9. Mediterranea

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"La BBC Costruzioni è l'azienda leader nel mercato delle grandi infrastrutture e dell'edilizia civile e industriale.

Negli ultimi due anni si è posizionata tra le prime società di co­struzione italiane, entrando afar parte dell'ambita classifica dei General Contractors italiani nel settore delle Grandi Opere. Anche nel permanere della crisi economica globale, ha conseguito un ul­teriore incremento del fatturato e del portafoglio lavori, ripartiti nelle proprie strategie business units; infrastrutture, edilizia civile e industriale, parcheggi e project financing. Da sottolineare..."

La voce del commentatore scandisce con enfasi ogni singolo concetto, ogni parola. Bruno Belleri ascolta nel buio della sala, co­nosce bene quel testo scritto da lui stesso che accompagna lo spet­tatore sulle immagini di apertura del video: dall'alto la telecamera che sorvola autostrade e porti, costeggia a volo radente ciclopiche dighe, plana in impossibili slalom tra palazzi di interi quartieri in cemento e cristallo. Un sommesso applauso parte quando la voce ricorda che " ...fondatore dell'azienda, nonché alla guida della stessa, è Bruno Belleri, ingegnere civile-idraulico e figlio d'arte, che ha voluto trasferire l'esperienza maturata personalmente nel settore delle costruzioni e le competenze gestionali in una nuova azienda giovane, dinamica e determinata, che ha raggiunto in po­chi anni risultati sorprendenti. La BBC Costruzioni Spa in poco tempo si è imposta nel mercato nazionale e internazionale e oggi

è in grado di affrontare grandi commesse pubbliche e private... " poi le immagini cambiano, non più la città, non più asfalto e volti sorridenti di bambini che corrono nei prati con i loro genitori.

Anche il tono cambia, sempre enfatico, ma più cupo e inquie­tante " ...ma questa è la storia della BBC Costruzioni. Le vera scommessa è il presente e, ancora di più, il futuro. Presente e fu­turo che ci raccontano di guerre e fame in paesi a poche miglia di mare dai nostri confini..." ora sullo schermo passano inquadrature di un deserto percorso da un esercito di irregolari: africani coperti di stracci e pezzi di uniformi militari, gridano con le armi in pugno a bordo di fugoni e jeep civili armate con improbabili lanciamis­sili. Nuovo cambio d'inquadratura altra gente: gruppi di donne, bambini e vecchi ammassati in un campo profughi, altri in fila davanti a una enorme pentola, dalla quale personale paramedico estrae mestoli colmi di minestra di qualche sorta.

Una manciata di secondi e tutto cambia di nuovo: disperati sti­pati a bordo di un barcone alla deriva in mezzo al mare. Dalla prua alcuni di loro gesticolano in direzione di una motovedetta della marina italiana, altri si tuffano nell'acqua turchese e con ampie bracciate si dirigono a nuoto verso l'imbarcazione militare; poi il montaggio in pochi fotogrammi porta tutti a terra: sguardi smarriti, volti speranzosi, occhi colmi di lacrime, vagano lungo l'arenile e incrociano la telecamera per frammenti di secondo raccontando di paura, chimere e sogni da realizzare.

"... davvero è tutto ciò che possiamo fare per questa gente?" la domanda rimane sospesa mentre l'ultima inquadratura chiude sui grandi occhi bianchi incastonati nel volto color ebano di una bam­bina dal sorriso un po' triste. Poi, sullo sfondo nero, rimane solo il logo blu della BBC Costruzioni.

- Do il benvenuto a tutti i presenti che ringrazio per essere qui oggi, per aver accettato l'invito della BBC Costruzioni.

Le luci che si riaccendono mostrano Bruno Belleri in piedi die­tro un pulpito con le insegne dell'azienda. Aggiusta il supporto flessibile del microfono, poi appoggia le mani sui bordi della co­lonnina; un brusio confuso serpeggia tra gli astanti.

- Per essere qui oggi, avete rinunciato a una parte del vostro prezioso tempo, ma vi accorgerete tra breve che ne è valsa la pena: sarete i primi a essere messi a conoscenza di un progetto rivolu­zionario, che verrà reso pubblico solo nel corso della conferenza stampa al termine di questo evento.

