epilogue

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Zelda's POV

"Ce la farà, non è vero?"

"Beh... Considerando che aveva la milza spappolata, un proiettile nel fegato, le contusioni erano piuttosto gravi e le bruciature di secondo grado, dovrei dire il contrario. Tuttavia, qualcosa è riuscito a schermare gli organi vitali dall'essere compressi dal cemento e l'ha protetta da ulteriori contusioni. Un vero miracolo, se vuole la mia opinione. Quindi posso rassicurarla e dirle che la paziente si rimetterà presto e tornerà in piedi prima di quanto immagina. Stia tranquillo, Sergente Barnes."

Una porta si chiuse senza fare troppo rumore e le mie pupille furono trafitte dai raggi del sole. Vedevo tutto nero, maledetta luce solare.
Un bip costante e ritmato continuava a suonare sopra di me, ma non capivo cosa fosse.

Cercai di mettere a fuoco: avevo diversi aghi collegati alle flebo nella mano, un pulsossimetro attaccato al dito indice, le costole che bruciavano, il braccio destro ingessato e, per concludere, un'orribile camicia sanitaria addosso.

Girai appena la testa sul cuscino morbido, verso sinistra, cogliendo subito la figura di Bucky; era seduto su una sedia, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento posato sulle mani giunte. I capelli sfioravano quasi le spalle, coprendo parte del suo profilo. Sorrisi appena, ma quel piccolo gesto mi provocò una fitta alla tempia che mi fece mugolare di dolore. Avevo attirato l'attenzione del ragazzo, che adesso aveva lo sguardo posato su di me.

Un enorme sorriso si allargò sulle sue labbra, mentre la sua mano di Vibranio mi accarezzò il viso con delicatezza. "Ciao, Zelda." mormorò Bucky, continuando a sfiorare la mia guancia con le dita metalliche.

"Stai bene?" gli chiesi subito, cercando di mettermi seduta meglio per controllare il suo stato di salute.

"Non ti affaticare, ti sei appena svegliata dopo un bel sonno di tre giorni." mi riprese bonariamente Bucky, esercitando una lieve pressione sul mio petto che mi rimandò contro i cuscini morbidi.

Grugnii insoddisfatta, sognando già di poter tornare ad allenarmi nella palestra della Avengers Tower.

"Comunque, sto benissimo. Mi hai solo fatto spaventare parecchio, quando mi sono svegliato e tu non eri con noi." riprese Bucky.

Il mio pensiero si spostò per un secondo su Loki: dov'era il Dio? Stava bene? Mi aveva salvato la vita con uno dei suoi scudi magici e non avevo neppure avuto l'occasione di abbracciarlo come ringraziamento, per quanto odiassimo il contatto fisico.

"Loki ti ha riportato in superficie e ci ha detto tutto; ha creato uno scudo che vi ha protetto entrambi dai danni più gravi. Adesso sta bene ed è tornato su Asgard, ripromettendosi di non aiutarci più." mi lesse la mente il ragazzo, facendo un sorrisino.

"Ha pienamente ragione." risposi con la voce roca e la bocca asciutta.

Intrecciai le dita doloranti in quelle di Bucky, stringendo debolmente e facendo un piccolo sorriso quando poggiò la mia mano sulla sua barba incolta e ne baciò il palmo.

"Abbiamo vinto?" domandai, per assicurarmi che non mi fossi rotta le ossa senza motivo.

"Abbiamo vinto. Siamo liberi dall'HYDRA. Possiamo vivere in pace."

Rilassai i muscoli e sorrisi di nuovo, chiudendo gli occhi e beandomi del tocco del sole sulla pelle.

Finalmente liberi.

𝒕𝒊𝒍𝒍 𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Where stories live. Discover now