prologo;

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1 anno prima

 «Jungkookie, dove stiamo andando?»

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«Jungkookie, dove stiamo andando?»

Jungkook prese il piccolo cappottino malconcio e lo pose sulle spalle del minore, invitandolo a fare in fretta. Si abbassò per chiudere i piccoli bottoni, portando poi l'indice sulle labbra.

«Shh» Il moro si affrettò ancora di più, prendendo il piccolino in braccio dopo averlo coperto per bene. Aveva il cuore che batteva all'impazzata, come quando fai una cazzata e sai che
ti farai sicuramente male. Ecco, quella che stava per fare Jungkook era una cazzata bella grossa ed anche pericolosa. Sentiva il cuore battere contro la cassa toracica, come un cane che gratta sulla porta per uscire. Riusciva a sentire il battito fin dentro le orecchie tanto che la pressione si era alzata.

Jungkook percorse il corridoio con il piccolo in braccio, aprì il più silenziosamente possibile la porta, per poi chiuderla alle spalle. In strada non c'era nessuno. D'altronde erano le quattro di notte.

«Fratellone perché prendiamo la brum brum?»

Il piccolo rivolse uno sguardo curioso verso il moro. Per un bambino come lui, di soli 6 anni, era davvero strano uscire di casa a quell'ora.

Jungkook lo pose sul sediolino del passeggero, avanti, in modo da averlo di fianco. Si chinò su di lui per mettergli la cintura, cercando di evitare quegli occhioni curiosi.

Chiuse la portiera per poi fare il giro e salire per mettersi alla guida.

«Stiamo scappando Ji-Ho»

Il corvino sospirò, girò la testa indietro, guardando a destra e a sinistra, ai limiti delle possibili estensioni che un collo poteva raggiungere, per assicurarsi che lui non si fosse accorto di nulla.

Mise finalmente in moto con un giro di chiave, sollevò l'acceleratore e sfrecciò via come un lampo nei mesi di novembre. Improvviso, spericolato, malinconico.

«Ji-Ho ascoltami bene-» Il maggiore girò per qualche secondo la testa verso il fratellino. «Ora ti darò il cellulare, chiamerò mamma e metterò il vivavoce, quella cosa per sentire il volume alto, ti ricordi?»

Il piccolino scosse la testa con velocità per affermare che si ricordava di cosa stesse parlando il suo fratellone.

«Bravissimo, ora ti darò il cellulare e tu lo terrai in mano così io posso parlare con mamma e guidare contemporaneamente.»

Il moro frugò con la mano nella tasca alla ricerca del cellulare mentre l'altra era sul volante, lo sguardo che per casualità vagò verso lo specchietto retrovisore, notando una Chevrolet che li seguiva.

«Cazzo!»

Jungkook si affrettò a recuperare il cellulare, cercando di trovare il contatto della madre una volta acceso lo schermo, controllando ogni tanto la strada per non rischiare di perdere il controllo dell'auto.

«Jungkook sei partito? Dove siete?»

Il moro allungò il braccio per dare il cellulare al fratellino che già aveva le manine tese e aperte per riceverlo come gli aveva spiegato il suo fratellone.

«Mamma, ci sta seguendo, ci ha scoperti! Ora cerco di fare una strada più lunga per raggiungerti, così lo semino»

Il corvino che ormai correva a 80 km/h girò bruscamente sulla destra, cercando di seminare la macchina che li seguiva ormai da qualche chilometro.

«Cosa? Jungkook diavolo! Cerca di seminarlo subito, fai qualcosa, non voglio che tuo padre scopra dove abito ora!»

«Jungkookie, è papà cattivo che ci segue?» il bambino si girò verso il lato del guidatore, già con gli occhi lucidi.

«Papà cattivo ha detto che se scappavo da lui poi faceva tanto male al mio fratellone»

Una lacrima scese sulla dolce guancia del bambino, fino a raggiungere il mento, sparendo poi sulle sue gambe, veloce come era comparsa.

«Non devi credergli biscottino, non mi succederà nulla, ora dobbiamo solo pensare ad andare dalla mamma»

«Ji-Ho tranquillo amore, ora tornerai dalla mamma e lui non potrà più farti del male»

Ma Ji-Ho era terrorizzato da suo padre, aveva visto tante volte di cosa era capace e non voleva che facesse del male al suo fratellone.

«N-no!» Il bambino scoppiò a piangere. «Voglio t-tornare a casa subito-» il bambino si slacciò la cintura, volendo solo scappare dall'autovettura.

Jungkook strabuzzò gli occhi, distogliendo lo sguardo per un attimo dalla strada. «Ji-Ho rimettiti subito la cintura!»

Il moro cercò di allungarsi per prenderla e allacciarla con la forza ma con un braccio solo era difficile, in più doveva anche pensare a guidare, alternando lo sguardo dalla strada al seggiolino del passeggero.

«Ho p-paura, non voglio!» gridò il bambino scalciando, il volto rigato dalle lacrime.

«Ji-Ho cazzo, mettiti la cintura!» Jungkook si sporse ancora di più con il busto, cercando di afferrare la cintura slacciata.

«Jungkook che succede?»

Il corvino incespicò per qualche secondo afferrando finalmente la cintura, sollevando lo sguardo verso la strada una volta che la sua faccia fu colpita dalle luci di alcuni fari.

Inaspettate, le luci abbaglianti venivano in velocità verso la sua auto.

«Ma che caz-»

Un botto sordo.

«Jungkook! Cos'era quel rumore? Jungkook rispondi!»

«Jungkook dove siete? Jungkook rispondimi ti prego! Ji-Ho? Amore della mamma, mi senti?»

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVWhere stories live. Discover now