35. La Baita

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Elena

Erano trascorsi una manciata di minuti da quando Stefano mi aveva trovata.

Mi tenevo stretta a lui, le mie mani stringevano avidamente il suo giubbotto. Ad ogni mio respiro una nuvola bianca usciva fuori dalla mia bocca. Non riuscivo a vedere niente, solo neve, neve dappertutto.

“Guarda Elena!” esclamò Stefano indicando un punto indefinito all’orizzonte. Alzai il capo e vidi una piccola costruzione in legno.

“La baita!” esclamai con voce piena di gioia. Un sorriso nacque sui nostri volti. Cominciò a correre e finalmente la raggiungemmo.

Mi mise giù e, ancora barcollante, mi diressi verso la porta.

“Stefano non si apre” dissi mentre  la spintonavo  cercando di entrare. Venne verso di me e si mise a pensare.

“Allontanati” disse facendo un paio di passi indietro. Obbedii e rimasi a guardare.

Fece un respiro profondo, poi diede un bel calcio alla maniglia, che si ruppe, permettendoci così di entrare. Lo abbracciai d’istinto, ma dopo essermi accorta di quell’improvvisa manifestazione d’affetto mi allontanai.

“Su entriamo” disse tra l’imbarazzo anche lui.

“S-si” dissi toccandomi una ciocca di capelli che mi cadeva sulla spalla destra.

Entrammo e ci richiudemmo la porta alle spalle bloccandola con una sedia accanto all’ingresso.

Tremavo ancora, la neve che si era infiltrata sotto i miei vestiti si era sciolta, lasciandomeli umidi.

“Dobbiamo accendere il camino” disse dirigendosi verso di esso. Prese della legna, che era messa dentro un piccolo cesto, e la posizionò dentro di esso. Poi mise una mano dentro la tasca, dalla quale tirò fuori un accendino. Capii cosa stava per fare e decisi di dargli una mano cercando un pezzo di carta per poter accendere il camino.

Presi un foglio di un giornale poggiato sul tavolo e glielo porsi.

“Vieni qui” mi disse scrollando le mani per togliersi la cenere. Mi avvicinai e osservai la legna che cominciava a divampare all’interno del camino.

Il calore iniziava ad invadermi, non avevo mai desiderato il caldo così tanto.

“Spogliati” disse interrompendo i miei pensieri.

“Eh?!” esclamai sorpresa.

“I tuoi vestiti  sono bagnati. Dovresti toglierli” spiegò.

“Ah” dissi imbarazzata.

“Io non guarderò, quindi puoi spogliarti qui” disse voltandosi.

“Ok.”

Tolsi il giubbotto, ero in imbarazzo, ma cercai di non darlo a vedere.

“Ho fatto” risposi rimanendo solo in reggiseno e mutandine.

“Lì c’è una coperta. Copriti con quella” spiegò.

Mi voltai e vidi una coperta di lana appoggiata su una sedia. La presi e mi coprii dalle spalle fino a metà polpaccio. Mi avvicinai a lui e gli toccai una spalla. “Grazie.” Notai che anche il suo giubbotto era bagnato.

“Ma, anche tu…”

“Non fa niente” mi interruppe.

“Vuoi forse prenderti un raffreddore? Vuoi morire?” ribattei irritata.

“Non esagerare” sbuffò.

“Dai” insistei.

“D’accordo, ma voltati.”

“Oh, non ci tengo mica a vederti nudo” sbuffai divertita voltandomi.

Sentivo il rumore dei suoi jeans che scivolavano lungo le sue gambe. Il cuore cominciò a battermi all’impazzata. Solo in quel momento mi resi conto della situazione in cui mi trovavo. Una ragazza e un ragazzo, entrambi mezzi  nudi, da soli in una baita. Oh mio Dio! Che imbarazzo! Pensai portandomi entrambe le mani sulle mie guance rosse.

“Puoi girarti” disse.

Mi voltai, ma tenni ugualmente gli occhi chiusi.

“Cosa c’è che non va?”

“N-niente, s-sto bene.”

Non vedevo niente, ma sentivo i suoi passi farsi sempre più vicini a me. Trattenni il fiato, era ormai a pochi centimetri da me. Di colpo sentii sulla mia fronte una leggera pressione. Aprii gli occhi e vidi il suo mento davanti il mio sguardo. Le sue labbra…..le sue labbra sono sulla mia fronte! Pensai sconvolta.

“C-cosa fai?” dissi allontanandomi.

“Hai il viso rosso, pensavo avessi la febbre. Stavo semplicemente controllando la temperatura” disse con un sorrisetto.

Stupido è per l’imbarazzo! In quel momento ringraziai Madre Natura per aver reso i ragazzi così stupidi.

Fissavo il suolo, l’aria si faceva sempre più soffocante, il mio respiro sempre più affannato.

“Non dovresti coprirti?” chiesi notando il fatto che era solo con i boxer addosso.

“Con cosa? Non ci sono altre coperte. Metterò i miei vestiti vicino il fuoco, così si asciugheranno in fretta” disse mentre metteva la sua roba su una sedia vicino il camino.

Annuii e mi sedetti sul divanetto mentre lui rimase in piedi al centro della stanza. Mi accorsi che tremava e dissi:

“Su, vieni. Una volta mi hai aiutato tu e non sono il tipo che non salda i propri debiti” mugugnai.

“Cosa?”

“Oh, devo proprio spiegarti tutto!” Dissi aprendo la coperta e facendogli gesto di avvicinarsi.

Un’espressione di sorpresa mista ad imbarazzo spuntò sul suo volto. Ero imbarazzata anch’io. Era la prima volta che un ragazzo mi vedeva in quel modo.

Era ancora un po’ titubante.

“Cosa c’è? Non hai mai visto una ragazza mezza nuda? Non ti credevo così sfigato” dissi scherzando.

“Oh chiudi il becco!” sbuffò avvicinandosi.

Ci sdraiammo, ma nessuna posizione sembrava comoda per entrambi. Dopo vari tentativi trovammo quella ideale.

Stefano era appoggiato al bracciolo del divano con le gambe aperte. Io vi ero seduta in mezzo con le mie gambe al petto. Le sue braccia tenevano i lembi della coperta, che passava da dietro la sua schiena, fermi in una maniera tale da coprire la maggior parte dei nostri corpi. Man mano che il mio corpo si riscaldava mi accorgevo che esso bramava il tocco di Stefano. Desideravo che mi sfiorasse le guance, i fianchi, che mi toccasse come solo le sue mani sapevano fare. Volevo sentire i suoi occhi su di me, il suo respiro sul mio collo. Io desideravo Stefano. 

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Saaaalve mie care lettrici ( lettori se c'è qualche ragazzo *ride*)!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto :) Cosa pensate possa accadere adesso che Elena si è resa conto di amare ancora Stefano? Su, su commentate e liberate la vostra fantasia. Sono curiosa di sapere cosa vi passa per la testa ;)

Votate, seguitemi e condividete la storia se vi va!

Emy_lovebooks vi manda un bacione <3

Please, don't go awayWhere stories live. Discover now