11. Sakura.

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Sweet creature, sweet creature,
When I run out of road, you bring me home.

Questa è una leggenda giapponese che risale a centinaia di anni fa.

In quell'epoca i signori dei feudi si sfidavano in battaglie nelle quali morivano moltissimi umili combattenti, diffondendosi così nel paese tristezza e desolazione.
A causa del susseguirsi di guerre, i momenti di pace erano molto rari.
Nonostante ciò, esisteva uno splendido bosco che la guerra non aveva ancora toccato, pieno di alberi rigogliosi che esalavano delicati profumi e consolavano i tormentati abitanti dell'antico Giappone, poiché nessuno degli eserciti osava contaminare tale bellezza naturale.
In quel meraviglioso bosco si ergeva però un albero che non fioriva mai.
Pur essendo pieno di vita, sui suoi rami non apparivano mai i fiori e per questo aveva l'aspetto di un albero morto e secco.
Pur essendo vivo, sembrava condannato a non godere del colore e degli aromi della fioritura. Gli animali non gli si avvicinavano per paura di essere contagiati dallo stesso male, neanche l'erba cresceva nei suoi dintorni.
La solitudine, la sua unica compagna.

Narra la leggenda che una notte la fata dei boschi comparve accanto all'albero e si commosse vedendolo così solitario, così con nobili parole gli sussurrò che avrebbe voluto vederlo rigoglioso e raggiante, e che era disposta ad aiutarlo.
Allora gli fece la sua proposta: avrebbe lanciato un incantesimo che sarebbe durato 20 anni. Durante questo lasso di tempo, l'albero avrebbe provato quello che prova il cuore umano così forse si sarebbe emozionato e avrebbe trovato la fioritura.
Tuttavia, se terminati i 20 anni non fosse riuscito a recuperare la sua vitalità e bellezza, sarebbe morto immediatamente.

L'albero scoprì che poteva prendere le sembianze di un uomo e tornare a essere albero quando voleva ma, passando lunghi periodi tra gli umani, scoprì che attorno a lui non vedeva altro che odio e guerra.
Questo lo spingeva a tornare nelle sue sembianze originali per lunghi periodi, e così passarono i mesi e poi gli anni.
L'albero era quello di sempre e non trovava negli esseri umani la svolta che potesse liberarlo dalla sua condizione.
Un giorno, tuttavia, dopo essersi trasformato in umano, camminò fino a un ruscello cristallino e lì vide una bellissima giovane.

Sakura.

Impressionato dalla sua bellezza, l'albero dalle sembianze umane si avvicinò a lei.
Sakura si rivelò gentile con lui e per ricambiare la sua gentilezza, la aiutò a trasportare l'acqua fino a casa.
Quando la giovane gli chiese quale era il suo nome, all'albero venne in mente una sola parola: 'Yohiro', che significa speranza.

I due si incontravano tutti i giorni per conversare, per cantare e leggere poemi e libri pieni di storie meravigliose.
Più conosceva Sakura, più sentiva il bisogno di stare al suo fianco. Quando non era con lei, contava i minuti che mancavano per vederla.
Un giorno Yohiro non poté più trattenersi e confessò a Sakura tutto il suo amore per lei.
Le confessò anche la sua vera natura: era un albero tormentato che presto sarebbe morto perché non era riuscito a fiorire.
Sakura rimase impressionata ma restò in silenzio.

Il tempo era passato e la scadenza dei 20 anni stava per avvicinarsi infatti Yohiro, che tornò ad assumere le sembianze di un albero, si sentiva sempre più triste.
Un pomeriggio, quando meno se lo aspettava, Sakura si presentò al suo fianco, lo abbracciò e gli disse che anche lei lo amava, che non voleva che morisse e che non voleva che gli accadesse nulla di male.

Fu allora che apparve nuovamente la fata e chiese a Sakura di scegliere: rimanere umana o fondersi con Yohiro sotto forma di albero.
Lei si guardò intorno e ricordò i campi desolati e distrutti dalla guerra. Allora scelse di fondersi per sempre con Yohiro.
Ed ecco che i due si fusero e divennero uno solo e, come per miracolo, l'alberò fiorì.

La parola Sakura significa 'Bocciolo di ciliegio', ma lei non lo sapeva.
Da allora, il loro amore profuma i campi del Giappone.

