Capitolo 15 - Ora mi farò perdonare

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Marc era sdraiato a pancia in giù sulle lenzuola fresche immacolate, con gli occhi chiusi mentre si godeva le mani calde di Alec sulla schiena.
-Hai una cicatrice- osservò la ragazza sfiorandola con le dita.
-Si... me la sono fatta qualche mese fa.. in una..-
-Rapina?- ipotizzò lei.
-Si..- sussurrò lui.
Alec si sentì in imbarazzo, e gli diede un leggero schiaffo sul fianco destro, ridendo.
Rise anche lui, e continuò a godersi il massaggio rilassante della compagna.
-Ti amo, Alec-
-Anche io ti amo-
La ragazza gli accarezzò la nuca provocandogli brividi per tutta la schiena, e con un gesto veloce si tolse dalle spalle del ragazzo e gli baciò l'incavo del collo.
-Ora mi perdonerai per averti fatto dormire sul divano.-
-Uh... Non credo proprio. Hai commesso un crimine imperdonabile!-
Lei lo sculacciò un po', mentre lui si dimenava con leggeri gridolini; poi le afferrò il polso, e, sorridendo, la girò su se stessa con la sua solita delicatezza, e se la mise sulle ginocchia.
-Chi sculaccia chi scusa?- sbottonò il pantalone di velluto rosso di lei e glielo calò.
-Nooooo- urlava lei ridendo -ti prego no- ora entrambi ridevano, ma lui non resistette al colpirle il sedere scolpito.
**********
-Dai smettila- in realtà le piaceva da matti.
-Parola d'ordine "sono bellissima e Marc mi ama"-disse -o non smetto più.
-Ma è una frase intera! Non è una parola!-
-Non osare correggermi ancora- era allegro come un bambino, e Alec non era meno entusiasta.
Dopo una ventina di sculacciate sugli slip bianchi con le rifiniture in pizzo, che contribuivano a graffiare la pelle del sedere, gliele calò fino alle ginocchia e prese a massaggiare con vigore -Che bel culo!- disse fra un pizzicotto e l'altro. Poi cominciò a baciarle la zona lombare della schiena, pian piano fino al sedere rossastro e all'attaccatura delle cosce. Sollevò la mano al cielo e mordendosi il labbro la scaraventò sul gluteo destro della donna che si piegava davanti alla sua punizione. Continuò così per cinque minuti prima che Alec smettesse di incoraggiare la sculacciata e cominciasse a dimenarsi sul serio.
-Dai ora basta.- una sculacciata -Marc!- un altro colpo -Ti prego...- ora un più forte fra le gambe aperte, le aveva colpito delle terminazioni nervose molto sensibili.
-Vedo che hai già dimenticato la parola d'ordine!-
-Oh dai Marc, io non sono affatto bellissima!- si beccò un schiaffo doloroso, che la fece inumidire ancora.
-Devo forse far diventare il tuo bel sederino tutto nero? Sai cosa meriti per quello che hai detto? Apri le gambe, subito!-
Lei ubbidì senza esitare al finto tono autoritario del ragazzo, e aprì le gambe. Marc colpì al centro, e con le dita tocco il sesso di Alec -Meriti un sacco di botte lì sotto- e cominciò a colpirla piano, tenendola ferma. Era solo l'inizio: voleva farsi desiderare.
Decise di dare un po' di tregua alla fidanzata, che doveva resistere al toccarsi, e preferiva massaggiare il sedere. Marc si tolse la cintura, con Alec ancora fra le gambe. Aprendo ancora di più le cosce di lei, strisciò il bordo in cuoio dalla critoride verso l'alto. La colpì, una volta e una volta ancora, e Alec si dimenava. Passò il braccio con cui la teneva ferma sotto il suo addome, spostandola un po' sul letto, per arrivare con le dita al pube. Cominciò a sfregare, e fra un colpo e l'altro si udivano i gemiti di Alec. Nonostante avesse le mani libere non osò coprirsi né compiacersi: sapeva che Marc non sarebbe stato così buono con lei se si fosse opposta troppo, e probabilmente l'avrebbe legata a gambe aperte alla poltrona, che si sarebbe sicuramente impregnata del liquido che le fuoriusciva dal sesso delicato. Forse avrebbe fatto meglio a.... si toccò con le dita e sfregò insieme a Marc, e con l'altra mano si coprì il seno. Marc la sollevò per le spalle e, accompagnandola a sculaccioni, la portò su quella portona tanto desiderata dalla ragazza (quasi riusciva a leggerle nella mente). La sbatté sul bordo e la piegò in avanti, ben oltre i 90 gradi, e premette col suo membro appena messo a nudo sul sesso di lei. Era già duro. Strusciandolo su e giù, riprese a sculacciarla con sempre più vigore, man mano che il piacere di entrambi aumentava.
-Marc! Ti amo!- Marc lasciò cadere di colpo la cintura ammaccata e afferrò la donna per i fianchi. Poi entrò, con elegante violenza, fino a farle vibrare il cuore. E insieme raggiunsero il piacere.
********

