4. Augustus Waters.

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I'll take the pain.
Give me the truth, me and my heart
We'll make it through.

"Ei! Ciao!" sento dire da qualcuno alle mie spalle.
Mi volto e... È Jamie. E' stato il ragazzo della festa a parlare.
"Ciao..." rispondo io titubante.
Non voglio per niente parlare con lui. Non mi fido assolutamente ed il modo in cui insisteva venerdì sera alla festa mi ritorna in mente, portandomi a volermi allontanare ancora di più da lui.
"Ascolta, volevo scusarmi con te." inizia lui, avvicinandosi leggermente "Avevo bevuto troppo venerdì, mi dispiace davvero di averti infastidita... e di aver insistito in quel modo. Sul serio, ti chiedo scusa."

Non so se mi fido molto delle sue parole, perché dovrei? Anche se devo ammettere che sia lui sia le sue parole, sembrano sincere.
Sembra davvero dispiaciuto per ciò che ha fatto, posso dirlo dal cipiglio che noto sul suo volto, e da come sembra nervoso.
Forse davvero quello che dice la gente su di lui è falso. Forse lui si, beve tanto, esagera e magari infastidisce qualcuno, ma non è un tipo pericoloso.
O forse no e mi sta solo prendendo in giro, ribatte la mia coscienza. Ma non lo so, sento che posso perdonarlo. Non mi ha fatto del male fisico ed è venuto qui per scusarsi...

"È tutto okay, tranquillo" scelgo di dirgli alla fine, sospirando.
"Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ricominciamo ti va? Io sono Jaime." dice lui tendendomi la mano e abbozzando un sorriso.
Io guardo per un po' la sua mano e poi, decidendo che non mi farà male essere gentile e provare a dargli una seconda occasione, gli sorrido leggermente e "Ciao, sono Rose." gli stringo la mano.
"Rose..." ripete lui ricambiando la stretta "Quindi non mi sono sbagliato totalmente a chiamarti fiorellino" ride lui.
"Oh ti prego!" rido insieme a lui, togliendo la mano dalla sua "Non chiamarmi mai più in quel modo!"
Quando venerdì mi chiamava continuamente in quel modo era estremamente inquietante, adesso invece sembra quasi tenero come nomignolo, ma ciò non significa che mi piaccia.
La campanella suona interrompendo le nostre risate e avvisandoci che dovremmo andare a lezione.
"Beh, ci vediamo in giro allora." mi sorride Jamie. Ha un bel sorriso, calmo, gentile, così diverso da quel sorriso ubriaco che aveva alla festa.
"Ci vediamo." gli rispondo sorridendo, girandomi di nuovo verso il mio armadietto, vedendolo con la coda dell'occhio andare via.

E' stato carino a venire da me a scusarsi, e penso davvero che non ci sia nulla di male nel perdonarlo, in fondo, a me cosa costa? Se dovesse di nuovo fare lo stupido con me lo allontanerò definitivamente, questo è sicuro.
O magari potrebbe allontanarlo Harry di nuovo per me... sogna Rose, sogna.
Sbatto le palpebre velocemente rendendomi conto di essere rimasta a fissare il mio armadietto aperto per minuti interi mentre pensavo.
Devo sbrigarmi se non voglio far tardi a lezione così chiudo velocemente l'armadietto, inserisco la sicura e mi volto diretta verso la mia aula, bloccandomi però di botto sul posto.
Harry.
Di fronte a me.
Adesso.

"Dovresti stare lontana da lui." mi dice severo.
E' lui. E' qui. Mi sta parlando.
Aspetta mi sta parlando? Mi sta davvero parlando!
"Come?" il mio cervello non ha neanche registrato che cosa ha detto, troppo scioccata dal fatto che sia di fronte a me e che mi stia rivolgendo la parola di sua spontanea volontà.
"Ti sei forse dimenticata come ti ha trattata?"
Parla di Jamie? Mi ha vista parlare con lui?
"Se ti riferisci al ragazzo della festa, si è solo scusato." gli spiego tranquilla, anche se in realtà non dovrei dargli spiegazioni.
"E pensi che solo perché si è scusato non lo rifarà? Sei un'ingenua." mi risponde con tono freddo, incenerendomi con lo sguardo, come a volermi incolpare "Vuole solo portarti a letto, e tu gliela fai facile." sbuffa alla fine lui.
Wow tigre, calmati.
"Ma che ne sai tu? E in più, ho solo accettato le sue scuse, non ho intenzione di passare del tempo con lui."
Il che è vero. Nonostante si sia scusato con me, continuo a non fidarmi di lui, del suo atteggiamento, visto comunque la prima impressione che mi ha dato. Una cosa è dare una seconda possibilità, una cosa è essere ingenua.
"E questo lui lo sa?" sbuffa una risata lui.
"Non lo so se lo sa, non mi importa. Che importa a te?" gli pongo finalmente la domanda che mi è passata fin da subito per la testa.

Silence.Where stories live. Discover now