Sette draghi

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Era ormai sera, i combattimenti si erano dilungati tanto che la luna aveva avuto tempo di prendere il posto del sole. Sotto un cielo stellato, i cinque membri del team di Fairy Tail l'uno accanto all'altro fissavano l'ultimo avversario rimasto. Sting, che aveva fatto brillare il suo simbolo nel cielo con la chiara intenzione di essere trovato, vaneggiava di una vittoria che si sarebbe preso da solo. Nove punti di differenza tra le loro squadre, se fosse riuscito a sconfiggerli tutti avrebbe portato la propria gilda al primo posto ma non sembrava essere veramente quello il suo intento. Lo sguardo non era quello di chi lottava per i propri compagni, ma sembrava essere più il bisogno di una personale vendetta, un accecante bisogno di rivalsa. Niente che avrebbe potuto intimorire nessuno dei cinque membri, sicuri della loro forza non come umani ma come compagni, invincibili nella potenza dei loro sentimenti. Nonostante i loro corpi fossero tanto distrutti che a malapena si reggevano in piedi, le loro anime si ersero verso il cielo come imponenti giganti. E Sting tremò.
«Non... posso farlo...» sibilò, cadendo in ginocchio di fronte a loro. «Questa è la mia sconfitta» pianse e più riuscì ad alzare la testa di fronte a degli avversari che erano stati in grado di sconfiggerlo nel cuore prima che nel corpo.
«Tutto come previsto» sorrise Priscilla, seduta a fianco della principessa Hisui che guardava con sorpresa la Lacryma Vision.
Il tabellone segnò l'ultimo punto... e con un punteggio di sessantaquattro Fairy Tail mise fine al torneo, guardando dall'alto della loro vetta tutte le gilde che avevano superato con orgoglio e potenza. L'ultima gilda di Fiore era finalmente tornata a brillare.
«Ecco a voi i campioni dei Grandi Giochi della Magia di quest'anno: Fairy Tail!» urlò Chapati con emozione e commozione. Fuochi d'artificio nacquero dalle torrette e fecero brillare il cielo, urla di gioia e di emozione, chiunque dal pubblico non riuscì a risparmiare la propria euforia. Persino le squadre nemiche, nella loro sconfitta, sorrisero con un certo orgoglio per essersela vista con una gilda dalle capacità come quelle.
«Allora» sospirò Priscilla, senza riuscire a nascondere un sorriso orgoglioso e soddisfatto. «L'abbiamo sorpresa abbastanza, Principessa?»
Hisui si alzò di scatto dalla sua poltrona regale, lo sguardo serio e corrucciato.
«Darton, prepara i tuoi uomini. Prendi il mio soprabito» ordinò, decretando così con quelle singole parole la sua decisione: Eclipse sarebbe stata aperta, il suo potere sarebbe stato usato contro la calamità che, ora ne era certa, si sarebbe abbattuto su di loro poche ore più tardi.
«Priscilla-san... vieni con noi» disse infine, coprendosi le spalle con il mantello sfarzoso che Darton le porse.
«I miei amici non sono ancora usciti dal castello» disse Priscilla, camminando dietro di lei. Un'accusa, una richiesta velata: non desiderava altro che la loro incolumità.
«La voce si sta spargendo rapidamente all'interno del castello, spero arrivi presto anche ai lupi famelici e al resto della truppa. Li lasceranno andare appena possibile» disse Hisui camminando rapidamente lungo le scale che portavano all'enorme cortile dove era conservato il portone di Eclipse.
«Spero non è una parola che apprezzo molto» confessò Priscilla, preoccupata per i suoi amici. Raggiunsero in silenzio Eclipse, davanti al quale si fermarono per contemplarlo e prepararsi all'uso.
«Diecimila draghi attaccheranno veramente questo paese» mormorò Priscilla, guardando il portale con un certo rispetto. «Avrei voluto parlarne prima con i miei compagni. Spero che non gli succeda niente».
«Useremo Eclipse contro l'orda di draghi, salveremo questo paese e i tuoi amici, Priscilla-san. Hai la mia parola» disse Hisui con determinazione.
«Apprezzo il vostro buon cuore e la vostra determinazione. Mi solleva sapere di non avere più l'impero contro, sarebbe stata una bella scocciatura» ridacchiò come una bambina innocente di fronte a un divertente accaduto.
«Principessa!» la voce di un uomo provenne dalle loro spalle e portò tutti a voltarsi, scoprendo così l'arrivo di Arcadios, vestito di una sontuosa armatura bianca.
«Arcadios-sama! Sei disarmato!» esclamò Hisui, guardandolo con preoccupazione.
«Comandante...» si fece avanti Darton. «Riguardo quell'incidente dei sotterranei è stato un mio errore di valutazione».
«Per quanto mi riguarda è acqua passata. Le persone qui riunite sono tutte al corrente della versione di Eclipse due?» chiese Arcadios.
«Sì, in questo momento chi ancora non ne è al corrente verrà informato molto presto» rispose Hisui.
«I miei amici? Come stanno i miei amici?» chiese Priscilla, facendo un passo avanti.
«Sono usciti dai sotterranei, sono tutti interi. Abbiamo incrociato la persona che dice di essere venuta dal futuro, ha informato anche loro di ciò che sta per accadere» disse Arcadios e proprio mentre terminava si avvicinò a Hisui.
«Il futuro predetto da quella persona si sta avverando, da questo momento porteremo avanti il piano di Eclipse due» mormorò lei, determinata in volto.
«Perciò annulleremo la prima fase? Non lo useremo per annientare Lord Zeref?» chiese Arcadios e Hisui confermò: «No. Dobbiamo prima occuparci della minaccia che abbiamo di fronte».
Arcadios non disse neanche una parola, ma in un breve istante afferrò l'elsa della spada che portava al suo fianco e la sguainò.
«Come osi?» ruggì d'istinto Darton mentre Priscilla, mossa dallo stesso istinto, fece un passo in avanti verso di loro, pronta a intervenire. Ma non ce ne fu bisogno. Arcadios volse la spada verso se stesso e mise l'elsa nelle mani di Hisui, puntandola su di lui.
