Chapter 5

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Faceva freddo. Nonostante fossero tutti stretti tra loro, pelle contro pelle, corpo contro corpo, Bakugou aveva brividi che gli risalivano lungo tutta la schiena e le gambe.

Ormai era diventato di routine fare la fila a scuola, per qualsiasi cosa: per i bagni, per mangiare, per prendere posto nelle aule in cui spazio ancora ce n'era, e per le visite mediche, come in quel caso. Dovevano stare ad aspettare anche per ore intere senza maglia e senza pantaloni, solo in boxer, per entrare nell'infermeria e ricevere un checkup completo dei loro parametri.
Recovery girl, Chiyo, non lavorava più a scuola da un po'; non avevano detto cosa le fosse successo, ma tutti sapevano. Al suo posto, si erano presentati degli infermieri volontari, quattro per l'esattezza, in modo da coprire le visite sia per le ragazze che per i ragazzi della UA.

Il controllo consisteva in delle analisi, del sangue e delle urine, per accertarsi che nessuno avesse inghiottito farmaci o sostanze pericolose; si passava poi ad un'analisi molto attenta di ogni centimetro della superficie del corpo: al minimo taglio, abrasione o livido, venivano fatte centinaia di domande, nemmeno fosse un interrogatorio sul perché e il come della presenza di un'imperfezione sulla pelle. Poi bisognava riempire un modulo di tre pagine, dove si affermava che se fosse nata la malsana idea di farsi del male si sarebbe subito corsi a cercare qualcuno.

Nonostante il caos generale che imperversava "fuori", la UA era incredibilmente ben organizzata. Le lezioni erano state drasticamente ridotte, solamente tre ore al giorno, ed erano principalmente materie statiche e teoriche. Niente più lezioni sul campo o di tecniche di combattimento: era proibito uscire fuori dalla struttura. Il resto della giornata era dedicato a corsi motivazionali, al tempo libero e agli hobby degli studenti. Erano nati club di musica, di arte, di teatro, per permettere agli studenti di essere tenuti sotto stretta sorveglianza ma comunque di esprimere loro stessi e di rilasciare l'enorme stress dovuto a quella situazione.
Grazie a queste riforme drastiche e radicali, gli studenti non erano lasciati soli nemmeno per un momento e sfuggire alla sorveglianza degli insegnati sembrava impossibile.

Quando il ragazzo di fronte a Bakugou, un tizio non molto alto, magro e con i capelli castani rasati dietro e lunghi sul davanti, entrò nell'infermeria, il giovane Hero poté constatare con un sorrisetto malizioso sulla faccia che ad accompagnare il loro solito infermiere c'era anche una ragazza sulla trentina a dir poco graziosa. Finalmente avevano sostituito quella brutta racchia di infermiera dalle mani gelide che facevano rabbrividire il biondo al solo pensiero.

Quando chiusero la porta di fronte a lui, Bakugou si rese conto che fino a quel momento non aveva scorto nessun suo compagno di classe. Si guardò indietro, alla ricerca di qualche testa o volto familiare, ma probabilmente erano già tutti corsi a mensa visto che era arrivato lì più tardi del solito. Sbuffò e si rimise composto a fissare il legno che gli si parava davanti agli occhi.

La porta si aprì, e il ragazzo uscì con molta fretta addosso. Katsuki lo squadrò dalla testa ai piedi per capire il perché di quella incontinenza e notò che attraverso i boxer aveva un rigonfiamento proprio all'altezza dell'inguine.

La giovane infermiera aveva mietuto un'altra vittima eh?

Ridacchiando tra sé, entrò nella stanza.



L'aula della 1°A era a dir poco deprimente; erano una delle poche classi ad aver deciso di non dividersi tra maschi e femmine, ma di rimanere uniti nonostante la fastidiosa presenza di Mineta e l'imbarazzo palpabile che aleggiava la sera tardi nella stanza. Ma erano tutti concordi su una cosa: preferivano rimanere con i loro compagni di classe, piuttosto che condividere il loro dolore con degli sconosciuti tutti stretti in una stanza non loro. Non erano rimasti in molti, ma parlare dei compagni perduti era un tabù assoluto, anche se a volte saltavano fuori frasi come "A Uraraka questo sarebbe piaciuto.." o "Nemmeno Kaminari avrebbe mai detto una cosa così stupida!" seguite da un silenzio carico di tensione. I sacchi a pelo e i materassini che usavano per dormire sparivano via via, come ad eliminare ogni traccia che ricordasse loro in che razza di mondo vivevano. Bakugou all'inizio si era infuriato per questo: come potevano cancellare in quel modo il ricordo dei loro compagni?
Ma con il passare delle settimane, riusciva sempre più a capire il perché: quelle scarpe dimenticate in un angolo della classe, quelle coperte buttate a terra, senza nessuno dentro, o quei libri accatastati vicino a un banco ricordavano ogni giorno quanto la morte fosse vicino a loro, in quella stanza, che alitava sui colli di ognuno. Erano pensieri che facevano uscire fuori di testa.

IN REVISIONE/PAUSA - BNHA/Kiribaku -【 Apocalypse 】 - L'epidemia del suicidio.Where stories live. Discover now