6. fuoco

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HILEIM, HELIAS - 12 FEBBRAIO 4573 DEL CALENDARIO TERRESTRE


Le gocce d'acqua sporca ticchettavano insistenti sul vetro della finestra, che il vento strepitante si divertiva a far traballare. Grossi nuvoloni grigi scurivano il cielo, un turbinare d'acqua che si abbatteva caotico e violento su qualsiasi cosa si trovasse all'esterno senza la protezione di un riparo.

La pioggia insistente cadeva da ore, portando inesorabilmente con sé le particelle di inquinanti nell'aria. Non era una novità, come le strisciate di ruggine scolorita e le macchie ormai indelebili lasciate su auto e costruzioni simboleggiavano: da anni, l'acqua contaminata che cadeva su Helias si mangiava metalli, vernici, materiali plastici e annientava persino i rari ciuffi d'erba che tentavano di spuntare qua e là dal terreno arido.

Il deserto di rocce arancioni che si estendeva fuori dalla villa della famiglia Rayon era uno strano spettacolo con quel tempaccio, ma a Vanessa piaceva. Si divertiva un mondo a osservare le gocce cadere, i tuoni strepitare e il vento ululare, mentre lei se ne stava tranquillamente al coperto e al sicuro. Nessuno osava mettere il naso fuori di casa quando c'era una tempesta a Helias, ma quel giorno i fulmini non si erano fatti vedere neanche una volta. Non era così terribile, senza quelli.

"Ness?"

La voce del suo gemello la riscosse dai suoi pensieri. Come lei, era steso sulla poltroncina ergonomica di morbida imbottitura color antracite posta accanto alla sua. Si era appena sfilato dalla testa il dispositivo per la realtà virtuale, un cerchio di pura tecnologia che proiettava l'utente in un mondo digitale incredibilmente immersivo. Quegli aggeggi avevano usi svariati: nati come intrattenimento videoludico, con gli anni avevano guadagnato sempre più utilità ed efficacia anche come strumenti didattici per i più abbienti. I due ragazzi erano impegnati proprio in una lezione: chi poteva permettersi un ElectroSheep di solito finiva con l'usarlo anche per istruire i propri figli, evitando loro di frequentare un istituto e al contempo garantendogli una formazione di alto livello.

"Hai già finito?" le chiese ancora Virgil con aria poco convinta. Spostò gli occhi di un innaturale rosso cremisi sull'ElectroSheep che lei teneva in mano. Il logo di una pecorella dal manto elettrico svettava sulla tempia del dispositivo, che però era chiaramente spento.

"Già."

Lei si sforzò ancora una volta di concentrarsi sul fratello invece che sul panorama fuori dalla finestra. Ovviamente gli aveva mentito: stufa di sorbirsi le noiose lezioni di matematica, materia della giornata secondo il suo piano formativo, Vanessa si era sfilata l'ElectroSheep dopo appena dieci minuti. In realtà trovava interessante affondare nella realtà virtuale, soprattutto quando il tema del giorno non era scientifico, perché il programma immergeva l'utente in elaborate ricostruzioni di ambienti reali, discutendo l'argomento in modo accattivante.

Ma a Vanessa faceva proprio schifo dedicarsi alla trigonometria.

Aveva rifilato al gemello bugie sul suo avanzamento accademico con costanza, fingendo di essere arrivata al pari con i suoi studi. In realtà, spesso sgattaiolava via dalla stanza per dedicarsi a passatempi più divertenti, o caricava di nascosto la memory stick di un videogioco al posto di quella della lezione. Di conseguenza, rispetto a lui le mancavano quasi due mesi di corso da recuperare.

Forse avrebbe dovuto sentirsi più in colpa per la faccenda: dopotutto, l'anno seguente avrebbero avuto gli esami di diploma.

"Mmh..." Virgil la scrutò scettico, incrociando i suoi occhi dello stesso colore alieno dei propri. Lei sostenne il suo sguardo indagatore con una faccia di bronzo invidiabile, spostando lentamente le dita a coprire lo slot in cui era infilata la cartuccia della lezione. Lui però notò quel movimento e, rapido come un falco, allungò una mano per sfilargliela prima che lei potesse reagire.

Bloodline [ITA]Where stories live. Discover now