«Un cavaliere non dovrebbe mai dubitare delle parole del suo sovrano. Quando le vostre parole si avvereranno, mi toglierò la vita» decretò lui.
«Eh?» sillabò Priscilla con voce nasale, guardando sconvolta la scena.
«I sospetti che avevo circa le vostre motivazioni ci hanno recato molta vergogna, sono pronto a pagare la mia trasgressione... con la vita» disse ancora Arcadios, di fronte a un Hisui paralizzata per la sorpresa.
«Sei impazzito?» chiese Darton, un po' meno pacato.
«Principessa, vi prego, siate sincera con me» insisté Arcadios.
«Arcadios-sama, che significa tutto questo?» chiese Hisui, sempre più confusa.
«La persona che viene dal futuro che abbiamo incontrato non sapeva niente di Eclipse due. Non può essere stata lei a parlarvene. Ha pianto pensando all'imminente catastrofe, perché non sapeva come porre rimedio alla situazione» spiegò Arcadios.
«Lucy...» mormorò Priscilla, cominciando ad essere invasa da qualche domanda. «Un attimo! Eclipse due non era un vostro piano?» chiese.
«No, mi è stato suggerito dalla persona che mi ha detto dei draghi. Lui era certo del modo in cui affrontarli» disse Hisui e quelle parole, benché contrastanti con quello che diceva Arcadios permise comunque di cominciare a capire.
«Lui?» chiese Arcadios, sbarrando gli occhi.
«Lucy è una donna» storse il naso, Priscilla.
«Lucy? Di chi parlate?» chiese Hisui. «La persona che ha viaggiato nel tempo e mi ha dato quel consiglio era un uomo, non una donna».
«Un uomo?» chiese Priscilla, sorpresa.
«Qualcun altro è venuto indietro dal futuro?» si interrogò Arcadios.
«Perciò sono due le persone del futuro...» mormorò Priscilla, cominciando a capire.
«Non mi sorprenderebbe se ce ne fossero anche tre o quattro» disse Hisui con sicurezza. «Vista la gravità della situazione è normale pensare che in molti abbiano pensato di tornare indietro per evitarlo e salvarci».
«Ha senso» mormorò Priscilla, voltando lo sguardo a Eclipse. «Ma chi ce lo assicura?» aggiunse poi, sovrappensiero. Non sapendo nemmeno di chi si trattasse, come avrebbe potuto dire con sicurezza che era venuto per salvarli?
«Se davvero siete un cavaliere allora dovreste puntare la spada dove occorre. Sto per aprire le porte» disse Hisui, passando nuovamente l'arma ad Arcadios.
«Non dovremmo aspettare di vedere comparire i draghi, almeno?» chiese Priscilla, dubbiosa, lanciando uno sguardo al cielo. La luna aveva cominciato già da un po' a coprirsi di una luce rossastra, la luce dell'eclissi del sette luglio che avrebbe dato alla porta le condizioni necessarie a sfoderare la sua potenza e liberare così tutta l'energia accumulata in quegli anni.
«Eclipse ha bisogno di caricarsi prima di poter sparare, dobbiamo prepararci prima» disse camminando di fronte alla porta. Si voltò infine e alzò una mano, gridando all'intero esercito che si trovava lì: «In risposta all'imminente attacco dei draghi diamo inizio alla procedura di azionamento del cannone Eclipse. Ora!» ordinò. La porta venne attivata, dodici pilastri circolari che bloccavano la chiusura della porta si ritrassero lentamente, uno alla volta.
Il rumore era come quello di un enorme orologio che dava indicazione del tempo che rimaneva loro prima di una battaglia dalle proporzioni gigantesche.
«Ancora nessun avvistamento dei draghi dall'osservatorio ovest!» annunciò uno dei soldati, mentre la porta lentamente veniva sbloccata.
«Nemmeno dall'osservatorio est!» aggiunse un secondo, appena ricevuta la notizia.
«Come procede l'evacuazione dei cittadini?» si informò Darton.
«Tutto sotto controllo, i soldati li stanno mobilitando rapidamente» rispose un altro dei soldati.
"Oggi doveva essere un giorno di festa" pensò Priscilla, continuando a guardare i pilastri che uno alla volta venivano sbloccati. "Avremmo festeggiato fino al mattino. Anzi, no, per giorni interi. Doveva essere un giorno di grande gioia" sospirò, cercando di placare i battiti del suo cuore.
"Ho davvero una brutta sensazione".
«Prego che riusciamo ad eliminarli tutti con un colpo» sospirò Hisui. «Ci vorranno anni per ammassare ancora una tale quantità di energia».
Priscilla alzò la testa per prima e la voltò a dei cespugli, alla loro destra, cosa che fece subito dopo anche Arcadios. Non c'era bisogno di avere un grande istinto per riuscire a percepire il movimento di foglie che indicava la presenza di qualcuno.
«Non c'è bisogno che vi nascondiate» disse il cavaliere a nessuno, apparentemente. «Mostratevi».
Happy e Lily saltarono fuori per prima, a pugnetti stretti.
«Non abbiamo fatto niente di male!» esclamò Happy, agitandosi nervoso.
«Liberate subito Priscilla!» disse Lily, prendendo tra le mani la piccola spada che si era conquistato tempo addietro. Una spada in grado di cambiare le proprie dimensioni, era quello che faceva al caso suo.
«Liberate?» mormorò Priscilla, prima di farsi sfuggire un sorriso divertito.
"Credono mi abbiano catturato" capì l'equivoco e la cosa in parte la divertì.
Anche Charle, Lucy e Wendy uscirono da dietro i cespugli, mostrandosi turbate in parte, anche se confuse.
«Fairy Tail?» chiese Hisui, riconoscendole.
«Aspettate. Le circostanze sono cambiate» disse Darton, facendo un passo avanti. «Siamo tutti dalla stessa parte, adesso».
«Non mi hanno catturata» ridacchiò Priscilla.
«Sei stata tu a catturare la principessa, in realtà» le disse Darton, fulminandola ancora furioso per quanto accaduto quel pomeriggio e lei ridacchiando si grattò la nuca imbarazzata, rispondendo: «Solo un evento di circostanza, è tutto risolto adesso».
