto, facendo finta di nulla.
Prima vide Hoseok senza maglia che sudava e puzzava come un caprone- la stanza ne era impregnata di quell'odoraccio- e si chiede come potesse stare così esposto con quel cazzo di gelo, e i capelli bagnati. Poi però abbassando gli occhi aveva visto Jungkook, con le spalle in agitazione sotto le mani inguantate del bassista. Il più piccolo era talmente rosso in viso che pareva un semaforo appena scattato, - Non farlo entrare in casa, cazzo non lo vogl- si interruppe dal gridare come una iena quando lo vide. Forse il rossore che gli tingeva buffamente la faccia era dovuto a evidente ira.

Davanti a quella mandibola contratta e gli occhi neri, Taehyung si sentiva intimidito e indietreggiò di qualche passo, - Se devo, torno a casa - , - Non ti azzardare! - Hoseok urlò come terrorizzato dall'idea di poter far scappare via il viola, poi passò una mano tra quei capelli mori sotto di lui, scompigliandogli le ciocche.
Lo vide prendere tutte scatolette diverse, qualche ciotola e due pennelli poveracci. Poi con uno straccio macchiato preso al volo dalla cucina, si tamponó le ascelle e il collo un paio di volte, sgranocchiando nel frattempo qualche nocciolina pescata dal recipiente sul tavolo lì vicino.
Chissà perché lo aveva invitato là se non avrebbe dovuto fare nulla sennonché guardarli dal divano e starsene con le mani in mano.

Abbracciò poi Jungkook da dietro, spiazzando completamente il viola che si aspettava sicuramente di vedere Hoseok col naso sanguinante a terra e, minimo, anche con un braccio rotto. Invece, lo lasciò fare con una smorfia di rinuncia.
Quello che Taehyung non sapeva era che in realtà glielo lasciava sempre fare, non si traeva mai sotto le sue calde strette. E la cosa particolare era che solo a lui era concesso. Nemmeno Yoongi poteva. E nessuno ne conosceva il motivo, manco il bambinone stesso. Forse era solo quella sua gentile aura e modo di fare, cui nemmeno Kook poteva dir di no.

Quindi gli strinse le spalle e fece l'occhiolino al viola, - Devi aiutarmi a tingere i capelli a questo bimbo qui -.

you're in the band - kookvWhere stories live. Discover now