Capitolo V

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Harry, camminando sotto il mantello dell'invisibilità per i corridoi, pensò a quanto stupida fosse la sua idea. Come avrebbe trovato la camera di Malfoy? E, se mai lo avesse svegliato, cosa gli avrebbe detto? "Malfoy, smettila di tormentare i miei sogni!" sarebbe stato ridicolo.
Harry continuava a pensare che fosse un'idea stupida, eppure, nonostante ciò, continuava a camminare in direzione del dormitorio dei Serpeverde.
Quando entrò di soppiatto nella loro Sala Comune, ne rimase affascinato. Era molto raffinata, ed il colore della Casata rendeva il tutto ancora più elegante.
Harry si mise in cerca della stanza di Draco, il che fu più facile del previsto, in quanto i nomi dei componenti delle stanze erano rispettivamente scritti su un foglietto appiccicato ad ogni porta.
"Che stupido, come ho fatto a non pensare ai biglietti! È esattamente come si fa anche nel dormitorio dei Grifondoro" si ricordò distrattamente Harry. Infatti, aveva appena letto il nome 'Draco Malfoy' nella stanza numero 26. Aprì piano la porta.
"Che idea stupida, che idea stupida" continuava a pensare.
La stanza che gli si presentò davanti era esattamente come la sua di Grifondoro, con la sola differenza che il colore verde smeraldo prevaleva rispetto agli altri.
C'erano cinque letti, i quali ospitavano Draco, Tiger, Goyle ed altri due Serpeverde che Harry non riuscì a riconoscere.
Harry si avvicinò lentamente al letto nel quale Malfoy dormiva. Si sentiva in colpa a svegliarlo, ma dovevano parlare.
«Malfoy...» sussurrò Harry «ti prego non urlare o cose del genere, altrimenti sveglierai tutti gli altri».
«Tiger, ti ho già detto mille volte di smetterla di darmi fastidio quando dormo, non m'interessa dei tuoi incubi...» bofonchiò distrattamente Malfoy.
«Draco, perfavore, non sono Tiger...sono Harry»
«Te l'ho già detto Tiger, io non sogno Potter. Perché continui a menzionarlo in ogni discorso? Lasciami dormire...»
Harry parve confuso.
"Io non sogno Potter" in che senso?
«Malfoy» questa volta Harry alzò leggermente il tono di voce, tanto che per un attimo ebbe paura che qualcuno dei compagni di Draco potesse svegliarsi «ascoltami! Dobbiamo parlare, ora. Non ce la faccio più» iniziò a strattonarlo leggermente, tanto che quest'ultimo, finalmente, si voltò ed aprì gli occhi.
«Potter...ma c-che cosa...?» bisbigliò confuso.
«Te lo ripeto, Draco» disse Harry «noi due dobbiamo parlare, adesso.»
Draco ebbe a malapena il tempo di infilarsi le ciabatte che Harry lo trascinò fuori dal dormitorio.
«Ma che diavolo hai intenzione di fare?!» bisbigliò Draco ad Harry, che ormai lo aveva condotto in un corridoio «ti vuoi mettere a chiacchierare nel bel mezzo della notte con me nel corridoio? Se Filch ci scopre, passeremo il resto della nostra vita in punizione, e sinceramente non ne ho la minima intenz-» Malfoy non ebbe il tempo di finire la frase, perché Potter lo zittì prima.
«Ma sei matto?!» rispose Harry «vieni sotto questo mantello, andiamo a parlare in un luogo tranquillo»
«Ma che diavolo...?» Draco non sapeva cosa dire, ma non aveva altra scelta. Si infilò sotto il mantello dell'invisibilità con Harry, che iniziò a dirigersi verso la Torre dell'Orologio.
Harry era così vicino al viso di Malfoy che si sentì in imbarazzo. Non lo aveva ancora guardato negli occhi, aveva paura della sua reazione.
Non aveva intenzione di fare la figura dell'imbecille: lo aveva svegliato nel cuore della notte, se non fosse riuscito a spiegarsi bene Draco se ne sarebbe andato e forse non si sarebbero più rivolti la parola.
"No, non anche lui" pensò Harry.
Arrivati alla Torre dell'Orologio, Harry tolse il mantello e lo ripose nella tasca, dopodiché guardò Draco, ancora assonnato e confuso dalla situazione.
«Allora, Potter? Cosa ci facciamo qui?»
"Dai, hai affrontato di peggio" continuava a ripetersi Harry, sempre più confuso e contemporaneamente affascinato dal suo strano comportamento in presenza di Draco.
«Draco, è da inizio anno che non parliamo. Dopo quella sera, in quel bagno...non hai finito di parlarmi della TUA storia. A me dispiace averti disturbato a quest'ora della notte, ma sapevo che se mai avessi provato a parlarti davanti ai tuoi amici non sarebbe di certo stata una conversazione vera al 100%...capisci?» Harry, dopo aver tenuto lo sguardo basso durante tutto il discorso, alzò leggermente gli occhi per osservare la reazione di Draco. L'espressione del ragazzo era estremamente familiare, era la stessa che aveva assunto durante quella sera. Questo rincuorò un po' Harry: stava parlando con la stessa persona di qualche settimana prima.
«Io, io...» Malfoy non aveva letteralmente parole «io non sono il ragazzo che credi, Harry...tutto quello che ho fatto, l'ho fatto solo p-per l-lui...» iniziò a singhiozzare, piano. Si sedette a terra, con le gambe incrociate ed il volto rigato dalle lacrime che tentava invano di nascondere.
«Lo hai fatto per tuo padre, vero?» Harry s'inginocchiò accanto a lui «Per la tua famiglia. Ti hanno sempre detto, fin da piccolo, che voi Malfoy eravate una famiglia di Purosangue, una famiglia nobile. Ti hanno sempre imposto di tenere alto il nome della tua famiglia, a qualunque costo, ma tu non volevi. È così?» Harry, dopo aver pronunciato ciò, si sentì estremamente empatico nei confronti di Draco. Se ciò che aveva detto coincideva con la realtà, Draco non meritava tutte le cattiverie che Harry aveva sempre scagliato contro di lui.
Malfoy guardò negli occhi Harry, il quale si sentì trasportato completamente in un altro mondo. Poi, sforzando un sorriso, annuì leggermente.
«Quando ti riconobbi al primo anno, voletti subito fare amicizia con te» disse Draco «ma non mi fu permesso. Dicevano che non potevo essere amico di colui che aveva sconfitto il Signore Oscuro. Mi raccontarono tante di quelle cose false su di te, per fare in modo che ti odiassi. Beh, per un po' ci sono anche riusciti...ma con il tempo ho capito che erano solo frottole. Ho provato a ribellarmi, ma non è servito a niente.»
Harry si sedette al suo fianco.
«Perché mi hai detto tutte queste cose? Perché ti fidi così tanto di me?» gli chiese Harry.
«Tutti ti credono diverso, strano...eppure, nonostante questo, tu continui a sacrificarti anche per la vita di coloro che ti vorrebbero morto, di coloro che ti detestano. Tu hai un grande cuore, Harry Potter. Il problema è che molte persone non lo capiscono.»
Harry, inconsapevolmente, sorrise. Non sorrideva così da tanto tempo, da settimane.
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spazio autrice
Buongiorno mondo!
Non mi piace molto il mio modo di scrivere in questo capitolo, ma spero possiate accontentarvi (anche perché è lunghissimo e ci ho messo giorni a scriverlo ahah)
Se vi è piaciuto lasciate un commento ed una stellina 🥰
P.S. siamo a 1.04k di visualizzazioni, io non so cosa dire 😍❤️

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