«Vi porgo le mie più umili scuse» disse Hisui, facendosi avanti. «Data la situazione spero mi permetterete di rimandare a un altro momento le scuse formali».
«Charle! La principessa!» sussurrò Wendy, portandosi entrambe le mani al volto emozionato.
«Ora che ricordo» sorrise ancora Hisui. «Congratulazioni per la vittoria ai Grandi Giochi della magia».
«Ce l'hanno fatta!» esclamò Wendy, felice.
«Evviva!» si unì Happy, saltellando felice.
«Ragazzi... dov'è Natsu? E la Lucy del futuro?» chiese Priscilla, avvicinandosi ai suoi compagni. I loro volti si fecero cupi, gli occhi tristi, e solo la freddezza di un ex comandante come lo era Lily riuscì a pronunciare: «È stata uccisa. C'era un altro uomo dal futuro, abbiamo lasciato Natsu che combatteva contro di lui».
«Un uomo dal futuro?!» sussultò Priscilla, attribuendo immediatamente quel nuovo evento allo stesso di cui parlava Hisui. Con ogni probabilità era proprio lui che aveva parlato alla principessa di Eclipse due. Perché allora lo stavano combattendo e aveva ucciso Lucy?
«Quell'uomo ha detto che io avrei interferito con l'apertura delle porte e che quindi il cannone Eclipse non sarebbe stato azionato!» disse Lucy.
«Per questo ha cercato di ucciderti?» chiese Arcadios e Lucy annuì.
«Lo farai? Interferirai con l'apertura?» chiese Hisui, guardandola con preoccupazione e probabilmente già pronta a intervenire per impedirglielo.
Ma Lucy negò vistosamente ed esclamò, quasi offesa: «Non lo farei mai! Solo non capisco perché vogliate aprire Eclipse prima che i draghi siano comparsi» aggiunse poi.
«È semplice. Il cannone ha bisogno di tempo per caricarsi. Se aspettassimo il loro arrivo, non faremmo in tempo» spiegò Hisui, voltandosi a guardare le porte che ancora lentamente venivano sbloccate.
Wendy fu l'unica a voltarsi verso Priscilla, stranamente silenziosa, e si preoccupò quando la vide col volto rabbuiato che si fissava il simbolo della gilda sul palmo della mano destra.
«Priscilla-nee» mormorò, avvicinandosi a lei.
«Loki l'aveva lasciata a me» mormorò lei, con la voce rotta dal dolore. Non fu difficile capire di chi stesse parlando, anche se Wendy non conosceva quel piccolo dettaglio. La Lucy del futuro aveva detto di aver incrociato Priscilla, prima di arrivare lì, e che le aveva già raccontato ogni cosa. Sicuramente sapere che era morta non l'aveva lasciata indifferente.
«Forse sarei dovuta andare con lei» disse, abbozzando così un senso di colpa di cui si stava caricando come un masso. Come avrebbe dimenticato le sue lacrime, come avrebbe dimenticato la sua mano priva del simbolo di cui non riusciva nemmeno a pronunciare a voce alta il motivo della sua scomparsa? Priscila era rimasta con la principessa, credendo di tenerla d'occhio, credendo che così avrebbe potuto avere controllo su Eclipse e su quanto stesse accadendo, ma così facendo l'aveva lasciata sola... aveva lasciato sola una sua amica e ora veniva a scoprire che era morta. Come poteva non pensare che fosse stata colpa sua? Strinse le dita intorno al proprio simbolo, con rabbia e dolore.
«Non credo sarebbe andata diversamente» disse Charle, avvicinandosi alle due. «La Lucy del futuro si è sacrificata per salvare la nostra Lucy. Nemmeno Natsu è stato abbastanza veloce da fermarla, non credo che se fossi stata con noi avresti potuto salvarla. Non hai sbagliato» e se a dirlo era proprio lei, che non perdeva mai occasione per prendersela con Priscilla per una sorta di rivalità che mai aveva avuto ragione di esistere, allora non poteva non crederle. Anche se il dolore della perdita non diminuì, riuscì almeno a sentirsi in parte sollevata.
«Grazie, Charle» disse, rilassando le spalle.
«Principessa» avanzò Lucy, guardando severa la porta di Eclipse. «Quella cosa è davvero in grado di sconfiggere tutti i draghi?» chiese, preoccupata.
«Non lo so. Ma mentre parliamo sua maestà il Re starà facendo tutti i preparativi nel caso la situazione volga al peggio» rispose Hisui.
«Quali preparazioni?» chiese Happy.
«Chiederemo aiuto e sostegno da parte di tutti i maghi che hanno partecipato ai Grandi Giochi. Sono gli unici che possono aiutarci» spiegò Hisui.
«Tutti i maghi?» chiese Priscilla, riuscendo a percepire la portata di un tale esercito.
«Ce ne sono davvero tanti con un grande potere, se contiamo anche i Master» disse Wendy, sollevata all'idea di avere dalla loro una simile potenza.
«Sì, ma abbiamo già avuto modo di scontrarci contro Acnologia e non è andata molto bene. Se sono tutti come lui...» disse Priscilla senza avere la forza di terminare la frase.
«Non abbiamo altra scelta se non fidarci della nostra forza e delle nostre armi» disse Lily.
«Sono sicura che se lotteremo tutti insieme possiamo avere una possibilità. Vero, Charle?» chiese Wendy, stringendo i pugni con determinazione. Priscilla le posò una mano sulla testa, una carezza, un gesto affettuoso e solidale.
«Ben detto, Wendy-chan» disse, carica di una nuova forza. «Non permetterò che nessun'altro muoia» si corrucciò e Wendy si sentì ancora più carica da quelle parole. Se Priscilla faceva sul serio, se Priscilla lottava con tutte le sue forze, non c'era niente che non potesse fare. Aveva piena fiducia in quella che ormai da tempo si era abituata a chiamare sorellona.