-Ma che succede?- chiese Cristel confusa. Alcuni rumori provenivano dal piano di sopra.
-Si staranno divertendo lassù- Neymar rise e Cristel arrossì.
-Neymar!-
-Che c'è? Vuoi per caso negarlo?-
I rumori diventarono più forti e il ragazzo scoppiò a ridere.
-N..no... Ti va un po' di gelato?-
Neymar rise divertito, Cristel cercava in tutti i modi di cambiare argomento.
-Okay, hai vinto tu- fece segno di resa -vada per il gelato-
Passarono la maggior parte della mattinata a mangiare gelato sul divano e a chiacchierare.
-Allora.. Per quanto saremo costretti a stare qui?- chiese lei mangiando un altro cucchiaio di gelato alla fragola.
-Costretti? Non ti piace stare con me?-
-mhm...- scherzò la ragazza fingendo di pensare.
-Ehi!- esclamò Neymar buttandosi su di lei, torturandola con il solletico.
-Basta! Hahah!- urlò lei cercando di levarselo di dosso, invano.
-Allora? Non ti piace stare qui?- le solleticò la pancia ridendo.
-Mi piace! Tantissimo!- urlò lei dando colpetti leggeri sul petto del ragazzo, che si fermò.
-Fanculo- Cristel aveva il fiatone.
-La dolcezza è nell'aria.. Comunque- continuò lui -ci farà sapere meglio mio padre tra un po'.. Penso che staremo qui per altre due settimane-
-Due settimane?! È tantissimo!-
-Tesoro, abbiamo soldi a sufficienza da poter vivere qui per altri mille anni. Non abbiamo altri problemi-
-Si ma...-
-Tranquilla, dolcezza. Tornerai da mammina-
-Neymar! Non sono i miei genitori a preoccuparmi! È che mi manca Mogi..-
-Ci ritorneremo, okay?-
-Va bene-
Dalle scale si sentirono dei rumori di passi, e subito vennero raggiunti dagli altri due.
-Ciao- li salutò Alec sorridendo.
-Scopato?- chiese Neymar con un ghigno divertito.
-Neymar!- lo rimproverò per l'ennesima volta Cristel.
-Che c'è?-
Alec arrossì e Marc lo guardò male. Se gli sguardi potessero uccidere, Neymar sarebbe già morto da un pezzo.
-Uhm, credo che preparerò la cena- esclamò Alec scappando in cucina. Cristel rise tra se e se, si sentiva in imbarazzo per l'amica.
-Ti aiuto- si offrì Marc seguendola.
-Non scopate sui fornelli, non voglio mangiare un würstel alla griglia-
-Finiscila!- Cristel era sempre più rossa -vado a farmi una doccia, ne ho bisogno-
-Okay- rispose Neymar seguendo la fidanzata con lo sguardo dal divano.

-Allora, cosa cuciniamo?- chiese Alec appoggiandosi sul tavolo.
-Pollo?- propose Marc rubandole un bacio sulla guancia.
-Va bene, però mi aiuti-
-Contaci- rispose ironicamente lui, ma visto lo sguardo assassino della ragazza, si corresse -da dove comincio?-

-Cristel? Apri- Neymar bussò più volte alla porta del bagno, mentre la ragazza stava entrando nella doccia.
-Mi lasci in pace dieci minuti?- Cristel sbruffò ed andò ad aprire col corpo avvolto nell'asciugamano.
Appena la vide Neymar sorrise dolcemente, e le spostò una ciocca scura dal viso.
-È la seconda volta che ti vedo così, piccola, non provocarmi- si morse il labbro inferiore, e Cristel si sentì sprofondare.
-Sei tu che mi segui, posso tornare nella doccia?-
-Ad una condizione- rispose Neynar entrando nel bagno. Cristel sbruffò, cominciava ad avere freddo.
-Farò la doccia con te-
-Cosa? No-
-Avanti piccola ti ho già vista nuda, e poi stiamo insieme!-
-Si ma.. la doccia insieme è.. Strana-
-Strana?- Neymar rise - dai, vieni con me-
Cristel arrossì e seguì Neymar, che nel frattempo si era tolto i vestiti di dosso, fino alla doccia. Entrò nel grande box trasparente e fece cadere a terra il telo.
Il profumo dello shampoo al cocco e noci invase la stanza e l'acqua calda accarezzava i loro corpi nudi.

-Marc il pollo, cazzo!- urlò Alec mentre affettava le patate da servire come contorno.
-Cazzo!- rispose Marc bruciandosi le dita per aprire in tempo il forno incandescente. Una nuvola di fumo si fece largo nell'aria carica di spezie e Alec scoppiò a ridere a quella scena buffa.
-Mi sono bruciato, cazzo!- Marc quasi piangeva mentre poggiava il pollo bruciato sulla tavola.
-Oh avanti, non è niente! E smettila di dire 'cazzo', cazzo- scherzò lei avvicinandosi al ragazzo.
-Mi dai un bacio sulla bua? Ti prego. Mi sono fatto male- Marc faceva il bambino.
-No, devo rimediare al pollo. Per fortuna non è del tutto bruciato-
-Ma.. Il tuo ragazzo stava morendo tra le fiamme e tu pensi al pollo?-
-Non esagerare, metti un po' di aloe-
Marc sbuffò e si diresse verso il bagno, per prendere il gel.

Used || neymar jr & marc bartraDonde viven las historias. Descúbrelo ahora