Come un attore consumato, Belleri si prende alcuni secondi di pausa al solo scopo di accrescere la curiosità di quel suo "pubbli­co", poi lancia un cenno d'intesa a uno dei collaboratori seduto al PC portatile; le luci si abbassano, l'uomo digita qualcosa sulla ta­stiera e sullo schermo compare la versione satellitare di una mappa online della parte più meridionale della penisola italiana.

In mezzo al blu spicca il triangolo di coste frastagliate che rac­chiudono la Sicilia, il puntatore del mouse attraversa tutto lo scher­mo, aggancia il cursore sul lato sinistro dell'immagine e lo sposta verso l'alto di alcune tacche: la zoomata morbida dà la sensazione del volo in picchiata di un gabbiano verso il mare aperto, un volo che si arresta quando più in basso appare una lingua di terra in mezzo al Mediterraneo.

- Molti di voi, avranno riconosciuto questa piccola isola salita agli onori delle cronache a causa degli ormai periodici sbarchi di disperati. - Belleri s'interrompe di nuovo, posa lo sguardo sulla platea, l'impressione è che riesca a guardare negli occhi ognuna delle persone sedute in sala poi riprende - Sì, è Lampedusa, l'e­strema propaggine del suolo italiano; quella che per lungo tempo è stata solo un'isola, per le genti in fuga dalla guerra e dalla povertà è diventato il confine tra la vita e la morte, la speranza e l'angoscia: il varco aperto verso il futuro di prosperità che vedono nell'Euro­pa, un ideale che troppo spesso si scontra con le procedure d'im­migrazione messe in atto dai governi.

E allora, vi chiedo, come è possibile conciliare i bisogni di questi derelitti con le priorità degli stati sovrani d'Europa? Come dare soccorso a chi fugge dalla devastazione, evitando di compro­mettere gli equilibri sociali ed economici delle popolazioni che abitano le terre di confine? Bene, questa è la risposta della BBC Costruzioni!

Belleri indica ancora lo schermo mentre qualcosa di nuovo fa la sua comparsa sulla cartina: spostata in basso di poco verso ovest, quasi a metà nel tratto di mare che divide le coste libiche e lampe- dusane un'altra isola grande poco meno di Lampedusa stessa ma di forma regolare, quasi ellittica.

- Signori, è con orgoglio che vi presento il progetto Mediterranea.

Un brusio di sconcerto attraversa la sala. Belleri attende che

il silenzio torni. Intanto le immagini continuano a scorrere, in un ambiente simulato in 3D.

- Quella davanti a vostri occhi è la riproduzione in computer grafica di Mediterranea: l'isola artificiale che, come potete osserva­re, verrà realizzata al largo delle coste di Lampedusa in acque in­ternazionali. Questa nuova terra diventerà l'approdo di chi, in cerca di speranza, è costretto a lasciare il paese dove è nato. - una teleca­mera virtuale sorvola silenziosa la ricostruzione tridimensionale di colline, prati, campi, strade costeggiate da edifici bassi e squadrati.

- Una volta giunti qui, i profughi potranno essere assistiti dalle organizzazioni umanitarie, dai governi e quindi proseguire verso la loro destinazione o decidere di stabilirsi a Mediterranea, la Bruno Belleri Costruzioni rilascerà senza oneri, a chi ne farà richiesta, una concessione per la costruzione di fabbricati a uso abitativo. Un'apposita commissione d'ispettori vigilerà per evitare ogni for­ma di abuso.

Ma non è tutto. - Belleri tace per alcuni secondi - Mediterranea non sarà una vera isola abbandonata al proprio destino. Come po­tete vedere dalla simulazione, un ponte, quello che sarà il più lungo del mondo, la collegherà a Lampedusa, rendendola di fatto il punto più estremo dell'Europa nel cuore del mar Mediterraneo, divenen­do un simbolo di speranza e di unità dei popoli!

Questo è certo un progetto ambizioso, forse il più ambizioso nella storia della Bruno Belleri Costruzioni, ma tutti qui siamo cer­ti di portarlo a termine. Così come siamo certi che ognuno di voi saprà cogliere l'importanza della sua riuscita e farà quanto in suo potere perché ciò si realizzi!

Grazie.

Le luci in sala si riaccendono e uno scroscio di applausi rimbal­za tra lepareti della meeting room.

Dove scorre il maleWhere stories live. Discover now