"mezza pariolina, mezza bora",
Era il modo in cui Sara era più frequentemente soprannominata.
Abituata nelle migliori maniere, da sempre cresciuta in una famiglia dal cognome conosciuto e con un futuro preciso davanti a sé, Sara Ferrara si ritrover...
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Niccolò era sveglio da molto ormai, dopo aver dormito un paio d'ore non riuscì più a prender sonno. Si sdraiò quindi sul fianco e iniziò a guardare la sua ragazza ancora dormiente. Gli doleva ammetterlo, anche perché lui non era tipo da smancerie, ma per un momento aveva davvero avuto paura che Sara l'avesse lasciato. Non ci aveva nemmeno pensato a chiamarla il giorno prima, aveva da fare ed uscì proprio dai suoi pensieri, sapeva che però era sbagliato tutto questo. Era la sua ragazza, non poteva eliminarla dalla testa come se fosse nulla. Sara dormiva ancora con le labbra schiuse e la pancia all'in giù, sembrava un angelo per quanto fosse bella. Niccolò non si trattenne dall'avvicinarsi e lasciare un piccolo bacio a stampo sulle sue labbra, erano come una calamita e non sarebbe stato lì a guardare. Lo fede ripetutive volte, finché la ragazza mugolò qualcosa di incomprensibile e portò le braccia attorno al suo collo.
«non vale abbracciarmi per dormire meglio» le disse Niccolò ridacchiando.
«lasciami dormire» borbottò la bionda annodando anche le gambe attorno al bacino di lui.
Niccolò si ritrovò letteralmente un koala che dormiva profondamente su di lui, ma ovviamente non si sarebbe arreso. Iniziò a vagare con le mani sotto la maglietta di Sara, accarezzando delitacatamente la sua pelle chiara. La ragazza iniziò a provare un numero infinito di brividi per tutto il corpo, era rilassante ma allo stesso tempo non riusciva a dormire in quelle condizioni. Decise quindi di stare sveglia, ma in silenzio, così da lasciar continuare Niccolò. Lui però, si stava annoiando a stare nel silenzio totale, così ebbe un idea che sicuro avrebbe funzionato. Iniziò a giocare col gancetto del reggiseno, al che Sara alzò la testa di scatto.
«vedi che sei sveglia?» disse Niccolò con un sorriso beffardo in viso.
«ti odio, lasciami dormire..»
«io non ti ho mica detto di svegliarti, sei tu che hai alzato la testa»
«mh, chissà il perché? Sono ancora arrabbiata con te, quindi scordatelo» rispose Sara arrivando dritta al punto.
Niccolò sospirò rumorosamente, poi si mise seduto con la ragazza ancora nella stessa posizione. Iniziò ad accarezzare delicatamente i capelli, doveva trovare le parole giuste per dirle ciò che era accaduto.
«mi ha chiamato Valerio verso le due di notte dell'altro ieri, mi ha chiesto di scendere dato che c'erano già tutti sotto il mio palazzo. Appena li ho visti, mi hanno spiegato cosa era successo. Aveva comprato della.. della roba da un ragazzo, ma ha in pratica perso i soldi perché non gli è arrivato nulla. L'abbiamo cercato e vale si è preso ciò che era suo, tutto qui»
«tu mi stai dicendo che sei stato una giornata intera fuori, non ti sei fatto sentire, hai sicuramente preso a botte quel tipo, per la droga?» chiese Sara staccandosi di scatto dal suo petto.
«Sara, non era per la droga in sé, non ho mai toccato neanche una canna perché mi fa schifo quella roba, ma era per Valerio, non sopporto che mi tocchino i miei amici» spiegò lui gesticolando.
La ragazza sbuffò in risposta, alzandosi poi dal letto. Si diresse in bagno per sciacquare il viso, almeno si sarebbe svegliata a pieno dato che era ancora assonnata. Niccolò la guardava dall'uscio della porta, forse lei non se ne accorse nemmeno. Fissò le sue guance ancora rosse e bollenti per la febbre, poi sospirò scocciata. Lui si avvicinò lentamente e l'abbracciò da dietro, lasciando un piccolo bacio sulla spalla scoperta.
«mi perdoni?» le chiese guardando il suo viso dallo specchio.
«Niccolò, devi capire che non puoi ignorarmi completamente una giornata intera e poi venire qui per farti scusare, io mi sono preoccupata davvero tanto, pensavo ti fosse successo qualcosa»
«lo so, sono stato uno stupido, prometto di avvisarti la prossima volta»
Sara si rigirò tra le sue braccia e lo baciò d'istinto, non sarebbe mai riuscita a stare incazzata con lui per molto. Assaporò le sue labbra come se fosse l'ultima volta, la giornata di ieri era stata davvero pesante e aveva bisogno di rilassarsi. Niccolò ricambiò il bacio con tutta calma, voleva sicuramente recuperare le ore perse per un inutile litigio, ma l'avrebbe fatto assaporando ogni secondo con cautela e lentezza. Facendo scivolare le mani sulle sue cosce, la prese di peso per farla poggiare sulla base del lavandino. Sara annodò le gambe attorno al suo bacino per stringerlo più forte, classificò quel momento probabilmente come il migliore della sua vita. Si staccò un solo secondo, il tempo di guardarlo nei suoi occhi color cioccolato.
«ti amo anch'io, comunque» disse ricordandosi della rivelazione di Niccolò ore prima.
Il moro tornò ad impossessarsi subito dopo delle sue labbra, non poteva sentire frase migliore.
[...]
«oh Niccolò, non sapevo fossi passato, come stai?» chiese la madre di Sara entrando in camera.
Era appena tornata da lavoro e non immaginava che ci fosse Niccolò in casa, altrimenti non sarebbe entrata in camera per lasciare da soli i ragazzi. Sua figlia le aveva raccontato dell'accaduto della sera precedente, ma era molto contenta nel vederli abbracciati sul letto mentre in tv c'era uno dei film preferiti di Sara.
«si mamma, scusa ma ho dimenticato di dirtelo»
«tranquilla amore, io vado di là»
Lasciò la stanza e i due tornarono con lo sguardo sullo schermo della tv, anche se Niccolò lo fece a mala voglia.
«posso scegliere io che film guardare? Questi film romantici mi fanno venire il voltastomaco» disse sbuffando.
«no, non ci tengo a vedere un horror e questo film è bellissimo, non ne capisci proprio niente»
«ma che film è scusa se ti chiamo amore, ne sceglierei sicuramente uno migliore se mi lasciassi il telecomando»
«infatti tu non mi chiami mai amore» rispose Sara alzando il capo verso di lui.
Fece un espressione imbronciata, al che Niccolò scoppiò a ridere. Le lasciò un bacio sul nasino e poi si avvicinò al suo orecchio.
«se potessi, bacerei ogni angolo del tuo corpo, nulla escluso, amore» le disse trattenendo le risate.
Sara gli assestò uno schiaffo sulla nuca e gli diede una leggera spinta, i suoi doppi sensi ci sarebbero stati in ogni frase da lui pronunciata, non c'era nulla da fare.