Capitolo 29

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JOSEPHINE POV'S
Oggi è il diciassette agosto: è passato esattamente un mese da quando io e Hero ci siamo messi insieme.

La mattina, mi sveglio sdraiata sul petto di Hero.

Adoro svegliarmi così: abbracciati e con le gambe intrecciate.... È una sensazione inspiegabile.

Lui inizia ad accarezzarmi i capelli e io alzo lo sguardo per ammirarlo appena sveglio «buongiorno» gli sorrido «buongiorno, amore» dice.

Sobbalzo quando mi chiama in quel modo, è così strano ma allo stesso tempo così bello.

Mi sdraio sopra di lui e lo stringo forte, lui mi accarezza la schiena e dopo un po' ridacchia «Jo, ho fame» dice e io non mi stacco «pazienza» chiudo gli occhi e mi abbandono a questo abbraccio «pazienza? Josephine, se non mangio muoio, e se muoio è colpa tua!» mi dice e io scoppio a ridere.

Quando vede che ancora non mi alzo, inizia a farmi il solletico sui fianchi e di colpo mi stacco da lui «mhh, dovrei usare più spesso questa tattica» mi prende in giro e io gli do una pacca sulla spalla.

Scendiamo al piano di sotto «buongiorno» ci dicono le nostre madri, io vado a sedermi sul bancone della cucina e Hero si siede affianco a me. Mangiamo in silenzio, ascoltando Martha e mia madre parlare del più e del meno.

«Buongiorno» Mercy compare dalla cucina seguita da Katherine e Titan «oh, bene, siamo tutti» dice mia madre e Martha sorride. Entrambe ci guardano «allora, ragazzi, io e Elisabeth avevamo intenzione di passare una giornata a mare. Che ne dite?» chiede Martha tutta eccitata.

Effettivamente, non mi dispiacerebbe passare del tempo con la mia famiglia «io ci sto» dico e anche gli altri accettano.

«Io e Josephine andiamo in macchina insieme» dice Hero «dovete stare sempre separati da noi?» chiede Mercy e Katherine le da una spinta «Mercy, lasciali stare. Hanno bisogno di passare un po' di tempo soli soletti» fa un occhiolino e io alzo gli occhi al cielo.

Durante il viaggio in macchina, Hero mette un po' di musica per non far sembrare questo silenzio troppo imbarazzante. Sposto lo sguardo dal finestrino a lui: il sole puntato sul suo viso, le mani che stringono il voltante e le dita che battono su di esso seguendo il tempo della musica.

Dio, quanto è bello.

Lui si gira verso di me e io, sapendo già cosa sta per dire, lo precedo dicendo: «sei bellissimo» mi sorride e mi posa una mano sulla coscia, stringendola un po'.

Appena arriviamo, ci sistemiamo con l'ombrellone di fronte al mare, ognuno di noi ha un suo ombrellone proprio, e io e Hero ci posizioniamo sotto il nostro.

«Si sta così bene» dice Titan «già» risponde Katherine giocherellando con la sabbia.

Mi sdraio sul telo e Hero si posiziona affianco a me, alzando un braccio per farmi poggiare la testa sul suo petto.

Mi da un bacio sulla testa «ti amo» sussurra e io sorrido, sapendo che non può vedermi «ti amo» rispondo a mia volta.

È stupendo come siamo riusciti ad andare d'accordo per un mese senza litigare. Bisticciavamo, ovviamente, ma quale coppia non bisticcia? Il litigio è l'emblema di una relazione. Si litiga e si fa pace: è un ciclo continuo, ma adoro litigare con lui se poi come conseguenza posso avere momenti come questo.

Quando sto con lui, so che tutto è possibile, so che lui è la mia unica certezza, e che senza di lui la mia vita non avrebbe senso, sarei persa.

«Josephine» sento scuotermi per una spalla «Josephine...» mi sveglio, e vedo Hero con una mano sulla mia spalla «ehi» dico stropicciandomi gli occhi.

