CAPITOLO 22 VENDETTE E CALDERONI

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I corridoi erano pieni di ragazzi e ragazze che correvano qua e la recandosi nell’aula dove dovevano fare lezione. Anche i malandrini, che avevano finalmente finito di fare colazione ci si stavano dirigendo. Quella mattina li aspettava la lezione di pozioni. Peter era sempre immerso nel suo silenzio e nei suoi pensieri, esattamente come Remus. Da un momento all’altro era diventato silenzioso e distratto anche se in maniera differente da Peter. Remus sembrava distratto ma felice mentre Peter sembrava non sopportare niente e nessuno. Davanti a loro Ron, Harry ed Hermione stavano parlando a bassa voce. Harry sorrideva e sembrava rilassato. Finalmente tutto stava andando a posto. Hermione e Ron erano intenti a sentire i racconti del matrimonio del giorno prima. Hermione era felice che tutto fosse andato secondo i piani e sperava che James e Lily non rovinassero tutto con questa stupida guerra all’ultimo dispetto. Sembravano davvero due bambini.

A chiudere la file c’erano James e Sirius. Quest’ultimo stava ascoltando gli sfoghi e i deliri dell’amico invidiando un pizzico gli altri che erano riusciti a starne alla larga. Nella sua mente stava riflettendo, senza trovare però risposta su come lui fosse destinato a subire gli umori dell’amico. D’accordo, lui era il suo migliore amico, ma Stev? Dopo tutto ora che aveva scoperto di avere ancora un gemello James poteva ammorbare anche un po’ lui.. Sirius scacciò questi pensieri in pochi istanti. Voleva un bene infinito a James, anche quando rompeva le scatole come quella mattina. Per lui avrebbe fatto di tutto, corse per il castello comprese come aveva già fatto qualche mese prima. Negli ultimi mesi ne erano successe di cose. James aveva scoperto di avere ancora un gemello, Stev. All’inizio si era sentito in qualche modo minacciato, era geloso del fratello di James. Pensava di perdere il suo amico. Ripensando a quei giorni ora si sentiva stupido. Le cose tra loro non erano cambiate per nulla, anche se James era molto legato al fratello. Sembrava una frase stupida ma aveva guadagnato un fratello in più. Nonostante fossero identici nell’aspetto Stev era diverso, sembrava più maturo e riflessivo. Come se avesse visto cose che lo avessero fatto crescere prima. Era anche meno orgoglioso e infantile di James. Decisamente quella mattina il suo amico era insopportabile. Infatti tutti avevano deciso di stargli alla larga, scaricando a lui la patata bollente.

“Ma l’avete vista? Faceva tutta la carina con Jerry..”

Riprese James guardando il suo migliore amico che aveva una faccia rassegnata. Era almeno la decina volta che ripeteva la stessa solfa. Anche se lo si ignorava non la smetteva di ripetere le stesse cose. Sirius sbuffò. Era una battaglia persa cercare di farlo ragionare.

“Beh tu stavi facendo lo stesso con l’oca.”

Gli fece notare Sirius in rimando.

“Betty!”

Sottolineò James come per farla sembrare meno oca. Tentativo molto vano.

“Sempre oca è..”

Concluse Sirius. Avrebbe anche voluto aggiungere che c’era stato insieme l’anno prima e che non era in grado nemmeno di fare gli incantesimi più semplici ma si trattenne. Quando James era in fase polemica contraddirlo era pericoloso. Si rischiava che iniziasse a parlare a raffica stordendo il poveretto che lo ascoltava.

“Cosa centra?”

Rispose James offeso dall’affermazione dell’amico. Betty non era un oca. O forse si. James si chiese se si chiamasse per davvero Betty o se ricordasse male lui. Forse l’amico aveva ragione ma il punto della questione non era quanto fosse oca quella tizia con i capelli scuri che sembrava di ricordare si chiamasse Betty.

“Davvero non lo capisci da solo Ramoso?”

Chiese Sirius stressato e allibito senza ottenere risposta. James sembrava immerso nei suoi pensieri. Alla ricerca di una risposta a cui non riusciva ad arrivare. Che non riusciva ad afferrare.

il golden trio al tempo dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora