Capitolo 1

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Trovarmi sotto la pioggia da sola non è per niente entusiasmante.

Soprattutto ora, è freddo e sono chiusa fuori casa.

Bello, vero?

Le strade bagnate e deserte sembrano assistere al lutto del cielo.
Quest'ultimo è cupo e in svariati punti quasi nero.
Le pozzanghere si ingrandiscono sempre di più a causa della poggia.
l'acqua viene giù decisa, col suo rumore copre ogni cosa, soprattutto i suoni.

Afferro il mio telefono, ormai fradicio, componendo il numero di mia mamma per la milionesima volta.
Ovviamente, se non fosse per il cancello chiuso, sarei almeno al di sotto della mia veranda per proteggermi dalla pioggia.
Prego con tutta me stessa in un suo segno vitale, quella in lutto sembra la mia famiglia, altroché la strada!

-Pronto?- Mi risponde mia madre, automaticamente il mio battito si tranquillizza.

-Mamma, sono rimasta chiusa fuori casa, dov'è la chiave di riserva?- Chiedo velocemente, spostandomi una ciocca di capelli, ormai bagnata, dal viso.

-Cavolo, l'ha tuo fratello. Tempo fa aveva perso la sua, quello smemorato!-

Ottimo, non potrebbe andare peggio.

Sono sul ciglio del marciapiede, sto per rispondere a mia mamma ma, una macchina sfreccia su una pozzanghera, facendomi una bella doccia di fango.
All'impatto con il liquido, rimango a bocca aperta.

-Tesoro mi sent.- Parla mia madre, Josephine, ma non riesco a sentire tutta la frase perché il mio telefono decide di abbandonarmi nel momento del bisogno.

Sono una povera malcapitata, ormai l'ho capito.

Poco dopo, sento una voce chiamarmi, mi volto verso la casa del vicinato e noto Stephany, madre del mio rivale, Blake Johnson.
Fortunatamente lui non vive più qui, da circa un anno, ora abita in Inghilterra con suo padre.

"Evelyn! Vieni qui." Grida nella mia direzione, si trova sotto lo stipite del portone di casa sua.

Oh porca vacca.
Rifiuterei, ma oltre ad ammalarmi, sembrerei anche una psicopatica.
Avanzo rapidamente verso l'abitazione, prima che io possa cambiare idea.

"Sei tutta fradicia." Mormora Stephany, osservandomi da cima a fondo.

Appena entrata, mi porge degli asciugamani, anche se serviranno a poco.

"Menomale che Alexandra mi ha chiamata poco fa." Dice, afferrando il suo telefono per poi digitare qualcosa.

Grazie mamma, non vedevo proprio l'ora di passare del tempo nella casa dei Johnson.
Per mia grande sfortuna, le nostre madri sono molto amiche.

"Non posso proprio vederti così, ti prenderai un malanno." Sposta il suo sguardo verso di me con aria preoccupata. "Ora ti porto dei vestiti puliti e dopodiché vai in bagno a cambiarti." Continua a dire, rivolgendomi un sorriso.

Come fa un angelo ad avere come figlio un diavolo?

Al suo ritorno, mi porge una felpa nera e dei pantaloncini della tuta del medesimo colore.

Non serve nemmeno che mi dica dove si trovi il bagno, dato che conosco questa casa anche ad occhi chiusi.

Salgo le scale ed apro la porta per poi richiudermela alle spalle.

Rivolgo un occhiata allo specchio e mi spavento nel vedermi.
Il mascara che avevo è colato tutto, come il fondotinta e il resto del trucco.

Afferro la felpa e me la infilo, mi arriva fino alle cosce, dato che è una taglia troppo grande per me.

Rivolgo immediatamente lo sguardo in un punto impreciso del bagno.

Sbianco di colpo nel momento in cui capisco l'identità del proprietario della maglia.

"Ammazzatemi vi prego." Chiudo gli occhi per un secondo e guardo con una smorfia la felpa.

Ora si che posso dire ufficialmente che la mia giornata è rovinata.

Indosso anche i pantaloni e quando esco mi blocco nel vedere la stanza di Blake aperta.

La curiosità mi assale, infondo non metto piede qui dentro da più di un anno.
Okay, darò solo una sbirciatina, lo prometto.
Entro lentamente e mi guardo intorno, vengo attirata soprattutto dalle svariate foto appese al muro.

Il giorno in cui l'ho conosciuto, gli ho dato un pugno in faccia.
Se l'era cercata, più o meno.
Già da quel momento capii l'antipatia che provavo nei suoi confronti e pure lui fece lo stesso.

All'improvviso, alle mie spalle una voce maschile si schiarisce la gola, facendomi sussultare.

Lentamente, sperando che sia un incubo, mi giro verso la porta della camera, appoggiato allo stipite c'è Blake Johnson in carne ed ossa che fa scattare il suo sguardo verso di me, alzando un sopracciglio.

Ditemi che è uno scherzo.

"Chi non muore si rivede." Dice ad un tratto, facendo una smorfia a dir poco amichevole.

Ho già detto che questa giornata fa schifo?

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Ciao! Ho ideato questa storia in un momento di pura noia.

Scrivo soprattutto per divertimento :)

Mi scuso già in anticipo per eventuali errori.

Spero vi piaccia, grazie per essere passati a leggerla.

Se vi va votatela!

Ci vediamo alla prossima!!

Vicini per sbaglioWhere stories live. Discover now