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Il mio soldato
***
La nebbia del mattino
s'impiglia come un velo
tra i rami del giardino,
scintillanti di gelo
***

21 Novembre 1944 Berlino

Viktoria

La Germania diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale con l'invasione della Polonia, il primo settembre 1939. Negli anni successivi, i Tedeschi invasero altri undici paesi. La maggior parte degli Ebrei europei viveva in paesi che la Germania nazista avrebbe occupato o con cui si sarebbe alleata durante la guerra. Tra il 1941 e il 1944, le autorità naziste deportarono nei ghetti e nei centri di sterminio milioni di Ebrei provenienti dalla Germania, dai territori occupati, e dai paesi alleati dell'Asse. I leader nazisti avevano cominciato a pianificare la guerra in Europa fin dal primo giorno in cui erano saliti al potere, nel gennaio del 1933. La guerra e le politiche di genocidio si trovarono così inestricabilmente connesse.

Tirai un sospiro di sollievo quando girai la rotella della macchina da scrivere solamente per andare a capo,quel giorno come spesso facevo,mi era stato affidato un articolo giornalistico sulla grandezza del impero tedesco e di Adolf Hitler,era più forte di me insultarli e magari non mettere su alcun articolo ma sapevo che dovevo farlo per forza,mi avrebbero licenziata e magari anche arrestata solamente per non essere risultata tedesca nazista. Non potevo tornare nei campi di concentramento,dovevo combattere con le unghie e con i denti per difendere tutto quello che in quattro anni mi ero creata da sola,da zero. Tutti in Germania sapevano dei Lager di sterminio,solo che per paura di tale potere ne ignoravano l'esistenza. Qualcuno poi aveva di nascosto scattato delle foto all interno del campo ed erano arrivate addirittura in America,pregavamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa. Ancora nulla all orizzonte,pensavo solamente alla povera gente che ogni giorno moriva divisa dalla propria famiglia,agonizzante.

-"Buongiorno a tutte bellezze!" Kelly,ormai una mia cara amica da tre anni fece la sua entrata nella stanza,lavoravamo insieme nell'ala ovest,in tutto eravamo sei ragazze,tutte tedesche o così volevamo far credere. Nessuna di noi parlava apertamente della sua vita o del suo passato,a malapena sapevamo i nostri nomi e se appunto eravamo libere o sposate. Anche quel giorno Kelly aveva saltato il turno mattutino,era ormai quasi orario di pranzo. Alcune di noi presenti pronunciò semplicemente un "buongiorno" io invece sollevai la testa e le sorrisi come ogni singola mattina.

-"Buongiorno Kelly,questa mattina hai una gonna stupenda." Nonostante fosse una bellissima ragazza dai capelli rossi e dagli occhi verdi,non aveva molta stima di se stessa,dunque io cercavo sempre di farle qualche complimento,anche se non contavano molto. Sorrise dolcemente e successivamente si avvicinò a me.

-"Hai finito? Dai su che andiamo a pranzo fuori,offro io.." si appoggiò con le mani sulla mia scrivania e parlò velocemente.

-"Certo andiamo. Però,offro io. Ieri hai già pagato tu il conto.." mi alzai piano e con le mani lisciai le pieghette della mia gonna. Presi il cappotto dallo schienale della sedia e lo indossai velocemente dandomi poi una sistemata anche ai capelli ormai lunghi fino al sedere e leggermente mossi. Sorpassai la scrivania e successivamente la affiancai uscendo dalla stanza.

-"Ci aspettano anche Josephine e Holly,spero non sia un problema.." ad ogni passo che ci lasciavamo alle spalle il rumore dei tacchi alti ci accompagnavano,facendo volgare ogni singolo soldato che incontravamo. Sorrisi scuotendo la testa poi strinsi la borsa contro il braccio e scendemmo velocemente le scale guardandoci intorno. Era ormai arrivata la festa di fondazione del nostro Fürer e ad ogni centimetro di questo maledetto palazzo giravano bandierine rosse con la svastica nera,stavo quasi per vomitare alla sola vista.

-"Tranquilla Kel,può solo farmi piacere restare in loro compagnia. Sono ragazze così care.." ed era la verità. Anche se quello era un ambiente che odiavo,avevo fatto molte amicizie e volevo bene a quasi tutte le ragazze che come me lavoravano in segreteria. Alcune di loro avevano una storia con alcuni soldati e a dirla tutta anche io uscivo da qualche settimana con un colonnello tedesco. Lui era diverso dagli altri,odiava i campi di concentramento e tanto era buono che assomigliava al pane. Alla fine dopo quattro anni di solitudine,volevo voltare pagina ma ogni volta che lui mi si avvicinava semplicemente io mi spostavo,nemmeno un bacio ero riuscita a dargli e fargli perdere tempo mi dispiaceva. Purtroppo non era colpa mia,ero perdutamente ancora innamorata di Neil,ma sapevo che alla fine non sarebbe mai tornato a casa,da me e da suo figlio. Dovevo ammettere a me stessa che lui era morto e prendere il coraggio di rifarmi una vita magari dando un padre a mio figlio. Il solo pensiero mi rabbrividiva. Volevo solo lui,il mio soldato d inverno. Non era possibile.

Il Soldato D InvernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora