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Data stellare 2 novembre 2116 – Diario di bordo

È appena trascorsa la prima settimana qui sulla Terra. Le operazioni di installazione e monitoraggio stanno procedendo come da programma. La situazione della squadra è finalmente migliorata, hanno iniziato finalmente a rivolgersi la parola. So che in un rapporto ufficiale non dovrebbero andare certe cose, ma ho bisogno di dirlo ad alta voce, fino a poco fa credevo che la convivenza su questo pianeta non sarebbe durata a lungo, ora la situazione sta piano piano migliorando. Sono grado di questo.

Nelson spense il registratore, buttò la testa sullo schienale della sua seduta, sospirò, una mano che gli copriva gli occhi, il silenzio che piano piano gli riempiva il corpo. La sala di comando era stranamente silenziosa, troppo silenziosa per i suoi gusti, ormai tutti erano filati nelle loro stanze. Nelson guardò distrattamente fuori dalla grande vetrata, ormai ricoperta da arbusti e fiori e si perse nei suoi pensieri, di fatto non sentì neanche la voce di Beatrice che lo chiamava.

‹‹Nelson, Nelson›› gridò e solo allora il suo sguardo si posò sulla figura slanciata della ragazza. La guardò distratto, riposizionando la mano sugli occhi, abbassano il capo.

‹‹Cosa vuoi?››

‹‹Chiederti come sta andando›› disse facendo alcuni passi verso di lui.

‹‹I miei rapporti giornalieri non sono abbastanza?›› Chiese per poi guardarla dritto negli occhi, con la voce roca, come se prima di quelle parole avesse versato lacrime amare.

‹‹Sono sufficienti››

‹‹Allora cosa vuoi davvero?›› Chiese alzando un po' la voce, sperava che quella conversazione finisse il più in fretta possibile.

‹‹Non trattarmi come se fossi una qualunque›› questa volta la voce di Beatrice si fece più acuta, quasi le veniva voglia di urlare ‹‹Dopo tutto quello che abbiamo passato, non hai il diritto di trattarmi così!››

‹‹Dopo quello che abbiamo passato?›› Chiese stupito di come quel discorso, che non avrebbe mai voluto affrontare, si fosse palesato ‹‹Ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non avrei il diritto? Sono andato in carcere per quello che abbiamo passato Bea!›› Disse le ultime parole quasi urlando.

Il volto di sfida di Nelson, illuminato solo dalla luce della sera che proveniva dall'esterno incrociò quello di lei triste, quasi incupito. Nelson aveva segnato un punto.

‹‹Non volevo dire questo››

‹‹Bea lasciami solo›› furono le ultime parole di Nelson, che alzandosi le fece cenno di andarsene.

Lei lo fece e lui si sentì un po' come liberato di un peso. Non era il momento per affrontare quella situazione, il giorno seguente sarebbe stato troppo importante per far sì che le emozioni prendessero il sopravvento. Chiuse tutte le comunicazioni con l'esterno, lasciò la plancia per poi dirigersi verso la sua camera.

La mattina era arrivata prima di quanto Nelson avesse sperato, distrattamente posò una mano sul cuscino al suo fianco toccando i capelli ricci del suo amico. Si girò, posando il capo nell'incavo del collo dell'addormentato ragazzo per ispirare il suo profumo. Si inebriò di quello che una volta doveva essere stato anche il suo profumo. Abbandonò la comodità del letto per dirigersi svogliatamente nel bagno, aveva bisogno di una doccia, aveva bisogno di togliersi il suo odore di dosso. Aprì l'acqua facendola scorrere fino a quando il getto divenne caldo, per poi buttare la testa sotto l'acqua quasi bollente. Si sentì un leggero mugolio, segno che il ragazzo si stava svegliando e poi il nulla.

‹‹Tutto bene di là?›› Urlo sovrastando il rumore dell'acqua che inesorabile bagnava il suo corpo.

‹‹Non c'è bisogno di urlare›› la sua voce addormentata riempi il piccolo bagno ‹‹Dovevi svegliarmi proprio con il rumore della doccia?›› chiese aprendo lentamente la porta della cabina doccia ‹‹Sai quanto io lo odi›› rise per poi muovere la manopola dell'acqua verso il freddo.

PRIME || spacevalleyWhere stories live. Discover now