Capitolo 34

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Mi fermai prima in un locale, mi sistemai e bevvi due bicchierini, ne avevo bisogno, eccome se ne avevo bisogno.
Presi un altro taxi e mi fermai al locale dove avevamo appuntamento.
A quell'ora a New York c'era un via vai di gente e turisti come se fosse giorno.
Scesi in fretta ed entrai, gli vidi in lontananza.
Deglutì, lo stavo davvero facendo ? Lo pensavo davvero ?
Ashley aveva la roba del lavoro, aveva fatto un salto solo per potermi salutare non appena aveva staccato.
Steven aveva il braccio penzolante sullo schienale della sedia e con l'altro faceva girare il bicchiere del liquore sul bancone. Assieme a loro c'era Cameron, il ragazzo che lavorava con me e Ashley al locale.
Avevo chiamato Steven non appena uscita dalla stanza di Melik, poggiata sulla porta sospirai profondamente prima di capire che volevo realmente farlo.
< ciao > dissi sedendomi su uno sgabello al fianco di Steven che mi sorrise lievemente.
Abbracciai Cameron nel tentativo di salutarlo dopo tanto tempo ma Ashley mi afferró da dietro stringendomi in un abbraccio caloroso ma in fondo ci eravamo viste meno di ventiquattro ore prima.
Era stanca morta e pur volendo non riuscì ad intrattenersi molto , un turno non programmato dopo un viaggio di ritorno.
Cameron sfiló le chiavi dell'auto dalla tasca affrendosi di accompagnarla.

< ti scrivo, non dimenticarti di me > si avvicinò al mio orecchio < qualsiasi tipo di dettaglio tu abbia voglio conoscerlo > mi sussuró prima di uscire dal locale guardando di buon occhio il ragazzo che l'avrebbe accompagnata.
Risi rivolgendomi a Steven che nel frattempo era al suo secondo bicchiere mentre era avvolto dal suo più totale silenzio.
< a cosa devo questa tua chiamata ? > mi chiese bevendo l'ultimo sorso.
< penso di non essermi scusata con te o meglio non nel modo giusto > sospirai < non ci sono giustificazioni per quello che è successo e solo che Ethan è molto impulsivo > mi girai verso il bancone per poi ricominciare a guardarlo < ma non sono qui per parlare di lui. Sono qui perché ho colto l'occasione per farlo, per scusarmi >
Annuii < e perché sei qui a New York ? >
Sentii le mani sudarmi < be vedi avevo delle faccende da sistemare e poi.. >
Steven guardò il ragazzo dietro il bancone, lo chiamó ignorandomi quasi del tutto < ti ho pensato molto> lo stavo davvero facendo < sono corsa da Ethan la scorsa sera ma una volta li non facevo altro che pensare a te > mi alzai di scatto < forse non sarei dovuta neanche venire a cercarti, capisco che tu..> mi afferró il braccio, il suo sguardo era rivolto dall'altra parte mentre ordinava nuovamente da bere al ragazzo che finalmente si era avvicinato < ne vuoi uno anche tu ? > mi chiese.
< si grazie > mi sedetti nuovamente.
<Courtney > rivolese finalmente l'attenzione verso di me < penso siano chiare le mie intenzioni con te, che sia scontato che tu mi piaccia >
Annuii < lo so >
I due bicchieri furono poggiati davanti a noi, lo guardai negli occhi prima di bere in un sorso il mio .
Rise afferrando il suo.
< che facciamo ? > gli chiesi
< che vuoi fare sentiamo >.
Alzai gli occhi al cielo < non c'è una festa, un qualcosa? Ho bisogno di bere e non pensare a nulla >
Finì il suo bicchiere e avvicinò la carta al cassiere.
Mi prese la mano e assieme uscimmó da quel bar.
Arrivammo davanti una casa illuminata all'interno, Steven mi prese per mano ed entrammo furtivamente facendoci largo tra i ragazzi che fumavano vicino l'entrata.
< Aspettami qui > gli afferrai la manica della giacca mentre si allontanava < tu li conosci ? >
< no, penso siano dei ragazzi del college > si guardò attorno < forse troveremo qualcuno > si allontanò lasciandomi li.
Incrociai le braccia al petto quando sentì il cellulare vibrarmi in borsa.
Era Ethan.
Rifiutai la chiamata.
Iniziai a gironzolare tra la folla ubriaca.
Risi guardandoli ballare in modo del tutto scordinsto ammassati in un angolo quando attorno a loro c'era spazio.
Salii su per le scale e percepì nuovamente la vibrazione del cellulare.
Respirai profondamente, non dovevo rispondere.
Vidi Steven venire nella mia direzione con due bicchieri in mano.
< grazie > gli dissi sorridendoli e prendendo il mio.
Il cellulare riprese a squillare < scusami un attimo > mi girai rispondendo al cellulare < che c'è ? >
< mi dici dove sei ? > alzai gli occhi al cielo
< continua a dormire >
Sentì una voce che non era la sua < mi devi dire dove sei Courtney, quella che cos'è? musica ? >
< Melik, lasciatemi in pace per favore. Sono libera di fare quello che voglio >
Senti Ethan sbuffare < parlaci tu, facesse che cazzo vuole me ne torno a dormire >
< Courtney io sono preoccupato per te ed Ethan è incazzato nero >
Mi allontanai leggermente da Steven < non sembra proprio >
Melik farfuglió qualcosa nervoso < e non pensi sia meglio così, io avrei paura altrimenti >
< riattacco> e così feci avvicinandomi nuovamente a Steven.
< che succede, amici gelosi? >
Mi avvicinai a lui guardando il punto dove tutti erano intenti a ballare o meglio a cercare di farlo < mi piace questa> gli affarai la mano < balliamo >
Mi attiró a se < io avrei in mente qualcos'altro >
< del tipo ? > gli dissi mettendoli le braccia attorno al collo e guardandolo negli occhi.
Aveva un bellissimo colore degli occhi.
Mi prese per meno facendosi largo tra la folla che occupava le scale continuando a salire, ma non appena sopra una ragazza dai lunghi capelli rossi per poco non cadde finenedo su Steven che lasciò la mia mano per sollevarla.
Savannah.
Alzó lo sguardo su di me e poi su di lui con un bicchiere ormai vuoto ancora in mano.
< ciao Courtney > disse avvicinando il bicchiere alle labbra
< penso tu posso gettare quel bicchiere, orami é finito tutto per terra > le dissi.
Si sistemò togliendosi dalla presa di Steven.
Guardò il bicchiere e lo lanció alle sue spalle.
< non penso tu sia molto sobria >
Si posò alla parete con una spalla < mi fanno malissimo i piedi, penso debba togliere le scarpe , oppure no, si mi siedo qui > farfuglio nel tentativo di sedersi con le spalle alla parete.
Steven la afferró < no non mi sembra il caso >
Mi avvicinai a Savannah < ma tu non mi avevi detto che andavi a dormire ? >
Fece il broncio giardandando me e poi Steven < anche tu mi avevi dato la buonanotte e invece sei qui con questo bel fusto >
Steven trattenne una risata con una faccia al quanto compiaciuta.
Non ci potevo credere.
Le afferrai un braccio che misi sulla spalla.
< avanti scendiamo >
Gettó la testa all'indietro per poi di scatto iniziare a saltellare lontano da noi < andiamo a bere su su > ci incitò < la notte è giovane >
Guardai Steven alzare le spalle < penso abbia ragione >
Annuii < lo penso anch'io >.

Secret Memories ( Secret Silence 2)Where stories live. Discover now