Capitolo 8-Piper

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I dormitori dei Serpeverde si adattavano molto allo stile dei suoi abitanti: si trovavano nei sotterranei ed avevano pareti, soffitti e pavimenti in pietra. La Sala Comune era un'ampia stanza con al centro dei grandi divani foderati in pelle riuniti attorno a un tavolino centrale e un grande camino da un lato. Appese ai muri vi erano torce fiammeggianti che illuminavano l'ambiente, e due ingressi portavano ai dormitori maschili e femminili.

-Non evocare scheletri nel sonno! - gridai a Nico prima di separarci.

-Ah, ah, ah. Divertente, Pip. Cercherò di fare attenzione - replicò lui, guadagnandosi alcune occhiate sorprese - E tu vedi di non parlare nel sonno inducendo qualcuno baciare il gabinetto.

-Farò del mio meglio - sorrisi, per poi entrare nel mio dormitorio sotto la guida di un paio di nuove amiche.

Avevo sentito tutto quel che c'era da sapere sulla Casa Serpeverde. Purtroppo, dopo la battaglia di Hogwarts non erano esattamente i più benvoluti. Le due ragazze che mi avevano aiutato, però, erano state estremamente gentili. Una si chiamava Jenna, aveva un paffuto viso da bambola, occhi chiari e miti, una bocca carnosa e un sorriso timido. I capelli biondi erano legati in due lunghe code.
L'altra si chiamava Kendra, una ragazza dai profondi occhi simili a ossidiana e lunghi capelli neri legati in innumerevoli treccine. La sua pelle, scurissima, faceva risaltare ghirigori d'inchiostro bianco come stelle nella notte.
Dividevo con loro la stanza assegnatami.

Ero troppo stanca e piena per parlare, e mi addormentai quasi subito, dopo aver dato da mangiare a Felix.
Il gatto che mia madre mi aveva regalato era esuberante e desideroso di coccole. Jenna lo adorava, mentre Kendra lo trovava buffo.

E la mattina dopo eccomi lí, seduta al tavolo dei Serpeverde a fare colazione con Kendra e Jenna, la mia nuova divisa addosso e la bacchetta in tasca.

-Allora, com'è vita qui? - chiesi riempiendomi il piatto di crostata all'albicocca - Intendo, come Serpeverde.

Le due si scambiarono un'occhiata.

-Non bella - rispose Jenna - Per la maggior parte di noi, almeno. Kendra è rimasta a combattere durante la battaglia, una dei pochissimi Serpeverde, e lei la lasciano stare.

-E tu? - domandai.

-Io non avevo ancora compiuto diciassette anni, li ho fatti solo la scorsa settimana, e mi hanno obbligato ad andare via - rispose sorseggiando il suo tè - Però non mi dicono più di tanto perché avevo insistito per restare.

-Non so perché Jenna sia stata messa in Serpeverde - intervenne Kendra - È la ragazza più dolce di tutta Hogwarts. Io, invece... - sospirò - Vengo da una famiglia di Purosangue, tutti Serpeverde. È come una tradizione di famiglia.

-Quindi... gli altri non se la cavano bene come voi? - chiesi poi.

Jenna scosse la testa. - Affatto. Pansy Parkinson, Theodore Nott, Draco Malfoy... loro sono alcuni di quelli messi peggio. Soprattutto Malfoy.

-Aspetta... il ragazzo biondo? Quello alto, pallido, con gli occhi azzurri?

-Sí, lui - confermò Kendra, la bocca piena di toast e marmellata.

Non risposi subito. Qualcosa nello sguardo di quel ragazzo mi aveva colpito: i suoi occhi... parevano vetri infranti, come se tutto il colore fosse stato lavato via da essi e poi fossero stati calpestati da stivali chiodati.
Se n'era rimasto in disparte per tutta la cena, e la gente attorno fingeva che non esistesse. Non aveva aperto bocca, e pareva vivere nel costante terrore che qualcuno lo approcciasse. Ora, però, vidi che stava parlando con Nico. Si trovavano nel punto più estremo del tavolo, e discutevano a bassa voce.

Mezzosangue Where stories live. Discover now