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Quando arrivò il giorno per Namjoon di visitare la ragazza era terrorizzato, non ne poteva fare a meno, si chiedeva se la sua sfortuna fosse tornata e avesse combinato un disastro cosa sarebbe successo? O se avesse detto qualcosa di sbagliato ai genitori e gli avessero impedito di vederla? Se le Army lo avessero scoperto e gli avessero impedito di arrivare fino a lei?

Si tormentava con quelle domande quando non avrebbe dovuto affatto farlo visto che anche i genitori di Melody se ne erano porte molte e avevano prevenuto tutto, avevano detto a tutte le Army che quel giorno Melody non avrebbe potuto ricevere visite e assunsero anche due guardie che le tenessero lontane e per scortarlo fino alla stanza della ragazza.

Quando arrivò Namjoon davanti al ospedale non fece in tempo a fare un passo fuori dal auto che un uomo in giacca e cravatta lo iniziò a strattonare verso l'entrata senza che lui potesse opporsi.

"Che diamine stai facendo?" disse inferocito in Coreano e fu allora che l'ormone si bloccò a guardarlo.

"Kim Namjoon?" chiese solo lui osservando il ragazzo che stava ancora cercando di liberare il suo braccio dalla presa dell'uomo.

Namjoon annuì fermandosi per un secondo.

"Devo portarti più in fretta possibile fino alla stanza della signorina Melody" disse l'uomo in inglese per poi ricominciare a strattonarlo ma allora Namjoon smise di opporsi anche perché aveva capito che lo volesse o meno lo avrebbe portato là.

Appena arrivarono Namjoon venne letteralmente buttato nella stanza e sarebbe caduto se non fosse stato che riuscì ad appigliarsi al volo al tavolino nel preciso momento in cui dalla bocca della ragazza stesa a letto uscì il suo nome.

"Questa mattina è agitata, non so quanto potrai restare, negli ultimi minuti avrà sussurrato il tuo nome almeno dieci volte" disse la madre in inglese appena lui si rimise in posizione eretta.

"Dieci volte?" disse lui pensieroso in Coreano guadagnando uno sguardo stranito dai genitori.

Ripercorse gli ultimi minuti e si rese conto che era passato in pieno in mezzo ad un gruppo di Army e che nessuno lo aveva notato.

"Scusate, mi posso avvicinare?" chiese gentile allora ai genitori in inglese.

"Certo, fai pure, fai solo attenzione" disse la madre gentile allora lui si voltò verso la ragazza per poi avvicinarsi a lei.

"Ti spiace se facessi delle foto, sono certo che le piacerebbe rivedere la cosa quando sarà sveglia" disse allora il padre prendendo il suo telefono.

"Certo, fate pure, credo che le piacerebbe davvero" disse lui fu allora che per la prima volta la ragazza si mosse da sola senza parlare, fu un movimento quasi impercettibile se non fosse che la stava fissando intensamente, uno spasmo, come se avesse deglutito ma dopo averla osservata qualche altro secondo si convinse che doveva essere stata solo la sua immaginazione.

Lui si avvicinò ulteriormente mentre il padre li ricopriva di foto e la madre cercava di fingersi sconfortata dalla scena.

"Perché lasciate che tutti vengano a vederla e toccarla? Non credete sia meglio darle un po' più di privacy?" chiese allora il rapper mentre le prendeva una ciocca di capelli tra le dita.

Allora si mosse nuovamente e non fu solo uno spasmo, strizzò gli occhi e gli sembrò di vederle muovere la testa come succede alle persone che cercano di svegliarsi da un brutto sogno ma Namjoon non poté più illudersi che fosse la sua immaginazione e soprattutto iniziò a pensare che fosse la sua voce a farla agitare.

"È agitata, ti devi allontanare, subito" disse allora la madre sgranando gli occhi.

"No lasciate che la veda ancora per qualche secondo, ve ne prego, sono venuto dalla Corea solo per vederla" disse ancora lui e lei sembrò agitarsi ulteriormente.

*Namjoon*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora