Capitolo 21

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"Non rinunciare a raccogliere una rosa per timore che una spina ti punga"
A.Schopenhaur

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"Se è vero che siamo ciò che mangiamo in questo momento Milly è un frigorifero.

Non ho mai visto una persona ingerire così tanto cibo in poco tempo, nonostante io stessa sono di buon appetito.

-Ci fanno aspettare di proposito...- Kevin accanto a me batte ripetutamente il piede, probabilmente in ansia e si mordicchia le unghie.

Io continuo a fissare il lungo corridoio, sperando di intravedere il mio amico dai capelli blu, ma con scarsi risultati.

Devo assolutamente parlare con Max e cercare di spiegargli che se l'ha fatto per me, ha sbagliato, e deve avere la possibilità di fare anche lui la stessa prova.

Sento lo sguardo di Kevin addosso e capisco di sembrare realmente disperata quando sento la sua mano posarsi sul mio braccio
-Arriverà sicuramente- mi dice con tono rassicurante e spero vivamente che abbia ragione.
Milly al contempo sta finendo l'ennesimo panino girando lo sguardo in tutte le angolazioni.

Appoggio la testa al muro chiudendo gli occhi.

Non voglio andarmene.
Non voglio che Kevin se ne vada.
E neanche Max.

Ma so che non tutto sarà possibile e dovrò salutare qualcuno, oppure qualcuno dovrà salutare me...

-Ma perché non aprono quella dannata porta!- inizio a scaldarmi, a causa dei pensieri continui nella mia testa, mentre guardo con astio la porta dell'ufficio del dirigente.

Giusto in tempo un ombra alta infondo al corridoio mi scalda il cuore.
Mi alzo con furia correndo contro ad il mio amico e abbracciandolo con forza, accarezzando i suoi morbidi capelli blu.

-Mi devi delle spiegazioni...- dico sempre stringendolo forte
-Se mi lasci respirare...- vedo che cerca di allontanarsi ma il suo sorriso fa fallire qualsiasi impresa di rendersi duro davanti a me.

-Perché?- gli dico solo, guardandolo

Vedo che sospira, gli occhi vispi e bellissimi puntati su di me con sguardo pesante
-Conosco la gente che lavora in questi posti, stanno cercando di intralciarti, e ti hanno messa a confronto con qualcuno che ha maggiori competenze e che quindi avrebbe sminuito le tue...-

Continuo a guardarlo, aspettando

-Non sono qui per dirti che sono meglio di te assolutamente ma sono stati sleali per il semplice fatto che ci volevano mettere a confronto-

Rifletto sulle parole di Max.
Ha ragione.
Mi hanno messo contro una persona che ha più esperienza di me.

E Max l'ha capito subito, sacrificandosi.

-E quindi sei disposto ad andartene?- gli chiedo abbassando il tono di voce
-Per me?-

Lo sguardo che mi riserva mi fa capire che persona genuina ho davanti.
Piena di cicatrici ma che comunque cammina a testa alta.

-Mi hai raccontato di tuo padre...- mi dice lui abbassando la voce -E di come questa cosa conti molto per voi...- lo fisso sorpresa del fatto che si ricordi tutto ciò, dato che quando lo stavo raccontando non sembrava nemmeno ascoltarmi.

-Non sono nessuno per impedirti di continuare a lavorare qui-

E sono le parole che mi scaldano il cuore.

Mai nessuno in tutta la mia carriera aveva osato un tono simile per esprimere la mia forza in ambito lavorativo e sono onorata che l'abbia fatto Max.

Be MineWhere stories live. Discover now