~Brillante~

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La mattina solitamente era per me il momento migliore della giornata. Molte persone detestavano alzarsi presto, ma per me era un'occasione per sentirmi viva.
Uscire fuori e sentire l'aria frizzante sul viso o i primi raggi del sole era per me un piacere irrinunciabile, tranne quando facevo le ore piccole per stare dietro al mio fratellino o per leggere un libro da cui proprio non riuscivo a staccarmi.
La notte prima era andata esattamente così e a causa di quello mi trascinavo pigramente per le strade affollate della città, tuttavia senza risparmiarmi di guardarmi come mio solito intorno.
Ero indubbiamente un'osservatrice e non potevo vivere senza focalizzarmi sui dettagli, a patto di non far sfumare il disegno centrale. Bisognava tenere sotto controllo tutto, senza lasciarsi sfuggire niente.
Le persone ogni tanto si giravano brevemente nella mia direzione incuriosite, di solito quando palesemente mi soffermavo a fissare qualcosa per loro di poco conto.
Quella mattina, forse complice anche il sonno, mi ero incantata a fissare un fiore spuntato orgogliosamente da una crepa sul marciapiede. Ai miei occhi un sinonimo della forza di chi riusciva ad ergersi anche nelle situazioni più impensabili, resistendo dove per altri era impossibile resistere. Mi fece pensare un po' a Momoka. Un fiore che continuava a far brillare i propri petali, anche dentro la tetra aria dell'ospedale, non permettendo nemmeno alla sua malattia di farla sfiorire.
Il semaforo pedonale scattò sul verde e mi decisi a smettere di guardare in quel punto, riportando lo sguardo davanti, cercando di evitare le spallate delle persone che andavano di fretta nella direzione opposta alla mia.
Raggiunsi lentamente l'ingresso della metropolitana e passai il mio abbonamento nell'apposito lettore, ottenendo il via libera.
Costava una piccola fortuna, ma non potevo farne altrimenti. La scuola era troppo lontana per raggiungerla con altri mezzi, perfino con una bicicletta. Ero stata costretta a rassegnarmi.

Quel giorno c'era uno sciopero generale in diversi uffici e apprezzai gli spazi miracolosamente sgombri.
Di solito in quell'orario c'era una marmaglia di pendolari diretti a lavoro, mentre quella mattina solo qualche lavoratore dall'aria poco sveglia e qualche studente, tutti con la divisa diversa dalla mia.
Ero abituata alle occhiate di ammirazione e invidia che la gente mi scoccava, ricollegando la mia uniforme a quella dell'ambitissimo liceo Yuei, talmente tanto da non farci nemmeno più caso.
Un altoparlante ci avvisò di allontanarci dal binario, in modo tale da permettere alla metro poco distante di arrivare in tutta sicurezza e mi affrettai a fare due passi indietro. Sentendo immediatamente i miei capelli sbalzati all'indietro dalla folata di vento che il mezzo causò col suo arrivo.
Le porte si aprirono accompagnate dalla loro consueta musichetta e una volta all'interno presi a guardarmi intorno, avvistando immediatamente la testa piumata della persona che cercavo; adesso facile da distinguere a causa della poca affluenza di gente sul mezzo.
Le lezioni erano iniziate da due mesi e in quell'arco di tempo a modo mio avevo stretto una sorta di legame con Tokoyami, anche se non era facile considerando il carattere di entrambi.
Quel ragazzo mi aveva incuriosita fin dal primo momento e in qualche modo ero riuscita a mantenere la mia promessa di diventare sua amica, se di amicizia si poteva parlare. Non era ancora qualcosa di così stretto e ben definito, ma ci si avvicinava molto.
Solitamente i posti a sedere ci erano preclusi a causa della quantità di persone, ma quella mattina il ragazzo era seduto comodamente e i posti al suo fianco erano liberi.
Notò la mia presenza solo in quel momento e mi fece un piccolo cenno con la testa a mo' di saluto. Mi affrettai a raggiungerlo.
Tokoyami saliva sempre tre fermate prima di me e ormai era diventata nostra abitudine fare la strada fino a scuola insieme, così come quella a ritroso per riprendere la metropolitana. Strano a dirsi, riuscendo anche a parlare un po' insieme durante il percorso.
<<Buongiorno>> mormorai, tuttavia non aspettandomi chissà quale conversazione.
Quella mattina infatti il ragazzo teneva gli auricolari ben piantati nelle orecchie, da dove proveniva il leggero suono di una canzone metal che ricordavo di aver ascoltato, nonostante non mi tornasse in mente il titolo così su due piedi.
Era un chiaro segnale: non aveva voglia di chiacchierare e doveva essere di umore nero.
Ormai conoscevo qualche sua abitudine e qualche lato del suo carattere, al punto da capire di dovermene restare in silenzio e rispettare la sua voglia di tranquillità. Non che normalmente fosse particolarmente loquace, ma faceva del suo meglio.
Stando così le cose anche io mi immersi nei miei pensieri, tornando a guardarmi intorno.
Non mi sfuggirono gli sguardi incuriositi delle persone nei confronti di Tokoyami al mio fianco.
Il suo aspetto infatti era più che singolare anche in una realtà dove i quirk erano all'ordine del giorno e non era raro che attirasse l'attenzione delle persone.
Lui non scuciva mai il suo parere in merito, ma a volte dava l'impressione di essere infastidito da tutte quelle attenzioni, mentre altre volte si mostrava indifferente.
Non era semplice decifrare le emozioni del ragazzo e proprio per quel motivo ero particolarmente interessata a stare con lui.
Dovevo ammettere che non era la prima persona ad attirare la mia attenzione nel corso della mia vita, essendo io una grande osservatrice, ma da che ne avevo memoria nessuno mi aveva mai catturata così.
Non ne sapevo esattamente il motivo, ma il suo modo mi fare mi stregava e dal giorno in cui mi aveva aiutata con quel maniaco la mia curiosità nei suoi riguardi era salita alle stelle.
Tokoyami sentendosi osservato da me aprì un occhio, fissandomi incuriosito.
<<Si può sapere perché mi guardi sempre?>> chiese.
Feci spallucce in risposta, prima di formularne una verbale. <<Non posso? Ti trovo interessante>> dissi.
Non ero una persona molto aperta, ma non avevo peli sulla lingua. Quando mi veniva fatta una domanda rispondevo con la massima sincerità, anche se la questione era scomoda o imbarazzante.
Il ragazzo sussultò quasi impercettibilmente, forse non aspettandosi una tale risposta da parte mia, ma recuperò velocemente la sua compostezza.
<<Se lo dici tu...>> commentò indifferente lui, allungandomi un suo auricolare.
Non restai troppo ad interrogarmi sulle motivazioni dietro al suo gesto e mi limitai ad afferrare grata la cuffietta, portandomela all'orecchio destro.
Subito la musica invase la mia testa e chiusi gli occhi, lasciandomi avvolgere.
Adesso non sentivo che il calore del suo corpo accanto al mio, amplificato dalla nostre spalle che si toccavano. E il suo profumo, quello che non mi stancavo mai di sentire.

HEILÀ
Io solitamente sto abbastanza dietro alle mie storie, ma questa ammetto che l'avevo un po' lasciata a morire. Ho deciso di svegliarmi e cercherò di aggiornarla tipo una volta a settimana, spero di riuscire e di finirla quanto prima <3

Insecurity || Tokoyami x ReaderWhere stories live. Discover now