E infine, davanti ai loro occhi decisi e pronti, le porte di Eclipse finalmente si aprirono. Aria uscì dal suo interno, soffi di vento dall'odore intenso, di antico e potente. L'energia magica che sprigionava era possibile percepirla sulla pelle, faceva venire i brividi. La luce abbagliante che proveniva dall'interno era come un faro di speranza per chi tremava all'idea di ciò che sarebbe accaduto da lì a poco.
"Speriamo serva davvero a qualcosa" pensò Priscilla, sentendo ancora la preoccupazione martellarle nel petto. Quella brutta, orrenda, sensazione che qualcosa sarebbe andato storto.
«No...» il sussurro di Lucy, mentre lentamente si avvicinava all'ingresso della porta.
«Lucy-san?» chiese Wendy e non solo lei si tese, come una corda di violino.
«Questa porta... deve restare chiusa! Dovete chiuderla!» disse, quasi urlò, stringendo i pugni. «Non permettete che si apra completamente! Chiudetele!»
«Lucy-san?» chiese ancora Wendy, impallidendo. Il futuro che l'uomo aveva predetto, una Lucy che avrebbe impedito alle porte di aprirsi, di usare il cannone... si stava avverando. Nonostante la sua promessa a non interferire, ora Lucy urlava e supplicava di chiudere immediatamente quelle porte.
Priscilla scattò, senza esitazione, correndo verso l'apertura della porta. La sensazione nel suo petto non si era ancora fermata e le parole di Lucy erano come una conferma a ciò che sentiva, ai suoi timori. Non aveva idea del motivo di quella richiesta, non sapeva cosa sarebbe potuto accadere, ma aveva imparato a fidarsi ciecamente dei suoi amici e non avrebbe smesso proprio in un momento come quello. Se Lucy chiedeva di chiudere le porte, allora andava fatto.
«Fermatela immediatamente!» urlò Arcadios, mentre altri soldati erano già intervenuti a bloccare Lucy nonostante si stesse dimenando. Priscilla scaraventò via chi gli si parò di fronte e fermandosi davanti all'enorme portone puntò a lui entrambi i palmi delle mani. Il vento prese a soffiare con rabbia e una potenza che avrebbe potuto sradicare città intere, spingendo i due portoni con il chiaro intento di richiuderlo. Senza successo.
Non era questione di forza, ma questione di magia, e anche se Priscilla vantava di essere una delle maghe con più quantità magica posseduta, essendone lei stessa composta, non era abbastanza da sovrastare la magia di tutti i maghi di Fiore accumulata per sette lunghi anni. L'aria cambiò improvvisamente la sua consistenza, un odore, una vibrazione, poi un ruggito tanto potente da essere sentito a distanza di chilometri. Un soffio di vento proveniente dal suo interno, come il respiro putrefatto di chi aveva masticato morte per secoli, colpì Priscilla e nonostante il vento fosse il suo elemento fu abbastanza da vincerla e scaraventarla via.
«Ma che succede?» chiese Charle, aggrappandosi a Wendy per non essere lanciata via.
«Dovete chiuderla! Chiudetela! Non capite? Quella porta non è un cannone, è collegata a quattrocento anni nel passato!» gridò ancora Lucy, ma le sue parole non ebbero tempo di finire di essere pronunciate che la verità si palesò davanti ai loro occhi. Un mostro, un enorme creatura, un drago in carne e ossa poggiò la possente zampa fuori dalla porta e uscì camminando con fierezza nel cortile del palazzo. Ruggì ancora, sotto lo sguardo attonito e sconvolto dei presenti, e ancora si fece avanti poggiando con un altro passo la zampa a pochi centimetri da Priscilla, quasi schiacciandola.
«Priscilla-nee!» provò a chiamarla inutilmente Wendy, mentre lei paralizzata guardava il mostro che aveva sopra di sé tremando dal terrore. Solo con la forza del proprio ruggito l'intero cortile venne ridotto in macerie e i presenti lanciati lontani, spinti dall'urto della sua voce. Alzò la zampa per aria e la riposò a terra con foga, aprendo con solo quel gesto un cratere che per chilometri divise la città a metà.
E dietro di lui altri si fecero avanti, entrando uno dopo l'altro in quello stesso cortile per poi prendere ognuno una direzione diversa e alzarsi in volo. Wendy si sollevò delle macerie e guardò pallida l'esercito di draghi che lentamente entrava dalla porta che loro stesse avevano aperto. Uno di questi si fece pericolosamente vicino, anche se non sembrò notarla l'avrebbe schiacciata con una zampa se Priscilla non fosse volata da lei e l'avesse presa appena in tempo.
«Wendy!» la chiamò, prendendola in braccio e volando via evitando di essere calpestate. Atterrò poco distante e rimise la bimba a terra, guardando i draghi che uno alla volta entravano, distruggevano e spiccavano il volo pronti a distruggere l'intera città.
«Priscilla-nee...» balbettò Wendy, terrorizzata.
«Dobbiamo fermarli» mormorò Priscilla, prima di alzarsi e cercare Lucy nel caos di quanto stesse accadendo. «Lucy! Dobbiamo chiudere le porte!» le urlò, prima di riprendere a correre verso di esse.
«Priscilla!» la richiamò inutilmente Charle, preoccupata per lei.
Lucy ebbe la stessa prontezza di spirito e si voltò rapida verso la principessa Hisui, paralizzata di fronte a quel terrificante spettacolo. La prese per le spalle e non si preoccupò dei convenevoli, quando le urlò: «Come si chiudono le porte?»
Ma Hisui non ebbe nemmeno la forza di ascoltarla, tremava e mugolava dalla paura e dallo shock.
«Principessa! Torna in te! Dimmi come si chiudono!» insisté Lucy, mentre alle sue spalle Priscilla, schivando le zampe di quei mostri era tornata a posizionarsi davanti a loro. Urlò, urlò con tutta la forza che aveva, e il vento scese dal cielo su di lei con una tale potenza che era possibile sentirlo ruggire e rombare nei suoi turbini perfino dalla periferia.
