VII ~ "Papà"

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Dopo l'abbraccio,Erwin, mi fece una proposta.
Se fossi vissuta e avessi vinto mi avrebbe promossa a caporale, se fossi morta mi avrebbe fatto un funerale molto grande, se fossi stata rapita, avrebbe mandato dei soldati a salvarmi e poi mi avrebbe promossa a caporale.

Devo vivere. Devo raggiungere il mio sogno. Devo diventare caporale.

Questa cosa la sappiamo solo io ed Erwin. Se anche Hanji lo avesse saputo non mi avrebbe mai lasciato combattere quel vecchio.

Devo essere pronta a tutto. Di sicuro non combatterò con un vestito. Tanto starò in un angolino della palestra.

Mi metto dei pantaloni imbottiti a stile militare e una felpa c/p.

Infilo il mio amato pugnale in una tasca interna alla manica della felpa

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Infilo il mio amato pugnale in una tasca interna alla manica della felpa. Me l'ero cucita da sola per casi d'emergenza in cui dovevo sembrare una bambina tranquilla.

Basta un movimento preciso dell'avambraccio e l'arma mi va finire dritta in mano.
È molto comodo per situazioni ostili.

Mi infilo delle semplici converse nere ed esco dalla stanza.

In palestra c'è già una confusione atomica. Io non capisco come la gente riesca ad ubriacarsi così velocemente....
Vabbe.

Mi metto nel mio solito angolino vicino alla porta appoggiandomi al muro e incrociando le braccia al petto.

Hanji dovrebbe essere qui tra.

Tre.

Due.

Uno.

-T/n! Menomale che sei venuta da sola! Oddio, ma cosa indossi?- mi chiede l'occhialuta.

Al suo fianco c'è il biondo. Mi fa un cenno. Riesco a capire dal suo sguardo che terrà impegnata la mora per tutta la serata.

Gli faccio un cenno di riconoscimento.

-Hanji, sono vestiti. Sii grata che sono venuta senza fare tante storie.- le dico schietta.

-Ok, andiamo a bere Erwin?- chiede la mora al sopracciglione.

Stanno da dio insieme, hanno due caratteri complementari e stanno sempre insieme.

Erwin risponde con un cenno.
I due si allontanano verso il tavolo con gli alcolici.

Aspetto lì ferma ancora cinque minuti, poi, senza che nessuno mi veda mi avvio verso l'altro lato del quartier generale.

In mezzo al campo vedo un uomo.
Mi avvicino ancora e mi fermo ad un paio di metri da lui.
È lui. È mio padre.

Nonostante gli anni si è tenuto in forma.

-Ma chi si vede! Buonasera N/p.- dico sarcastica.

-Non mi chiami più papà?- dice con una vocina offesa.

You aren't alone.... [levixreader]Where stories live. Discover now