«Ti va di fare il bagno?» mi chiede e io annuisco. Ci raggiungono anche gli altri: Katherine e Mercy si tuffano subito, Titan le raggiunge poco dopo.

«Ragazzi ma è gelata» dico saltellando per il freddo, il che non serve a nulla perchè subito dopo Hero mi spinge con forza in acqua.

Quando salgo in superficie, lo guardo infuriata «tu sei completamente malato!» gli urlo contro e lo schizzo, lui urla colto di sorpresa e si butta sconfitto.

Iniziamo a schizzarci a vicenda e poi ci fermiamo per riprendere fiato, vado verso di Hero e gli getto le braccia al collo, poso le gambe attorno alla sua vita e le sue mani si poggiano sotto il mio sedere, in modo da tenermi meglio.

Per un attimo mi sento in imbarazzo, ma poi ricordo che lui è il mio ragazzo e può toccarmi dove vuole.

Lui mi guarda serio, ha le pupille dilatate e sembra sorpreso dal gesto che ho appena fatto.

«Scusa...» cerco di scendere da lui ma di scatto mi riprende le gambe e se le rimette in vita «dove vai?» mi chiede scherzoso ma con voce sensuale «pensavo che non ti piacesse questa posizione» gli dico e lui avvicina il viso sul mio collo, facendo riscuotere ogni cellula del mio corpo.

«Non c'è niente, e dico niente, che non mi piace di te» dice e subito dopo posa le labbra sotto il mio orecchio, su un punto sensibile che mi fa quasi solletico, ma chiudo gli occhi e mi abbandono alla dolcezza di quel bacio.

«Non sentirti mai insicura con me, va bene?» chiede, io annuisco e lo abbraccio,  lui ricambia affondando il viso nel mio collo.

Lo amo, lo amo in un modo indescrivibile, perché non lo so neanche io. Voglio stare vicino a lui in tutti i sensi, voglio un futuro con lui.

«Ti va di andare a casa?» mi chiede appena usciamo dall'acqua, io annuisco e cominciamo a prendere le nostre cose.

«Noi ce ne andiamo, vi aspettiamo a casa» comunica Hero alla nostra famiglia.

Li lasciamo in spiaggia a giocare a beach volley, appena entriamo in macchina Hero non dice una parola, sta muto.

Ho fatto qualcosa di male? Se si, voglio assolutamente chiarire.

Il viaggio è stato lungo e silenzioso, entriamo in casa e io aspetto che dica qualcosa, ma non dice nulla.

Corro al piano di sopra ed entro in bagno, mi guardo allo specchio e subito dopo mi abbasso ad aprire il cassetto dove dentro tengo la piastra.

Appena mi rialzo, quasi mi viene un infarto quando guardo allo specchio e vedo Hero dietro di me, mi giro di scatto «mi hai spaventata!» urlo e lui non dice niente, mi prende le mie gambe in una velocità che non credevo possibile, e mi fa sedere sul lavandino.

Oh...

Inizia a baciarmi con passione e poi si sposta sul mio collo, succhiando con forza la pelle.

«Ehi, ehi...» lo faccio staccare per un attimo e ci guardiamo negli occhi. Lui ha le pupille dilatate e le labbra gonfie e rosee per i baci.

«Che ti prende?» gli chiedo con un sorriso un po' ubriaco e lui ricambia con lo stesso sorriso: è evidente che siamo ubriachi l'uno dell'altra.

«Niente, ho bisogno di te» mi dice e il mio cuore fa una capriola «cosa?» chiedo incredula e lui mi guarda intensamente «ti voglio» si fionda di nuovo sul mio collo, io gli poso una mano sui capelli e ansimo «adesso?» chiedo «adesso.»

Spazio autrice:
Ehiiii, scusate se ho aggiornato tardi ma oggi ho avuto una giornata moolto impegnativa. Cooomunqueeee, che ve ne pare???
Vi prometto che aggiornerò presto!!!
Vi voglio un mondo di bene❤️❤️❤️
Baciiii.
~Alessia💓

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