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Senza Vita,Senza Amore
***
La neve attutisce;
la natura patisce
il gelo che l'avvolge
e che la travolge,
rischiano di sfinirla
***
Attenzione
Scene forti ed esplicite,se non ve la sentite aspettate il prossimo aggiornamento,in ogni caso speriamo che vi piaccia,Buona lettura!

13 Dicembre 1939 Auschwitz

Viktoria

Nonostante il mio malessere facevo tutto,andavo a lavorare senza protestare,e ad ogni ordine ubbidivo sommessamente. Giorno dopo giorno,stavo ancora male perché del resto ero uscita dal letto solamente da un giorno e il mio fisico debole non ne voleva proprio sapere di collaborare. Lisciai la suola degli stivali lucidando poi lo stemma accanto alla cinghia di pelle nera,sospirai piano una volta terminato stringendomi nelle spalle. Chiusi gli occhi e pensai a sgranchirmi le spalle e la schiena. Ero un tronco.

-"041217!" Sussultai sentendomi richiamata,piano appoggiai le mani sul piano di lavoro e mi sollevai barcollante. Il mio corpo non ce la faceva,sapevo che mi mandava a chiamare Neil e sicuramente non avrei sopportato alcun rapporto sessuale,mi toccava piangere anche quella volta e subire in silenzio. Girai il viso e notai un ragazzo poco più piccolo di me,sospirai e mi avvicinai stringendomi nelle spalle,non sapevo cosa mi aspettasse ma in silenzio seguivo chiunque mi chiamasse. Honoria non c'era,lavorava già da qualche ora nei dormitori. Anche lei proprio come me,era esausta di quella vita troppo stretta. Non avevo più rivisto Neil,Dopo quella volta. Sentivo leggermente la mancanza dei suoi occhi,alla fine avevo capito che qualcosa non andasse a quel povero ragazzo,forse non era colpa sua. Infondo con una madre così,come doveva crescere Neil. Il ragazzino a rapidi scatti mi fece entrare nei rifugi militari come avevo già previsto e con un semplice gesto di mano mi indicó l alloggio del generale Hoffman. Lo ringraziai con lo sguardo e un piccolo sorriso,lui non aveva nessuna colpa se non quella di ubbidire ad un capo troppo cattivo. Al solo pensiero di tornare in quel posto le mie gambe non tremavano più e il mio stomaco era ormai sereno. Mi ero abituata a tutto quello e se proprio dovevo subire,almeno volevo esserci con tutta la personalità. mi avvicinai alla porta pronta a vederlo. Alzai lentamente la mano destra e senza esitazione bussai velocemente. Qualche secondo dopo aspettai che lui mi aprisse. Faceva sempre più freddo nel campo,ormai i prati e altre superfici erano ricoperti di neve,quella bellissima lava di ghiaccio bianco. Era una meraviglia,nonostante eravamo in una realtà spaventosa. la porta si spalancò mostrandomi Neil Hoffman in tutto il suo splendore,ormai riuscivo a vederlo come un uomo però,per me era solamente pronto ai propri bisogni. Io ero solo uno sfogo,questo dovevo metterlo per bene in testa. Indossava come sempre solamente i pantaloni neri della divisa,il suo petto era completamente nudo e in quel momento mi beai dei suoi bellissimi tatuaggi. Amai ancora una volta quel enorme viso femminile giacente sul petto e l addome e le braccia enormi. Lo guardai negli occhi e trovai i suoi intenti a scrutarmi con giudizio,tra le mani grosse e venose stringeva un bicchiere tozzo con dentro un liquido marrone scuro,doveva essere qualche liquore forte. Beveva sempre,beveva troppo.

-"Entra." Mi ordinò solo. Tremai al suono della sua voce,voleva di nuovo farmi del male,lo sapevo. Pensavo fosse cambiato invece doveva per forza fare sempre così. Me lo aspettavo. Deglutii un paio di volte e senza farlo arrabbiare decisi di entrare e quindi di assecondarlo.
-"Come stai." A quella domanda tirai leggermente un sospiro di sollievo,si stava interessando a me e nella mia mente quello poteva significare che non era interessato a farmi del male,che stupida che ero,solo una povera ragazzina sognante. Illusa.

-"Bene Neil grazie,invece tu?" Azzardai ad essere più o meno intima con lui,alla mia domanda però sembrò irrigidirsi,Trafugò in gola velocemente tutto il contenuto del bicchiere e io non abbassai lo sguardo. Non voleva parlare,non voleva che io mi prendessi qualcosa di lui,qualche pezzo della sua anima. Dentro di me rimpiangevo perché di lui stava cominciando ad interessarmi davvero,forse come amico. Ero pronta a dimenticare tutto quel male,sapevo che prima di me,lo aveva subito su se stesso. Le mie labbra senza motivo presero piano a tremare,mentre Neil si sedette alla sua poltrona senza guardarmi. Era apatico,forse troppo.

Il Soldato D InvernoWhere stories live. Discover now