29.

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Non tirava un filo di vento, l'aria soffocante di agosto toglieva qualunque tipo di energia e Sam, assieme a Fred, cercava di conservare le poche forze rimanendo in casa, beandosi delle frescura gentilmente regalata dall'aria condizionata.
Uscire durante il giorno era impensabile, non era proprio fattibile se si aveva a cuore la propria incolumità.

Sam era distesa sul letto matrimoniale di Fred, fissava il soffitto con una mano appoggiata alla fronte, mentre lui si era adagiato direttamente sul pavimento, trovandolo decisamente più rinfrescante del materasso.

Le lezioni erano finite ormai da un po' e Sam non era più costretta a spostarsi sù e giù ogni giorno per l'università. Anzi, ormai era divenuta quasi un ospite raro tra quei borghetti, dove fra tutti gli altri, abitava anche il suo piccolo amore segreto.

Lì dove, a pochi passi dalla casa in cui stava così tranquilla, c'era anche Jane. Quanto tempo aveva passato in quella casa con Fred senza sapere che la donna abitasse davvero a pochi metri. A volte si immaginava di poter sentire persino il suono dei tacchi, avanti e indietro per la casa, in lontananza.

Durante il fine settimana Sam lavorava in un piccolo bar del suo paese, il che le permetteva di essere indipendente quanto meno per le proprie spese personali; non era grande ma era un ambiente giovanile, parecchio frequentato e a lei piaceva molto. Prima di iniziare a lavorarci era una cliente assidua, per ciò le venne facile ambientarsi.
In sostanza, week end a lavoro e in settimana quasi sempre da Fred, sua madre era spesso in pensiero e Sam si beccava spesso un mucchio di ramanzine per non essere mai a casa.

"A che ora è che hai detto che vai..?" chiese Fred non riuscendo a trattenere uno sbadiglio.
Sam con immensa fatica spostò il braccio che aveva sopra la testa e se lo portò davanti agli occhi, per controllare l'orologio. La fronte imperlata di sudore si aggrottò leggermente, cercando di mettere a fuoco i numeri.

"Mmh verso le sei..?" chiese quasi a se stessa.

"Sarà meglio che mi faccia una doccia però, prima.."

Annunciò poco prima di racimolare le energie e dirigersi verso il bagno con tutte le sue cose.
Fresca come una rosa infilò velocemente degli shorts in Jeans e una camicia in lino a cui aveva piegato le maniche, in modo che arrivassero fino al gomito.
Truccò il viso leggermente, senza esagerare per via del caldo e dopo aver salutato l'amico morente sul pavimento, uscì di casa.

Mancava ancora un po' al calar del sole, e durante il tragitto Sam saltava da un'ombra all'altra come un bambino finge di scappare dalla lava bollente.
Giunta a destinazione, cercò le chiavi nel posto dove le era stato detto.

"Dove aveva detto?
AH...sì sì..ecco.."

Inserendole nella serratura con estrema attenzione, un sorriso le comparve spontaneo in viso al ricordo della conversazione avuta con Jane una delle ultime volte in cui era stata lì dentro.


*

Jane le si era avvicinata pericolosamente senza che lei se ne rendesse conto. Stava tentando di travasare quel poco di caffè rimasto nella mocca all'interno della sua borraccia improvvisata e sobbalzo leggermente quando si accorse di avere la donna alle sue spalle, non l'aveva proprio sentita arrivare.

"Attenta, ti cadrà tutto..mettiti sopra al lavandino.." suggerì la donna osservando la scena divertita.

Sam fece come le era stato detto e osservò la donna divenire più seria. Il ricordo di quello che era successo fino a pochi minuti prima aleggiava vivido fra le mura di quella casa, e in loro.
Sam non aveva avuto il coraggio di chiedere cosa sarebbe successo d'ora in avanti, aveva il terrore di quello che sarebbe successo da lì in poi e forse, desiderava continuare a non sapere. Le parole di Jane, i comportamenti dell'ultimo periodo erano stati in qualche modo vanificati da quell'unico pomeriggio insieme, eppure sapeva bene che un altra parola dalla più grande avrebbe potuto far sprofondare tutto nel dimenticatoio del "Non sarebbe dovuto succedere".

Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora