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Il mattino seguente mi svegliai con una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando. E in
effetti era così…Jimin era seduto infondo al mio letto con un sorriso stampato su quel bellissimo viso.
Non evitai naturalmente di indietreggiare sul mio letto un po spaventata dalla situazione.

Jimin- Hey, tranquilla. Tuo fratello mi ha aperto e gli ho detto che sono un tuo amico. E inoltre pensavo
fosse una buona idea venire qui, perché mi volevo scusare per ieri. Scusami veramente ti ho messo troppa pressione, non avrei dovuto andare così velocemente….scusami.

Mi ritrovai a provare compassione per lui, volevo dirgli che non aveva colpe, ma che la sola qui a doversi
scusare ero io che lo avevo lasciato da solo ieri. Lui abbassò il volto e non lo rialzò per un bel po.
Io mi alzai e presi il mio squadernino e inziai a scrivere:


Non sei tu il problema. Non hai fatto niente di male, sono io che mi dovrei scusare di averti lasciato solo
ieri. È che stavo per avere un altro attacco e non volevo che mi vedessi di nuovo in quella condizione.


Mi avvicinai a lui e gli misi il quadernino sotto il naso, lui lo prese tra le mani e incominciò a leggerlo.

Jimin- Fammi una promessa, (t/n). Non scappare mai più da me in quel modo, voglio aiutarti per qualunque
problema tu abbia. Mi prometti che non lo farai più?

Ancora una volta mi domandai il perché fosse così protettivo nei miei confronti, ma a quelle parole non mi
scappò altro che un lieve sorriso sul mio volto. Nonostante lo conoscessi da pochi giorni mi stavo abituando
ad averlo intorno e ad avere le sue attenzioni, ma la cosa che mi preoccupava ancora era che il presunto scrittore delle lettere fosse lui. Perché se lo fosse stato non avrei saputo come agire…

Jimin- Questa cos’è?

Mi girai, non mi accorsi neanche che si era alzato dal mio letto e ora in mano aveva una delle lettere. Mi
avvicinai a lui e gliela tolsi dalla mano bruscamente.

Jimin- È qualcosa di importante vedo.

Scossi la testa in segno di negazione, e nel suo volto vidi un leggero senso di tristezza.

Jimin- Mmmm….ti crederò. Allora, preparati che tra poco partiamo.

Lo fissai per svariati minuti per aspettare che uscisse di camera e lasciarmi cambiare.

Jimin- Che c’è?

Presi il mio quadernino e un po in imbarazzo glielo passai.


Potresti uscire, per favore?


Jimin- Oh, giusto. Scusami non ci avevo pensato.

Con questo uscì di camera e io mi cambiai.
Quando finì tutto, scesi e ritrovai Jimin a parlare con mio fratello. Beh, precisamente stavano ridendo.

Taehyung- Hey, sorellina. Perché mi hai tenuto nascosto il tuo ragazzo?

Sgranai gli occhi a quell’affermazione. Diventai rossa e abbassai lo sguardo.

Jimin- Emm….forse ti sei sbagliato. Sono solo un suo amico.

Taehyung- Sarà….comunque sono felice che ne abbia uno.

Mio fratello era molto generoso nei miei confronti, mi dava abbastanza attenzioni, ma io lo rifiutavo ogni
volta. Forse era l’unico della famiglia a essere così allegro. Lo invidiavo un po. Si avvicinò a me e mise una mano sulla mia testa, ma mi allontanai subito. Lui sospirò, e non disse altro,
tranne un saluto.
Quando io e Jimin fummo fuori, io ero molto in imbarazzo e lui anche ma non lo dava a vedere.

ᴘʀᴏᴍɪsᴇ - ᴘᴊWhere stories live. Discover now