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Mi sarebbe piaciuto attaccarmi alle radici del cielo. Le cercavo ogni giorno dietro gli scuri della speranza. Non vennero mai. Neanche un accenno di grinza su cui stemperare il sorriso. Avevo disseccato il sole per impastarlo sulle palpebre. Divoravo la foschia dello sguardo per scorgere il blu. Volevo impadronirmi dell'infinito. Prima, però, l'ho rifiutato con sdegno. Eppure la luce cresceva sul davanzale delle ciglia per provocare gli occhi bassi, assoggettati alla voce. Dal bianco, invece, ricostruivo le misure del mondo per risalire ai semi della confessione, taciuta.
Piacevo agli uomini, soprattutto a quelli che amavano un boccale di vino più del calore delle proprie mogli o dell'abbraccio dei figli. Non guardavo nessuno con interesse e non spingevo alcuno a farlo. Di mio non facevo nulla di male, di compromettente. La voglia su di me faceva girare la testa ai maschi inducendoli a mentire. Era il puntaspilli su cui si fissavano gli aghi degli occhi curiosi, assatanati. Ero marchiata sulla fronte e le gocce di lacrime colavano sdegno per gli ammiccamenti indecenti di chi confida nel sentirsi un uomo ringalluzzito solo dirimpetto ad una donna.
Da quando ho visto in una pozza d'acqua il riflesso della gioia ho sentito scivolare la sconfitta.
Nascondevo il sacrificio che avevo scelto in cambio di una conquista.

MalanimaWhere stories live. Discover now