«Non andrete oltre!» ringhiò, lanciando nuovamente contro le porte il proprio potere ma questa volta non per richiudere le porte ma per impedire ai draghi di entrare ancora piazzando davanti a loro un muro d'aria e vento. Un ruggito provenne dal suo interno e il muro di Priscilla venne sfondato senza difficoltà, permettendo a un altro drago di entrare a Crocus. Priscilla, scaraventata nuovamente indietro dalla potenza di quei ruggiti, piantò i piedi a terra per riuscire a frenarsi dalla caduta e rialzarsi dal capitombolo. Nuovamente corse di fronte alle porte, ostinata, ripetendo ancora una volta l'attacco.
«Principessa! Torna in te!» urlò Lucy, dietro di lei, continuando a scuotere Hisui nel tentativo di farla riprendere.
«Lì...» balbettò Hisui. «Su quel piedistallo» riuscì finalmente a dire e Lucy cominciò a correre verso di esso, dove era possibile vederci un'ampia leva. Sicuramente la loro salvezza.
Altro vento si frappose tra i draghi e il cortile e colui che stava tentando di uscire in quel momento ebbe addirittura dell'esitazione. Non tanto intimorito da colei che manco notava, considerandola niente più che un insetto da schiacciare, ma perché quel vento magico fu in grado di farlo indietreggiare con la sua forza di qualche centimetro. Sbatté un piede a terra, infastidito, e ruggì contrariato e furioso da quella piccola ma irritante interruzione. Bastò quello, Priscilla venne nuovamente lanciata indietro, il muro disintegrato e persino Lucy roteò all'indietro allontanandosi dalla leva che avrebbe dovuto tirare.
«Lucy!» chiamò Priscilla, rialzandosi nuovamente. «Sbrigati!» disse e un potente soffio di vento raccolse la bionda da terra e la scaraventò nuovamente davanti, verso la leva che finalmente riuscì ad afferrare.
«Priscilla-nee!» chiamò Wendy, vedendola poi nuovamente correre di fronte alla porta e provare ancora a fermarli.
«Wendy!» chiamò Priscilla. «Aiutami!»
«Ok!» disse la bambina, senza neanche esitare e corse al fianco di Priscilla. Entrambe presero nuovamente posizione e usarono la propria magia del vento e del cielo per bloccare il cammino ai draghi, mentre Lucy appesa alla leva la tirava con tutte le sue forze, senza riuscire però a smuoverla. Ancora una volta lo stesso drago, benché fosse sembrato respinto indietro per pochi centimetri, semplicemente ruggì e batté a terra le zampe per rimandare indietro le due maghe del vento.
«È tutto inutile!» esclamò Lily, ora vicino alle due.
«Ma che sta succedendo?» gridò Charle, cercando di ripararsi come poteva. «Come ha fatto Lucy a capire quello che stava accadendo?»
«Non sono stata io» rispose Lucy, ancora impegnata a tirare la leva. «Ho fatto fare delle ricerche al vecchio Kru, ha finito giusto un attimo fa. Questa porta ha un meccanismo che collega la magia degli Spiriti Stellari con quello dei libri di Zeref. In origine questa porta serviva a controllare il tempo e spostarsi in esso, ma ora a causa della luna piena e dell'eclissi, la magia contenuta al suo interno sta uscendo all'impazzata. La porta si è connessa a quattrocento anni fa, quando i draghi ancora vagavano su questa terra, per questo stanno uscendo da qui!»
«I draghi stanno ancora uscendo!» esclamò terrorizzato uno dei soldati e Priscilla, al suo grido, scattò nuovamente e allungò di nuovo una mano verso la porta, pronta a tentare ancora per cercare di guadagnare tempo.
Ma non appena il vento controllato dalla maga si scagliò si suoi nemici, cessò improvvisamente e Priscilla cadde a terra, in ginocchio.
«Priscilla-nee!» chiamò Wendy, preoccupata.
«Stai usando troppa magia!» l'ammonì Charle, capendo l'origine del suo cedimento.
«Merda» gracchiò Priscilla, prendendo profonde boccate d'aria mentre il sudore le colava giù dalla fronte. "È tutto il giorno che uso Mirage e Aerial Perception, ero già affaticata ben prima di cominciare" rifletté sentendo i muscoli tremare per la fatica.
«Lucy!» chiamò, guardando con disperazione l'amica che ancora tirava la leva con tutta la forza che aveva, inutilmente.
«Perché non si chiude?!» ruggì Lucy, allo stremo delle forze senza riuscire ad avere il controllo di quella porta. Ancora un ruggito e anche Lucy venne nuovamente scaraventata indietro dall'onda d'urto. Rotolò tra le rocce, ma si rialzò e di nuovo corse verso la manopola. Priscilla serrò pugni e denti, prima di rialzarsi e tornare a correre verso i draghi.
«Priscilla-nee!» chiamò Wendy, terrorizzata all'idea di cosa avrebbe potuto fare.
«Lo costringerò a combattermi! Se resta fermo sulla porta, impegnato, gli altri dietro di lui non potranno passare. Prendo un po' di tempo!» disse saltando e spiccando il volo.
«Ferma, pazza!» gridò Charle.
«Ti farà a pezzi!» provò a chiamarla Lily, altrettanto sconvolto. Ma nessuno dei due venne ascoltato e Priscilla con un urlo si lanciò contro il muso dell'ennesimo drago, caricando il proprio pugno di vento circolante. Sparò avanti il colpo e il vento si allungò, fino a raggiungere il muso del drago, senza nemmeno scalfirlo. Il drago si mosse di lato e con un semplice colpo di muso colpì Priscilla, scaraventandola via come un moscerino fastidioso. Priscilla roteò per un po' per aria, apparentemente priva di coscienza, ma poi si bloccò a mezz'aria e tornò a fissare il suo nemico. Ricoperta di ferite da capo a piedi, tremante, si teneva lo stomaco colpito mentre un rivolo di sangue le usciva dalle labbra.
«Fermo... fermo dove sei!» gridò, tornando nuovamente all'attacco. Alzò la mano al cielo mentre volava verso di lui e ancora il vento di accumulò intorno al suo braccio e si estese per almeno una decina di metri. Condensandosi, mischiandosi al ghiaccio proveniente dal lato sinistro del suo corpo, prese infine la forma di una mano gigante che lanciò in avanti, verso il nemico.
