Capitolo 11:Richie

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Entrai nella stanza, ed Eddie era steso su quel letto d'ospedale.
Fanculo, mi misi a piangere, anche se in silenzio.
Eddie stavolta non mi avrebbe risposto.
era intubato e aveva ik battito cardiaco che corrispondeva a 60 battiti al minuto.
il minimo.
mi avevano detto che non avrei potuto baciarlo o toccarlo, anche se potevo dargli la mano.
decisi di rimanere a guardarlo per un po.
Volevo vedere i suoi occhi, mi mancava il suo sguardo da cerbiatto.
Aveva una faccia biancastra, come le mattonelle del pavimento sotto ai miei piedi.
Di fianco ad Eddie c'erano varie cose, ed una mi attirò in modo particolare:il mio diario.
si era portato con se il mio diario e non lo aveva lasciato.
di fianco a quest'ultimo, c'era una lettera.
C'era scritto:"Per Eddie"
era gia aperta, l'aveva gia letta.
Dentro c'era un foglio con dei soldi.
"Da zia:per te. Per il tuo compleanno io non ci sarò, quindi ti do questi soldi come regalo. Auguri Eddie."
I soldi però non c'erano.
Tra i vari scarabocchi e tra i tra i tanti fogli, c'era una cartella.
dentro c'era altra robaccia.
Avrei voluto dirgli qualcosa, ma non avevo il coraggio di pronunciare una parola.
il sole era alto:era mezzogiorno.
Non c'era nessuno a casa mia, e io nom volevo tornare.
Rimasi attaccato ad Eddie senza dire una parole fino alle tre del pomeriggio.
I medici erano sorpresi dal mio comportamento,infatti per chiedermi di uscire ci misero un bel po' di tempo, evidentemente imbarazzati dal fatto che, forse, io fossi il ragazzo di Eddie.
Uscì e tornai a casa mia.
Davanti casa c'erano tre bici.
Bill, Stan e Beverly erano davanti il portone di casa mia.
-Tozier- disse la ragazza.
-che ci fate qua voi tre?-
-dove cazzo è Eddie?-
-ragazzi ma perché me lo state chiedendo-
-perché tu sei l'ultima persona che lo ha visto a quanto pare-
continuò la ragazza.
-sarà pure, ma a te cosa importa?-
-Non puoi sempre rinfacciarmelo, Tozier-
Beverly era arrabbiata, perché mi chiamava con il mio cognome,ed era arrabbiata perché le stavo rinfacciando che lei ed Eddie, prima delle vacanze, avevano litigato, e in modo molto pesante.
Le rinfacciavo questo quando se la prendeva con me.
Eddie non avrebbe voluto che i suoi amici sapessero che lui stesse male, ma ormai era troppo tardi. La discussione tra me e Beverly continuò sempre nel nostro cortile.
-fanculo Tozier!-
-no, fanculo a te-
-ragazzi andiamo- disse Beverly agli altri due.
i due si guardarno e fecero cenno di no.
-ragazzi...-
e lei spostò lo sguardo su di me.
avevo gli occhi colmi di lacrime.
-Bev, voglio che tu scompaia-
non avrei mai voluto piangere davanti a lei.
-ma, scusa ora dovrebbe essere colpa mia?-
-Vattene bev-
-senti Richie, lo so che sei innamorato di Eddie e si vede, quindi per favore smetti di fare il coglione e raccontaci cosa è succeso-
e poi mi abbracciò.
andammo nel mio salotto e gli raccontai della sera in cui lui aveva avuto un attacco.
Beverly rideva.
-cosa cazzo ridi? -
-beh vederti piangere è divertente, Tozier-
-bene puttana-
lei odiava a morte la parola "puttana".
le scomparve il sorriso, smise di ridere e abbassò lo sguardo.
-ora è in ospedale-conclusi.
Bill e Stan non avevano commentato e nemmeno bev.
-b b beh potremmo v v visitarlo n n non credete?-
-si infatti, andiamo-
-ragazzi, no. non ve lo fanno vedere-
-e tu che ne sai?-
abbassai lo sguardo.
Beverly aveva capito.
-va bene ragazzi ma magari meglio un altro giorno, ora è tardi, perché non andiamo alla cava? -
-Richie tu vieni? -
-no. penso che farò un giro in bici-
-vuoi che veniamo anche noi?-
-no, voglio stare da solo e pensare-
-va bene. a domani Richie-
li salutai e chiusi la porta.
Era buio fuori, e decisi di andare all'ospedale da Eddie.
i medici sembravano contenti.
-ehi ragazzo! -
mi disse il medico
-non sei più venuto nel mio studio-
-scusi, mi sono dimenticato-
-va bene, vieni ora-
e andammo nel suo studio.
-allora, Richie giusto?-
-come fa a sapere il mio nome? -
-me lo ha detto Eddie circa 5 minuti fa-
corsi verso la porta, ma era chiusa a chiave.
-eh ragazzo, sapevo che lo avresti fatto. torna qua-
e mi risedetti.
-cosa vuole da me?-
-niente, volevo parlare-
-scusi ma c'è Eddie di la che ha bisogno di me-
-ora è in compagnia dei nostri medici-
fece una pausa.
-ora dovresti solo dirmi se tu ed Eddie avete avuto dei...rapporti sessuali. -
-come scusi?-
-rapporti sessuali,avete fatto sesso?!-
-beh si una volta-
-e come stava Eddie dopo-
-in che senso? era felice ed era soddisfatto, anche se stanco ed aveva un respiro un po affannoso.-
-va bene, allora ricorda a Eddie che dovrà prendersi le medicine, o tanto vale che non facciate più sesso e che non si emozioni troppo. In queste situazioni il fiato e i polmoni servono.-
-va bene, lo dimetteremo a breve-
-va bene-
-ah Richie...-
-si?-
-passa domani mattina-
annuì e me ne andai.
La mattina dopo, alle sei ero già all'ospedale.
Eddie respirava e aveva il suo battito a novanta,come sempre.
Poco dopo si svegliò
-Ciao Richie-
-Ciao Eddie-
-come stai?-
-bene, tu?-
-bene-
sorrisi.
-baciami Richie-
e lo baciai.
Lui mi prese il collo e mi tirò a se, mi fece sedere lui letto, e mi mise una mano nell'interno coscia.
-Eddie dai...-
-Mi sei mancato Richie-
e sorrise.
-Richie, avvicinati-
mi avvicinai.
-l'ho gia presa la pillola-
e io lo guardai.
-prima ti dimetterai e poi farò cio che vuoi-
Lo baciai e me ne andai, contento, a scuola.
Eddie stava bene.
Ora sarebbe tornato a casa.
sarebbe stato con me.
sarebbe tornato tutto come prima...se mi fossi accorto della buca che c'era nel bel mezzo della strada.
quello che ricordo sono le sirene dell'ambulanza e l'immenso dolore alla testa.
-nessun trauma cranico-
mi poggiarono sulla barella e una ragazza disse
-ora dormirai un po-
Non fece in tempo a finire la frase, che stavo già dormendo.

REDDIE:ti amo.Where stories live. Discover now