1O.Una tremenda delusione.

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Sabato 6 Ottobre.

Quella mattina, non avevo assolutamente alcuna voglia di alzarmi. Avevo passato la nottata in bianco, pensando e ripensando a come potesse essere possibile che una mia sola frase, avesse potuto infastidire così Massimo. Capii subito che il suo atteggiamento era cambiato, perchè a fine serata, sembrava totalmente una persona diversa, da quella che aveva ballato con me durante la cena al ristorante.La vibrazione del mio telefono, mi riportò alla realtà, facendomi sobbalzare leggermente. La sola idea che potesse essere lui ad avermi mandato un messaggio, mi faceva battere il cuore a mille. Il sorriso, svanì, quando vidi che era Clara che con il suo solito entusiasmo, mi dava il "Buongiorno", seguito da mille cuori ed emoji; A volte, non sapevo davvero come facesse ad essere già così allegra di prima mattina, visto che io, ero tutto il contrario, specialmente appena sveglia.

<<Buongiorno Reb, passo a prenderti tra mezz'ora! Stasera c'è la tua festa ed io ho intenzione di essere perfetta quanto te. Il lavoro da fare, non importa che te lo dica, sarà molto, molto lungo. Mi serve la mia spalla per lo shopping, il parrucchiere e la manicure!!>>

Mentre lessi il suo messaggio, scossi la testa ed abbozzai un leggero sorriso. Era incredibile quella ragazza, sapeva sempre come tirarmi su il morale, per non parlare del fatto che era più contenta lei di andare a quella festa di me, la festeggiata.

<<Buongiorno Clara. Ti aspetto, facciamo colazione e poi andiamo. Devo raccontarti della serata con Mainardi che tu e lui avete organizzato alle mie spalle.>>

Stavo quasi per inviare il messaggio, quando aggiunsi una emoji che sorrideva, così, come se volessi ringraziarla. Clara aveva capito tutto fin dall'inizio ed io, potevo confidarmi soltanto con lei. Dopo aver sistemato la camera, entrai in bagno per una doccia al volo, prima di aprire l'armadio e scegliere qualcosa di adatto da indossare per l'occasione. Scelsi un paio di jeans chiari ed un top nero, abbinato a dei tacchi altissimi che portavo con estrema facilità, sistemai il trucco e raccolsi i lunghi capelli castani in una coda alta. Scesi le scale e sentii suonare, aprii la porta e dal cancello vidi la mia migliore amica, che in una mano teneva due bicchieri di Starbucks e nell'altra un sacchettino. Sorridendo le andai incontro.

«Tu pensi proprio a tutto eh? Vieni, entra.»

Più cercavo di non pensare alla fine della mia serata con Massimo, più non riuscivo a togliermela dalla testa.
Richiusi la porta alle nostre spalle, per poi fare accomodare Clara in cucina, prima di sedermi su una delle sedie, tirando fuori un cornetto dal sacchetto, mentre sentivo lo sguardo della mia migliore amica, farsi sempre più insistente.

«Clara, togliti quel sorrisino dalla faccia, non è successo assolutamente niente di quello che pensi.»

La conoscevo troppo bene e notai un pizzico di delusione nei suoi occhi.

«La serata è stata perfetta, aveva prenotato uno dei migliori ristoranti della città, soppesando ogni minimo dettaglio poi, però, è successo qualcosa che non so spiegarmi nemmeno io.
Gli ho palesemente espresso il mio pensiero, se qualcuno venisse a sapere di noi, lui, rischierebbe di essere licenziato ed io, non potrei sopportarlo. È stato lì che tutto è cambiato, è stato come se la luce che aveva negli occhi, avesse lasciato spazio alla delusione.»

Clara ascoltava attentamente ogni parola, mentre sorseggiava il suo caffè, mentre io, giravo e rigiravo il mio cornetto tra le mani, sentendomi un macigno sullo stomaco.

«Rebecca, devi smetterla di sentirti in colpa per ogni cosa, per i tuoi genitori, per Mainardi, non sei tu la causa di tutto.
Lui, per te, si è esposto all'inverosimile, chiedendo a me, la tua migliore amica, quali fossero le cose che potessero piacerti di più.»

«La fai troppo facile, Clara. Non puoi capire.»

La mia risposta le arrivò dritta come un pugno in faccia e subito mi accorsi di avere esagerato.
Le appoggiai una mano sul polso e le sorrisi.

«Scusami, non ce l'ho con te, vorrei solo capire cosa stia passando per la testa a Mainardi, credimi, è un dilemma.»

«Lo so, spesso parli prima di pensare e anche se può sembrarti strano, questa è una delle cose che ti contraddistingue e ti rende unica.»

Arrossii, la mia migliore amica mi strinse la mano, rivolgendomi uno dei suoi migliori sorrisi.

«Adesso basta tristezza Becky, andiamo a fare shopping!»

Annuii ed insieme uscimmo di casa, lei, mi porse il casco e dopo che entrambe fummo salite sul motorino, lei, partì sfrecciando per le strade di Milano.

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Dopo circa una ventina di minuti, giunte a Corso Buenos Aires, Clara, parcheggiò il motorino.

«Becky, ti dispiace se ci fermiamo da Zara?
Ho visto un vestito che deve assolutamente essere mio!!»

Acconsentii prendendola sotto braccio, prima di entrare nel negozio che, stranamente, era meno affollato del solito.
Clara trovò velocemente il vestito e quasi mi trascinò nei camerini, per provarselo ed avere, così, una mia opinione.

«Ti aspetto qui fuori, tranquilla, non scappo.»

Chiusi attentamente la tendina e mentre aspettavo che si fosse cambiata, osservai rapidamente la mia immagine in uno dei tanti specchi.
La mia attenzione, però, venne catturata dalla vocina stridula di una ragazza che molto probabilmente si stava cambiando qualche camerino più in là rispetto a quello di Clara.
Un uomo, mi dava le spalle, proprio davanti a quel camerino da cui proveniva la voce della ragazza che dopo pochi istanti uscì.
Quello che vidi dopo, mi lasciò senza fiato.

Quello che vidi dopo, mi lasciò senza fiato

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Sei tu, il mio destino...Where stories live. Discover now