«Master's Hand!» gridò, mentre la mano di vento chiusa a pugno cadeva sulla testa del drago. Lo colpì e sorprendentemente il drago ciondolò appena con la testa, tramortito per il colpo.
«L'ha preso!» esultò Wendy.
«Ci è riuscita davvero» mormorò Charle, sconvolta dalla forza che Priscilla dimostrava ogni volta. L'effetto del colpo durò solo qualche istante, non ci volle molto al drago per tornare perfettamente in piedi e senza nemmeno un graffio.
«Ho promesso...» ansimò Priscilla, in volo davanti a lui, tenendosi un fianco ferito. «Ho promesso a Primo che mi sarei occupata di loro. Sono il suo asso nella manica, hai capito?!» gridò verso il cielo e ancora un tornado scese al suo richiamo e l'avvolse al suo interno, sprigionando una potenza che costrinse parte dei soldati ad aggrapparsi a qualcosa per non essere lanciati via. Il vento si condensò in un singolo punto, proprio intorno a Priscilla, e si raffreddò sotto al potere che Leon aveva concesso alla sua parte sinistra. Non solo una mano, ma lentamente il vento si divise alla base, si allungò alle estremità, e infine prese la forma di un vero e proprio essere umano gigantesco formato solo di vento e ghiaccio. Al suo interno, Priscilla era proprio laddove sarebbe dovuto esserci un cuore e allungò in avanti le mani, sporgendosi verso il drago. La sagoma di vento fece altrettanto, imitando i suoi movimenti, e poggiò entrambe le mani sulle spalle del drago. Non seppero se a urlare fosse più Priscilla al suo interno, il drago contrariato per quella forza che in qualche modo riusciva a tenergli testa, o il rombo del vento che formava l'enorme uomo magico di Priscilla.
«Master's Heart!» gridò lei e l'uomo di vento piantando l'enorme piede dietro di sé, le mani sulle spalle del drago avversario, cominciò a spingerlo indietro.
Una luce brillò alle sue spalle, ma lei non poté vederla, impegnata a usare tutte le forze che le erano rimaste in corpo per spingere indietro il drago. Drago che ruggendo e ringhiando, si ritrovò persino ad indietreggiare sotto quella forza che non avrebbe mai pensato di trovarsi di fronte. Era con metà corpo al centro della porta e ancora indietreggiava, spinto all'interno dall'uomo di vento di Priscilla, quando le voci di Lucy e Yukino risuonarono per tutto il cortile. Avvolte dalla stessa luce accecante che brillava sopra di loro, la luce sprigionata da tutte e dodici le chiavi, si tenevano per mano e recitavano con solennità: «Oh, Spiriti Stellari dei dodici sentieri dateci il potere di sigillare questo male. Apritevi dodici porte dello zodiaco!» la luce intorno a loro splendette ancora maggiormente, mentre una forza magica spingeva e raggiungeva il cielo con tale potenza da far volare i loro vestiti e capelli. Intorno ad entrambe tutti e dodici gli Spiriti dello zodiaco apparvero, evocati tutti insieme, per poi lanciarsi con rapidità contro le due ante dell'enorme porta. Con ancora urla e rabbia, Priscilla aveva spinto al suo interno il drago che aveva di fronte almeno fino al collo e continuò anche quando i dodici spiriti cominciarono a chiudere le due ante.
«Non sottovalutate... Fairy Tail!» gridò Priscilla in un ultimo sforzo, prima che finalmente l'enorme porta di Eclipse venne chiusa e il drago contro cui aveva combattuto fino a quel momento rispedito indietro, nel suo tempo. L'enorme uomo di vento e ghiaccio che aveva custodito Priscilla nel petto e di cui si era fatto carico della sua forza si dissolse all'istante e la ragazza, senza più nemmeno un briciolo di forza, cadde a terra senza neanche più l'energia di farsi galleggiare come faceva sempre.
«Pricchan!» gridò Lucy, correndo quei pochi metri in avanti verso di lei e si tuffò in avanti a braccia allungate. Atterrò al suolo sotto Priscilla, appena in tempo per permetterle di cadere su di lei e non a terra. Mugolò dolorante quando il peso di Priscilla le colpì la schiena, ma fu un dolore che accettò volentieri, sapendo di aver evitato alla sua amica un duro colpo sulla pietra.
«Lucy» sussurrò Priscilla su di lei, con quel poco di forza che aveva. Neanche riusciva a muoversi per spostarsi e permetterle di alzarsi. Lucy alzò la testa e si voltò per guardarla, felice di sentirla ancora viva. «Le tue enormi tette hanno ammortizzato il colpo» disse e Lucy, rossa in volto, ringhiò un furioso: «Scherzi anche in momenti come questi?!»
Priscilla accennò una risata, per quanto riuscisse, tossendo appena tra un colpo di voce e un altro. «Sono completamente a pezzi, non riesco neanche a muovere un dito» sibilò, divertita dallo stato in cui si era ridotta, ma felice di essere riuscita a tenere testa addirittura a un drago per proteggere i suoi amici. Vederli ancora tutti interi, poi, dava un significato a ogni singola fitta che la colpiva ad ogni respiro.
«Ce l'hanno fatta!!!» esultò Happy.
«Evviva! L'hanno chiusa!» esultò Wendy.
«Q-quella donna è...» balbettò Lily, ancora sconvolto dall'uomo di vento di Priscilla che era stato in grado di far arretrare un drago e spingerlo indietro.
«Priscilla ne ha sempre una nuova per la testa» disse Charle, guardando la ragazza a terra con un certo orgoglio negli occhi.
«È presto per esultare!» intervenne Arcadios, severo. «Quanti ne sono entrati?!»
«Ce ne sono sette, signore!» rispose uno dei suoi sottoposti, pronto e informato.
«Dovevate proprio ficcare il naso in cose che non vi riguardano?» la voce di un uomo comparve in quello stesso cortile, attirando l'attenzione di chiunque fosse lì presente. Era un ragazzo, dal volto anche conosciuto, la lunga capigliatura scura e un tatuaggio nero sul volto. Priscilla, in ginocchio e sorretta da Lucy, lo guardò con quel singolo occhio che riusciva ora a tenere aperto e chiese, titubante: «Ma lui non somiglia...?»