Sakura.
Colei che salvò Yohiro dalla solitudine, dalla tristezza, dalla desolazione. Colei che, notando intorno a sé solo distruzione, scelse di fondersi per sempre con il suo grande amore.
Colei che, senza nemmeno saperlo, era già destinata ad essere un albero, profumando per sempre il Giappone.
Ma cos'è veramente il destino?

Non ci ho mai realmente creduto, non ho mai realmente creduto alle cose che accadono solo perché sono destinate ad accadere.
Non so se esista qualcuno più grande lassù, se esista un disegno divino, se le persone siano destinate a conoscersi o se la vita sia solo una serie di coincidenze che casualmente si incontrano.
Una moneta che cade, un braccialetto che si impiglia alla maglia di qualcuno, uno scontrino che scivola via, una giornata di pioggia, cambia il destino di una persona.
E quella persona, per un piccolo, banalissimo, gesto, non farà più le stesse cose che avrebbe invece fatto se quel gesto, quell'evento, non si fosse verificato.
E la sua vita prende un altro binario, completamente.
Magari una persona si ferma ad aiutarti per strada e così facendo non viene investito, oppure piegandosi per aiutarti prende una storta che non avrebbe preso se non si fosse piegato.
Chissà.

Se Sakura non si fosse fusa con Yohiro, lui sarebbe morto per sempre.
Se la fata non avesse fatto quell'incantesimo a Yohiro, lui non avrebbe mai conosciuto Sakura.
Se Yohiro non fosse stato l'albero più triste di tutto il bosco, non si sarebbe mai innamorato.

Allora mi chiedo, sono forse io l'artefice delle conseguenze che accadono?
Se non mi fossi trasferita a Londra per studiare, non avrei mai conosciuto Cassidy.
Se non avessi mai conosciuto Cassidy, non avrei mai saputo di Harry.
E se non avessi mai incontrato Harry?
Tutta una serie di domande, supposizioni e pensieri che alla fine mi portano solo ad una risposta: Nulla capita per caso.

Destino, Dio, fato, qualsiasi cosa sia, qualsiasi cosa esista, mi ha condotto a te.
A te, che sei di fronte a me adesso, poggiato per terra mentre sfogli un libro preso a caso dallo scaffale.
Ti guardo, seduta di fronte a te, e penso che vorrei solo dimostrarti quanto può essere bello desiderare così tanto una persona.
Ti guardo, e penso a quanto la vita deve aver giocato con te per renderti la persona che sei oggi.
Tu alzi lo sguardo, poggi la testa nel mobile di legno dietro di te e mi guardi pure tu, in silenzio, che tanto ormai ci sono abituata.
Ormai l'ho capito che i tuoi silenzi parlano più di te.
Sakura si è fusa a Yohiro con la consapevolezza che non sarebbe più stata un essere umano.
Annullarsi completamente per l'altra persona.

Ci guardiamo, nessun imbarazzo, nessun sorriso smorfioso, nessuna parola, ma stiamo parlando.
'Voglio conoscerti' cerco di dirti.
'Non credo a ciò che dice la gente' provo a trasmetterti.
'Tu non sei pericoloso' tento di farti capire.
E tu cosa stai cercando di dirmi Harry?
Tu credi che ci sia qualcosa sopra di noi? Credi nel fato? Nel destino?
Sei felice di questo qualcosa che mi ha condotta a te?
Chissà che cosa siamo io e te nella tua testa.
Che poi in realtà non siamo nulla nella mia, di testa, ma potremmo un giorno.
Chissà quale azioni dovrò commettere affinché le nostre strade si incrocino definitivamente.
Chissà cosa dovrò dire affinché i tuoi silenzi si annullino completamente.
E chissà chi dovrò conoscere affinché mi porti poi a te. Sempre a te.

Una moneta che cade, un braccialetto che si impiglia alla maglia di qualcuno, uno scontrino che scivola via, una giornata di pioggia, cambia per sempre il destino di una persona.
Il mio sguardo nel tuo, il tuo sguardo nel mio.
Fuori non sta piovendo leggermente adesso, e noi siamo ancora in silenzio, ancora seduti, ancora insieme.
Posso essere la tua Sakura, Harry, devi solo permettermelo.
E tu puoi decisamente essere il mio Yohiro, l'albero più solitario, silenzioso e triste del bosco.
Ma forse lo sei già. Forse sei già la mia speranza.
Chissà.

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Non succede nulla di particolare in questo capitolo, diciamo che è un capitolo di passaggio, solo riflessioni e pensieri di Rose però necessari.
Grazie sempre a chi legge♥️

Silence.Where stories live. Discover now