Honiro label

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Capitolo 69

«aspetta, faccio io»

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«aspetta, faccio io»

Sara poggiò le mani su quelle del suo ragazzo per bloccarlo, poi iniziò con molta più calma e agilità ad abbottonare la camicia nera.
Dopo essere arrivata all'ultimo bottone, fece scivolare le mani per le sue spalle e gli lasciò un piccolo bacio a stampo, lui sorrise per quel gesto inaspettato.
Erano tornati da pochi giorni a casa, quella piccola vacanza insieme ai loro amici era stata davvero rilassante dopotutto.
Quella sera avrebbero preso parte ad un importante cena insieme alla madre di Sara poiché era il suo compleanno, forse la parte noiosa era che ci sarebbero stati anche tutti i colleghi di lavoro, ma ovviamente non si sarebbero mai potuti tirare indietro.
Niccolò aveva fatto appello a tutto il suo buonsenso per mettere una camicia e non una comoda t-shirt, mentre Sara invece era abbastanza semplice.

Niccolò aveva fatto appello a tutto il suo buonsenso per mettere una camicia e non una comoda t-shirt, mentre Sara invece era abbastanza semplice

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«ci hai pensato a quella proposta?» gli chiese la ragazza allontanandosi di poco dal suo viso.

«si, ed è un no»

«dai.. fallo per me» chiese ancora Sara facendo il labbruccio.

Niccolò rimase per un po' a guardarla con quell'espressione da bambina stampata in volto, poi fece scivolare le mani lungo le sue cosce per prenderla di peso e la imprigionò tra le sue braccia.

«è un si?»

«può darsi..» disse lui alzando gli occhi al cielo.

«Si! Grazie, ti amo» esultò la bionda stampandogli un bacio sulle labbra.

«cosa dovrei cantare quindi?»

«non hai qualcosa di tuo?»

Il ragazzo ci pensò un po' su, cosa avrebbe potuto cantare e suonare allo stesso tempo al piano?
Pensò a quelle righe scritte di getto negli ultimi mesi, magari uno di quei testi sarebbe potuto andar bene.

«solo perché me lo stai chiedendo tu»

[...]

Niccolò si alzò da quello sgabello bianco di tutta fretta, ritrovandosi tutti i presenti che applaudivano davanti a lui.
La serata era andata bene, dopo la seconda portata Sara gli aveva chiesto di cantare una sua canzone, quindi si ritrovò a far sentire tutto ciò che aveva da dire a tutti.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi per le parole meravigliose della canzone, la quale aveva il nome di "stasera".
Chiunque ebbe l'onore di ascoltare quella canzone cantata e suonata dal vivo, rimase più che stupito dal talento di quel semplice ragazzo.
Solo che Niccolò non era a conoscenza di tutti i presenti in quella sala da ristorante, a breve gli sarebbe arrivata forse la migliore notizia.
Sara gli gettò le braccia al collo appena se lo ritrovò davanti e lo strinse forte tra le braccia, i significati di quelle canzoni le arrivavano sempre dritti al cuore.

«resto sempre, tutto il tempo che vuoi» gli disse riferendosi alle parole del testo.

Resti stasera?

A qualche metro distante da loro, un caro amico di Carla si alzò per raggiungerla, sussurrandole qualcosa all'orecchio.
La donna indico i due ragazzi, poi finalmente li raggiunsero.

«scusate se vi disturbo ragazzi, lui è Jacopo, un mio caro amico» lo presentò lasciando che Jacopo stringesse la mano ad entrambi.

«sono rimasto molto colpito dalla tua canzoni, Niccolò, hai scritto sia il testo che la musica?»

«io.. cioè, si» balbettò il ragazzo grattandosi la nuca imbarazzato.

«canti per professione? Hai davvero talento e quindi immagino di sì»

«in realtà lo faccio molto raramente, canto solo davanti a lei, però questa sera mi ha chiesto di fare un eccezione e quindi..»

«Niccolò, lui è il manager di una casa discografica, potresti provare» prese parola Carla mentre Niccolò sbarrò gli occhi e rimase col fiato sospeso.

«non..non credo di poter esserne all'altezza a dire il vero, canto solo per passare il tempo»

«credimi, sprecare un talento del genere sarebbe un vero peccato, ti va di passare in studio domani?»

Il moro voltò la testa verso la sua ragazza, cosa doveva fare?
Lei, che già lo stava guardando con un enorme sorriso in volto, si alzò sulle punte per lasciargli un bacio sulle labbra e annuire, era la prima volta che qualcuno si accorgeva delle sue splendide doti e non poteva certo rifiutare.

«va bene, a che ora posso..»

«per le cinque presentati a questo indirizzo, spero di non vederti solo domani in realtà»

Niccolò annuì frettolosamente e prese un fogliettino dove c'era scritto l'indirizzo detto da Jacopo, ancora non riusciva a crederci.

[...]

«puoi mettere questa maglia per favore? Che senso ha farti il giro della casa in continuazione!» disse esasperata Sara con la maglietta di Niccolò tra le mani.

«non voglio andarci..» sussurrò lui fermandosi di spalle a lei e con le mani poggiate al piano cucina.

La bionda sospirò di poco, era maledettamente insicuro quando non aveva nulla di cui preoccuparsi.
Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, forse le sue attenzioni l'avrebbero calmato.
Infatti successe proprio così, Niccolò fece sedere Sara sul piano cucina e si rifugiò tra le sue braccia, come se lei fosse la calma nel bel mezzo della tempesta.

«probabilmente faccio solo una figura di merda a presentarmi lì, meglio di no..»

«ehi, stammi ad ascoltare adesso.
Di persone col tuo talento ce ne sono veramente poche, si contano sulle dita di una sola mano, non devi scoraggiarti.
Sono certa che se Jacopo non fosse stato certo della sua proposta nemmeno ti avrebbe parlato, quindi ora andiamo, okay?»

Lui alzò la testa dal suo petto e poggiò la fronte contro quella di Sara, come avrebbe fatto senza di lei?
Sospirò e chiuse gli occhi, assaporando a pieno quel bacio che si era appena creato tra i due.
Dopo essersi finalmente preparati ed aver preso la macchina, arrivarono in un grande palazzo a nome "Honiro label".
Niccolò restò a torturarsi le mani per tutto il tragitto al terzo piano, aveva una marea di paranoie per la testa impossibili da esprimere a parole.

«Niccolò, Sara, che piacere avervi qui! Ero certo che saresti passato!» disse Jacopo appena aprì la porta dello studio ai ragazzi.

«si beh, ci avevo ragionato un po', però eccomi qui»

«direi di provare subito quindi, no?»

Sei bella come Roma Where stories live. Discover now