«Rogue» sussurrò Lucy e Priscilla sussultò nel sentire il suo nome. «Quel Rogue?!» chiese, sconvolta.
«È venuto dal futuro. È lui che ha tentato di uccidermi» spiegò Lucy e Rogue sghignazzò, prima di affermare: «Ma sette saranno più che sufficienti. A dire il vero, tentare di controllarne diecimila sarebbe stato un vero incubo».
«Controllarne?» chiese Priscilla, sgranando gli occhi.
«Che stai dicendo?» chiese Mirajane, tornata insieme a Yukino appena in tempo per riuscire ad aiutare Lucy con le chiavi.
«È... è lui che mi ha detto del futuro» balbettò Hisui, riconoscendolo, e Arcadios le si piazzò rapidamente davanti ordinandole: «State dietro di me, Principessa!»
«Così è lui il cattivo» digrignò i denti Priscilla, riuscendo finalmente a capire cosa in tutta quella faccenda non le quadrasse.
«Era questo il tuo obiettivo fin dall'inizio?!» ringhiò Lucy, furiosa.
«Ascoltatemi, sciocchi cittadini! Da questo momento in poi... la razza umana si estinguerà!» esclamò Rogue, ridendo e sogghignando. «Ora ha inizio l'era dei draghi» e sopra la sua testa i sette draghi che avevano fatto in tempo a uscire dalla porta ruggirono, facendo tremare la terra e i cuori. Volavano in cerchio, sopra le loro teste, ma non fecero altro per il momento che far sentire la loro voce.
«Per prima cosa trovate tutti i maghi in città ed eliminateli!» disse Rogue alzando la testa verso di loro e con un altro ruggito tutti e sette si sparpagliarono nel cielo.
«I draghi gli obbediscono!» esclamò Charle, sconvolta.
«Ha detto qualcosa sul controllarli... possibile che...» mormorò Lily, altrettanto shockato.
«L'arte segreta del dominare i draghi» disse Rogue, mentre uno dei draghi gli si avvicinava alle spalle. «La magia di manipolazione dei draghi!» disse prima di saltare e venir accolto dall'enorme zampa di questo. Il drago si alzò in volo, pronto ad andare chissà dove e portarsi dietro Rogue, quando un altro dei draghi si avvicinò a lui.
«Puoi fare quello che ti pare, qui» gli disse e infine volò via.
«Zirconis!!!» esclamarono all'unisono Wendy, Happy e Lucy, riconoscendo il drago dalle scaglie verdi che volava ora in mezzo al cortile.
«È lui veramente» mormorò Wendy.
«Lo conoscete?» chiese Priscilla, voltandosi a guardare Lucy che ancora la teneva con un braccio appoggiato alle sue spalle per aiutarla a rialzarsi.
«È il drago con cui abbiamo parlato ieri nei sotterranei. O almeno, abbiamo parlato con la sua anima» spiegò Lucy.
«Avete parlato con me?» chiese Zirconis atterrando al centro della piazza e voltando gli occhi a Lucy.
«Non ricordi, Zirconis? Ci hai raccontato di Acnologia e della guerra tra draghi di quattrocento anni fa» provò a dirgli Wendy, avvicinandosi di qualche passo.
«Non ricordo assolutamente niente! Ed è impossibile che io l'abbia fatto, io detesto gli umani, non ci parlo mica» disse offeso.
«Io sono un gatto, hai parlato con me» disse Happy e Zirconis disse, annuendo: «Ah, capisco... in tal caso...»
«Accetta la cosa in questo modo?!» sussultò Priscilla, sconvolta della semplicità di quel drago.
«È inutile Wendy, noi abbiamo parlato con il suo spirito di quattrocento anni dopo. È normale che non si ricordi» disse Charle alla bambina.
«Dici di odiare gli umani ma in questo momento ci stai parlando» mormorò Lucy, alzando un sopracciglio, e Zirconis sussultò, sentendosi probabilmente offeso.
«Ridicolo! Non sto parlando con voi, ma con quel gatto!» disse indicandolo con la punta dell'unghia.
«È serio?» mormorò Priscilla, arrendevole.
«Io accetto di avere a che fare con gli umani in una sola occasione! Per pranzo» sghignazzò Zirconis. «Deliziosi umani che fanno venire l'acquolina alla bocca! Ben rosolati, o anche crudi, al vapore o affumicato. In qualsiasi modo si metta sono sempre deliziosi».
«A quanto pare gli piace molto parlare» ridacchiò Lucy, sentendosi in imbarazzo per lui.
«Ne approfitto per recuperare un po' di energie, userò la magia di Anima. Mi affido a te, Lucy, sarò distratta per un po'. Fatelo parlare ancora» disse Priscilla, chiudendo gli occhi e cominciando a fare respiri profondi mentre i frammenti di Anima, mischiati alla magia del suo corpo, cominciavano a risucchiare l'ethernano presente nell'aria. Sentì a malapena la voce di Zirconis che ancora parlava, forse ipotizzando qualche succulenta ricetta, stimolato dalle domande dei presenti che cercavano solo di fargli perdere tempo. L'unico che riuscì a sentire più chiaramente fu Natsu, che gridava dal cielo: «Si chiama magia del Dragon Slayer per un motivo! Ci sono sette draghi! Noi siamo sette Dragon Slayer! È a questo che serve la nostra magia!»
Nella sua concentrazione Priscilla si lasciò sfuggire un sorriso.
«Laxus, Wendy... sta a voi, adesso» mormorò appena e tornò a concentrarsi sulla magia da assorbire per riuscire a rimettersi in forze abbastanza da tornare a lottare. Fino a quando Lucy non la spinse a terra, interrompendo così la sua fase di meditazione. Aprì nuovamente gli occhi, sconvolta, e vide un fascio luminoso passare sopra entrambe, superarle appena e scagliarsi contro i soldati alle loro spalle.
«Ha iniziato ad attaccare?» chiese, preoccupata.
«Così pare!» disse Lucy, schiacciandosi sopra di lei per evitare il colpo.
