don't give me hope

1.1K 72 4
                                    

Steve's POV

Ancora non riuscivo a rendermi pienamente conto della sua perdita.
Se io stavo male, Bucky aveva un dolore incomparabile dentro di sé. Erano passati solo nove giorni, ma a me era parso che fossero stati mesi; al mio migliore amico, forse erano sembrati addirittura anni.
Il trio stupendo che eravamo tanto tempo fa, era stato spezzato così tante volte, e ora che potevamo finalmente essere di nuovo felici, assieme, non avremmo mai più potuto.
La Torre sembrava così silenziosa, senza la sua presenza e quella di Thor.
Era difficile, non collegare qualcosa lì dentro a quei due, a lei specialmente.

Com'era possibile che neppure un dio, era riuscito a sopravvivere?
Come era possibile che nemmeno il dio del Tuono fosse riuscito a fermare una turbolenza?

Mi andai a sedere sulla poltrona, con una tazza di caffè in mano, e accesi il televisore nel tentativo di distrarmi da tutto quel vuoto che sembrava schiacciarmi.

"Da quanto tempo non esce dalla sua stanza?" esordì la voce di Natasha alle mie spalle, prendendomi alla sprovvista.

Passò dietro la poltrona e si venne a sedere di fianco a me, accavallando le gambe.

"Dal giorno dell'incidente." risposi spostando lo sguardo su di lei.

Non piangeva mai davanti a noi; non si concedeva a queste debolezze.
Ma ero sicuro che anche lei era stata male per le loro perdite.

"Dovrebbe provare a parlarne. Non fa bene tenersi tutto dentro."

"Ho provato a convincerlo, ma non c'è verso. È un dolore troppo grande per lui."

Abbassai gli occhi, puntandoli nel caffè scuro e fumante.

Natasha avvolse un braccio sulle mie spalle e sospirò.

"Mi sono legata subito a lei. Capivamo a vicenda i fardelli e i sensi di colpa che portava l'altra, anche senza parlarci. Era così empatica e comprensiva. Riuscivo a volerle bene." disse la rossa con tono basso, esternando per la prima volta le emozioni che provava nei confronti di Zelda.

"Lo so, Nat. Lo so." risposi con un sospiro.

Poggiò la testa sulla mia spalla e vi rimase, mentre io abbandonai la schiena ai morbidi cuscini della poltrona.

Non so quanto tempo trascorse, esattamente, ma quando Bruce entrò nella stanza, il mio caffè si era raffreddato del tutto.

Lui era molto più legato a Thor, e con Zelda interagiva molto meno, ma nonostante ciò, avevano trovato diversi punti di incontro in termini di modalità di pensiero e opinioni.
Non aveva detto nulla sul momento, ma la mattina del giorno dopo, era diventato Hulk; ci mettemmo qualche ora a calmarlo e quando ci riuscimmo fu specialmente per merito di Natasha.
Da allora, si era barricato nel suo laboratorio, uscendo solo per i pasti e per scambiare due parole con Tony.

"Ho una teoria." proruppe schiarendosi la voce e abbassando il volume della TV.

"Bruce, non possono essere sopravvissuti da una tale altezza..." smorzai subito la sua poca euforia contenuta.

"No, ma... Ma potrebbero essere vivi, se non sono precipitati." proseguì, insistendo.

"Non ti seguo." si intromise Natasha, rimettendosi dritta e corrugando la fronte.

"È difficile da spiegare, me ne rendo conto... Se mi date qualche minuto, raccolgo le idee e la espongo a tutti." ci propose Banner.

Io e Nat ci guardammo negli occhi, intuendo subito le nostre intenzioni.

"Io vado da Wanda e Sam." mi disse con un pizzico di decisione nella sua voce.

"Io da Clint e Tony. E proverò a convincere Bucky ad uscire dalla sua prigione."

𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang