4. Todoroki Shoto

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Attenzione: questo capitolo conterrà una delle citazioni più conosciute (a mio parere, poi magari la conosciamo solo io e 4 stronzi) . Lo segnalo all'inizio poiché non voglio lamentele del tipo "Eh, Ma quEsTo NoN l'HAi InVenTaTo Tu"
Grazie per l'attenzione.

Tutto quello che esiste per me in questo momento è finire questa dannatissima esibizione.
Ho lavorato duramente per guadagnarmi questo momento e non ho intenzione di buttare tutto all'aria per delle piccolezze e delle distrazioni, prima tra tutte: il mio migliore amico, Shoto.

Qualche giorno fa, appena saputo dell'evento mi aveva promesso che sarebbe venuto, nonostante io avrei preferito non avere nessuno a guardarmi, per paura di brutte figure.
Lui mi aveva guardata di sbieco appena mi aveva sentito e mi aveva subito risposto, sicuro di sé, come sempre.
"Non faresti mai una brutta figura. So quanto ti sei allenata e so quanto sei brava."
Era riuscito a tranquillizzarmi solo dicendomi qualche bella parola, eppure mi ostinavo a non volerlo.

Tra qualche minuto toccherà a me e non potrei essere più nervosa.
Sento il cuore andare all'impazzata e lo stomaco gorgogliare dall'ansia.
"Ce la puoi fare. Ricorda che Shoto è fuori e devi dimostrargli che ha ragione a credere in te e nelle tue capacità."
Continuo a ripetermi che ce la posso fare e che non posso deludere Shoto, ma non ottengo l'effetto sperato.
L'ansia e la preoccupazione rimangono e non accennano a smuoversi.

Inizio la mia esibizione.
Mantengo lo sguardo impresso sui giudici, cercando di fomentare la mia interpretazione e dimenticarmi di tutte le persone che mi fissano.
Sento tutti i muscoli tirare, in punti del corpo che non pensavo nemmeno si avere, mentre la mia testa si libera dalle preoccupazioni.
Finisco il mio esercizio e sento gli applausi dei pubblico. Mi giro verso la platea, scorgendo un ciuffo mezzo rosso.
Non mi ci vuole molto a capire che Shoto si è alzato in piedi per farmi capire che non solo aveva apprezzato, ma la trovava davvero un'esibizione brillante e perfetta.

Appena esco dallo spogliatoio, entusiasta e con addosso la mia medaglia cerco i capelli mezzi rossi del mio amico tra tutta la gente.
Alcuni mi fanno dei complimenti, altri mi ignorano completamente, rendendomi ancora più difficile il passaggio.

Appena esco da quell'opprimente folla mi ritrovo davanti il ragazzo che tanto avevo cercato negli ultimi minuti, tutto sorridente e con una rosa in mano.
-Sei stata fantastica.
Nonostante non sia la prima volta che si complimenta con me, il suo commento mi fa arrossire e appena mi consegna la rosa arrossisco ulteriormente.
La annuso e gli sorrido, facendogli capire che ho apprezzato a pieno il suo gesto.
"Potrei giurare di andare a fuoco da un momento all'altro."

-Grazie Shoto-kun, sei molto dolce.
Mi alzo sulle punte dei piedi, così da poter raggiungere la sua guancia e lasciargli un tenero bacio, proprio sotto alla cicatrice della sua ustione.
Lo abbraccio forte e sento le sue mani accarezzarmi la schiena, lasciandomi i brividi.

Iniziamo ad incamminarci verso casa, ma noto che lui è particolarmente silenzioso e pensieroso.
-Oi, qualcosa non va? Ho detto qualcosa di sbagliato prima? Non volevo offenderti, qualsiasi cosa abbia detto.
Lui accenna un sorrisetto e scuote la testa, indicandomi che non sono io il problema.
"Sembra così pensieroso, eppure così sicuro."
-Menomale, non vorrei perderti. Sono così fortunata ad avere un amico come te.

Shoto si blocca, costringendo anche me a fare lo stesso e a girarmi verso di lui.
Ora sono più che sicura di aver detto qualcosa di sbagliato.
-Qualcosa non va?
Lui sbuffa e gira il volto di lato, lasciandomi solo vedere il lato coi capelli rossi.

Vedo che è visibilmente turbato e indeciso si quello che sta per fare.
Prende un respiro profondo, ma continua a non guardarmi, nemmeno quando parla.
-Vedi. Andava tutto bene finché non mi hai chiamato così. Quella parola. Quella parola non voglio più sentirla nominata da te verso di me.
Lo guardo più confusa che mai.
"Quale parola? Che ho detto?"

Stringo tra le dita la rosa che mi aveva regalato poco prima e lo guardo.
-Ti do tre secondi per darmi uno schiaffo in faccia.
Scuoto leggermente la testa e sbatto ripetutamente le palpebre, incapace di comprendere cosa lui possa intendere.
-Perché dovrei...
Non mi lascia finire la frase che mi ritrovo le sua labbra sulle mie.
Per la sorpresa lascio cadere la rosa, mentre i miei occhi si sbarrano.
Ancora incredula lo vedo staccarsi da me e iniziare a contare.

-Uno.
Mi guardo intorno, cercando più informazioni possibili su ciò che è appena accaduto.
-Io, cioè, tu...
-Due.

Non capisco più cosa provo. Il mio stomaco è in subbuglio.
Mi sento quasi peggio di cominciare l'esibizione, pur sapendo di non dover fare nulla e di essere semplicemente davanti a Shoto.

-Tre.
Mi tocco le labbra, ancora incredula di ciò che è appena accaduto.
Il cuore mi batte forte e non riesco a smettere di pensarci.

-Non mi hai colpito.
-Io...
Non riesco a rispondere. L'unica cosa che riesco a fare è guardare per terra, nel esatto punto in cui è caduta la rosa.
-In questo caso...
Lascia la frase in sospeso e si avvicina, stando attento ad evitare la rosa, ancora per terra.
Mi mette entrambe le mani sulla vita, per tenermi più stretta e avvicina il suo viso al mio lentamente.

Lo guardo negli occhi e non resisto più.
Prendo il suo viso tra e mani e faccio combaciare le nostre labbra.
È un bacio tranquillo. Il genere di bacio che si scambiano due ragazzi alla scoperta del loro primo amore, eppure mi sembra così profondo che sento a credere che stia succedendo davvero.

Per quanto continuassi a dire a tutti che tra me e Shoto non c'era altro oltre all'amicizia, ho sempre sperato che un giorno avremmo oltrepassato quella soglia.
Quel giorno è arrivato e non potrei esserne più felice, ora che cammino mano nella mano con Shoto, mentre annuso la sua rosa, ridendo a una sua battuta.

One shots - My hero academiaWhere stories live. Discover now