"Festa della mamma"

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Fey, sette anni appena compiuti, osservava con i suoi grandi occhioni verdi la mamma intenta a preparare la cena per quando il padre Asurei fosse tornato dal lavoro.

Normalmente il piccolo avrebbe potuto giocare sul pavimento con le costruzioni o con il suo amato coniglietto di peluche, ma quella sera era particolarmente assorto nella visione della donna che lo aveva messo al mondo.

Kinako portava sempre i capelli color nocciola raccolti in una coda, mentre lasciava che la frangetta le coprisse il volto roseo e sempre segnato da un sorriso.

Il marito le faceva sempre i complimenti per come riuscisse a rimanere bellissima anche dopo una giornata di duro lavoro, e lei ripiegava con una risata limpida, che divertiva anche il bambino.

Kinako ovviamente non pensava al suo aspetto, per lei le cose più importanti erano la famiglia e la casa, e come tutte le mamme si faceva in quattro per renderli felici.

Arrivava persino a trascurare se stessa, se questo garantiva il benessere del suo piccolo Fey, che per fortuna non faceva mai i capricci, era un bimbo buono e paziente e, cosa più importante,voleva molto bene alla sua mamma.

Naturalmente voleva bene anche al papà, ma Kinako rappresentava qualcosa di più per il bambino.

Non solo perché gli aveva dato la vita, ma anche perché era sempre buona e tutti i desideri che lui esprimeva, che fossero un giocattolo nuovo o un cibo che gli piaceva particolarmente, la castana era pronta ad esaudirlo, lo riempiva di coccole e di attenzioni e non lo lasciava mai solo quando aveva paura.

Che gli comprasse le caramelle era una ragione a parte, ma sempre valida nella mente del piccolo.

i pensieri di Fey vennero interrotti dallo scatto di una chiave nella toppa della porta, segno che il padre era tornato.

Il figlio e la madre corsero ad accoglierlo, e come ogni volta che rincasava  Asurei dava un bacio a stampo alla moglie e il verde faceva la linguaccia per fingersi schifato da tutte quelle romanticherie.

"Domani è la festa della mamma, tesoro. La seconda domenica di maggio" la avvisò con la sua solita precisione il marito.

"Oh,ma a me non importa. Mi dimostrate il vostro amore tutti i giorni" ammise Kinako, legandosi meglio i capelli abbandonati sulla sua spalla.

Il giorno dopo tutte le madri del mondo sarebbero state festeggiate, e lei, che Fey considerava la mamma migliore di tutte, non voleva essere festeggiata?

No, il bambino era intenzionato a darle un regalo, anche un semplice pensierino come un bigliettino o un disegno le avrebbero fatto piacere, ma il verde desiderava fare le cose in grande e così corse in camera sua senza dare spiegazioni, trascinandosi dietro pastelli, fogli e brillantini.

Alla vista di quest'ultimi Kinako impallidì, probabilmente perché sapeva che sarebbero finiti tutti sparsi sul pavimento.

Quella notte, alla luce della lampadina che gli serviva per la sua paura del buio, Fey disegnò e lavorò con tutto se stesso al biglietto per la sua amata mamma.

La mattina dopo era sfinito, sotto al verde brillante dei suoi occhi c'erano chiaramente i cerchi violacei delle occhiaie per non aver dormito.

Ma in fondo era pienamente soddisfatto del suo lavoro, e non appena vide la ammma che preparava la colazione, le venne incontro esclamando e agitando il biglietto nelle sue manine bianche.

Il biglietto era cosparso di brillantini rosa, mentre all'interno erano disegnati lui, Kinako e Asurei che si tenevano per mano con alcuni cuori intorno e, con la calligrafia insicura di un bambino,c'era scritto "ti voglio bene, mamma" seguito da una caramella alla fragola.

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