Un attimo di silenzio, subito dopo il colpo di Zirconis, e i sopravvissuti si voltarono sconvolti a guardare lo scenario pronti a contare il numero di vittime... che risultò essere zero.
Un urlo generale si alzò sulla piazza nell'istante in cui tutti gli uomini colpiti si ritrovarono completamente nudi, senza più vestiti nemmeno a coprir loro i genitali. Priscilla si portò una mano alle labbra e trattenne una risata, riducendosi solo a sputacchiare un «Ppfff» intrattenibile.
«Non c'è niente da ridere!» l'ammonì Lucy, rossa come un peperone.
«Gli umani sono veramente gustosi ma i loro vestiti un po' meno. Quindi mi sono preso la libertà di toglierli per voi» disse Zirconis, spiegando così cosa fosse successo.
Le urla aumentarono, con chi esclamava semplicemente: «Non guardare!» e chi scappava coprendosi il volto, chi si limitava a balbettare quanto fosse imbarazzante, e chi si copriva come meglio poteva in maniera ridicola e inutile. Persino Darton, Ministro della Difesa, rimase colpito dall'onda magica elimina vestiti di Zirconis e si ritrovò completamente nudo di fronte a Hisui che timida si copriva gli occhi dalla vergogna.
«Ritirata!» fu l'urlo generale che accompagnò la fuga dell'intero esercito di uomini nudi, mentre Zirconis si portava una zampa al mento e rifletteva: «Ora che ci penso, anche gli uomini hanno un cattivo sapore. Solo le donne hanno un sapore delizioso» ridacchiò puntando gli occhi sulle ragazze del gruppo che aveva davanti. «Sono un donnaiolo dopotutto».
«Un drago Playboy, credo che questo sia il limite persino per una come me» disse Priscilla, guardando Zirconis con sempre meno timore e sempre più squallore.
«Quella di prima era magia?» chiese Wendy.
«Perspicace!» rispose Zirconis. «Tutti i draghi sono in grado di usare la magia» ridacchiò, prima di spostare lo sguardo su Lucy e Priscilla. Tirò in dentro l'aria e infine soffiò su di loro delicatamente. Di punto in bianco i vestiti di entrambe sparirono, lasciandole nude, persino senza elastici a legar loro i capelli. Non avevano praticamente più niente addosso se non la propria pelle. Lucy si rannicchiò e si coprì come poteva, esclamando un semplice: «No!!!» imbarazzato.
Priscilla ignorò il suo stato e, con quel poco di forza che era riuscita a recuperare, semplicemente alzò un braccio e urlò contro il drago: «Maledetto drago pervertito!»
Ma Zirconis sghignazzò, ignorandole, e rispose: «La mia magia è in grado di far perdere la dignità agli umani».
«La mia magia...» disse Wendy, stringendo i pugni decisa. «È quella che ti sconfiggerà, invece!»
«Che mi sconfiggerà, dici?» chiese Zirconis, divertito dalla sua provocazione.
«Sì, ma ridatemi prima indietro i vestiti!» ruggì Lucy, cercando ancora di coprirsi come riusciva. Distratta, non notò la zampa che rapidamente la raggiunse e l'afferrò. Stessa sorte subì Priscilla, presa dall'altra zampa, ancora troppo debole per riuscire a trovare il modo di evitarlo.
«Kyaah!» urlarono entrambe, sollevate da terra e portate vicino al muso di Zirconis.
«Priscilla!» gridò Charle, vedendola ben stretta e stritolata dalle zampe del drago.
«Lucy!» chiamò anche Happy, altrettanto terrorizzato.
Le due ragazze inutilmente tentarono di dimenarsi, scivolando via dalla sua presa. Le sue dita erano troppo ferree, troppo strette e forti per riuscire a trovare anche solo il modo di sgusciare via. Provarono a lamentarsi, mentre si agitavano e cercavano di liberarsi, inutilmente. Sotto di loro sia Wendy che Mirajane si prepararono invece alla battaglia, caricandosi di energia.
«Lo farò!» disse Wendy, lanciando su se stessa la magia di Vernier e Arms per rafforzare velocità, forza e difesa.
«Tu piccola arrogante!» ruggì invece Zirconis con tale potenza che bastò anche solo la forza della sua voce a sbalzare via l'intero gruppo che aveva davanti. Si alzò sulle zampe posteriori e infine spiccò il volo, allontanandosi dal terreno.
«Voi umani non potete neppure volare! Provate a seguirmi qui!» provocò orgoglioso. «E io intanto me le mangio» ridacchiò poi, avvicinando entrambe le ragazze nude e urlanti alla bocca ora già piena di bava. Ma si fermò, colto da un improvviso dubbio, o forse una sensazione. Lasciò momentaneamente da parte Lucy e si avvicinò Priscilla alle narici tirando su un paio di sniffate tanto pesanti che i capelli le volarono verso l'alto, puntando le sue narici. Lo guardò sconvolta, chiedendosi che stesse facendo, ma poi Zirconis aprì la bocca e tirò fuori la lingua puntandola dritta a lei. Priscilla non ebbe nemmeno tempo di urlare dal terrore e da ciò che sarebbe successo da lì a pochi istanti, che la bavosa e rugosa lingua di Zirconis la percorse interamente dal ventre fino alla punta dei capelli lasciandole addosso uno spesso e viscido strato di saliva misto a vergogna. Restò pensieroso qualche istante, di fronte ad una ragazza umiliata, sconvolta e disgustata da quanto appena successo.
«Tu hai un sapore disgustoso! Si può sapere cosa diamine sei? Che schifo!» disse infine Zirconis, offeso all'idea di aver perso tempo con qualcosa di tanto rivoltante, e come fosse stata spazzatura la lanciò via alle sue spalle con un offeso: «Sciò!».
Come una stella cadente, Priscilla saettò sopra i tetti di Crocus urlando per ogni motivo le fosse potuto venire in mente, compresa la paura di schiantarsi al suolo dato che la sua magia era ancora troppo debole per permetterle di volare. Ma forse, in realtà, era più l'umiliazione a darle realmente la forza di gridare, tanto accecante che non riuscì neanche a chiedersi dove alla fine sarebbe atterrata.

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