XIV ~ Appuntamento

3K 145 12
                                    

Siamo riusciti a farci dare un giorno di permesso da Erwin.
Ormai siamo alle porte della città.

Levi è stato veramente carino nel propormi di venire qui.
Certo, forse si può considerare un appuntamento, ma non penso che ad un appuntamento si vada in negozi di armentario per ritirare delle lame.

Scendo da n/c, gli dò una carota e lo metto nella piccola scuderia di fianco al negozio.

-Ok, io entro qua. Ci metterò occhio e croce mezz'ora.
Là c'è un negozio di prodotti di pulizia.- dico rivolta a Levi.

Vedo una scintilla negli occhi del corvino.

-Sai, è per questo che ti amo.- mi risponde avvicinandosi.

Pone le mani attorno ai miei fianchi e unisce le nostre labbra in un dolce bacio.
Ci stacchiamo e ci allontaniamo.

-Le regole le sai già, ti amo, ci vediamo dopo!- esclama mentre cammina verso il negozio.

Uffa, insomma le solite cose da ragazzo iperprotettivo.
Siamo a inizio maggio, ma si è ostinato a mettermi un maglione che mi arriva sotto il sedere.

Mi tiro su le maniche. Almeno questo lo posso fare.
Sono venuta qui per un paio di motivi, per fortuna.

Entro con passo deciso nella bottega, facendo un cenno a Mark, il proprietario che sta parlando.

Davanti al bancone c'è un uomo, circa sulla cinquantina. E' ben coperto, quindi non riesco a vederlo bene in faccia.

Ha un cappello a coprirgli il volto, anche se intravedo i capelli laccati posti all'indietro, un cappotto grigio gli copre tutto il corpo, fatta eccezione per le scarpe eleganti e una minima parte di pantaloni neri.

-Ah, ciao, T/n. Sei venuta per le lame?- mi fa l'uomo dietro al bancone.

-Yep.- gli rispondo.

Mark entra in una porticina e ne esce con una borsa di stoffa.

-Dovrebbero essere a posto, anche se mi ostino a chiederti perché non le butti come tutti gli altri....scusami, Kenny, per l'attesa, ma la qui presente T/n è alquanto impaziente.- mi fulmina con lo sguardo.

Kenny....dove l'ho già sentito questo nome? Bah, ricordi inutili.

-Grazie Mark.- dico prendendo la busta.-Comunque, le lame le tengo perché sono le mie preferite e portafortuna.-

Mi avvicino al bancone e poggio il mio povero coltellino su di esso. Poi guardo con sguardo innocente l'uomo.

-Santo cielo, T/n!- esclama Mark.

Dopo la strage fatta in quei bassifondi il mio pugnale non ha un bell'aspetto...anzi, è pieno di sangue, la vernice in alcuni punti si è tolta e la lama non è perfettamente tagliente.

-Cavolo! Come hai fatto a ridurlo così?! Hai fatto una strage?- continua ad esclamare mentre si rigira l'arma tra le mani.

Mi scappa una risata.

-Sì, in un certo senso sì.- affermo fiera di me stessa. -Comunque, oltre a questo stavo pensando di prendere un altro coltello dello stesso modello. Quanti ne hai?-

Tira fuori dal ripiano dietro al bancone un pugnale molto simile a quello che ho già. E' di un azzurro chiaro, la lama è perfetta.

-Fai anche senza inciderci il nome, grazie. Ti dispiace se lo provo?- chiedo.

-Certo, ora mi fai parlare con il signor Ackerman?- dice spazientito.

-Se se.-

Bingo. Mark è stupido quanto simpatico. Non si è neanche accorto di aver rivelato nome e cognome di un serial killer.

You aren't alone.... [levixreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora